Vai a…

HELIOS Magazinesu Google+HELIOS Magazine on YouTubeHELIOS Magazine on LinkedInRSS Feed

Editoriali di Teresa Beracci


di Teresa Beracci (sociologa)*

 

 

GOSTING e GASLINHTING: e tu li hai vissuti?

Che tu sia donna, che tu sia uomo, questo pezzo non è solo per la donna. Ognuno di noi ha vissuto manipolazione psicologica ma il più delle volte non ne coglie i segnali, ha paura di parlarne o semplicemente non ne viene a capo. Ancora una volta in Italia se ne parla ma non come si dovrebbe. Fino ad ora è stato difficile accettare argomentazioni inerenti la violenza fisica e sessuale, figurarsi se ci si dedica di più alla violenza psicologica. Natuarlamente, ghosting e gaslighting sono solo alcuni dei prolungamenti della violenza di stampo emotivo e psichico che rientrano in quella sfera tipica della manipolazione che ad oggi, in più casi di relazioni sia sentimentali sia di altra natura, viene praticata. Di cosa si tratta?

GHOSTING: scomparsa, abbandono della vita di una persona. Assenza improvvisa senza preavviso. Totale assenza di spiegazione e giustificazione dell’atto di abbandono. La vittima ne soffre quasi come stesse vivendo un lutto. Il carnefice spesso si dichiara innocente e privo di coscienza di ciò che ha realizzato.

GASLIGHTING: manipolazione atta a fornire una supremazia al carnefice sulla vittima. Si cerca di mettere in dubbio tutto ciò che la vittima fa, pensa e dice per avere su di essa il controllo. La si fa dubitare di presente e passato, la si allontana da chi ama e da chi è amata in forma subdola e silenziosa, la si fa sentire in colpa per qualsiasi cosa, la si riempie di complimenti e poi si smette, le si dedica il nulla e poi si parte in quinta con il riempirla di attenzioni. Questi fenomeni sono così tanto attuati che pare assurdo che ad oggi sembrino degli argomenti così tanto strani da affrontare. Allo stesso tempo, però, non si ha una chiara consapevolezza di essi. Pertanto pare giusto, appena si può, come si può e dove si può affrontare il tutto. Che siano delle pagine online a fornirvi indicazioni su come uscirne, che siano esperti offline, amici o conoscenti, parlatene, venitene a capo ed informatevi. Solo un’informazione costante e chiara, semplice e diretta può aiutare a captare segnali di fenomeni di abuso emotivo e psicologico di cui ci si augura sempre che non accadano più.

Il CORPO DELLA DONNA

Il consenso è una forma di azione libera, praticabile, giusta, coscienziosa e revocabile. Sempre più donne, ad oggi, hanno difficoltà nei rapporti di coppia ad esprimere un consenso, o ad esprimerlo e non essere ascoltate. Vediamo nello specifico di cosa si tratta.In qualsiasi relazione intima, di tipo amoroso o occasionale, matrimoniale e di lunga o breve durata, il consenso è di natura sessuale ed è democratico. Nel momento in cui una donna esprime il consenso ad avere un rapporto, dice sì. Il problema sociale e relazionale, ad oggi, sussiste quando il si diventa no.

Un no è un no ma per molti uomini questo non basta. Ecco che allora si innesca in loro il malsano ed erroneo comportamento per il quale bisognerebbe fare in modo di manipolare la vittima donna fino a farle cambiare idea. Contatto fisico, parole, un lavaggio mentale di tipo psico-emotivo, di stampo erotico, volto a trasformare un no in un sì. Ecco che quindi il consenso muta forma e diviene qualcosa di manipolato e discriminato.Come per tante altre tematiche (aborto, contraccezione, educazione sessuale, libertà sessuale ect), anche qui bisognerebbe fare tanto lavoro. In nostro aiuto ci sono anche pagine instagram con educatrici e attiviste come CCA NISCIUNA è FESSA e SESSOSOLOSAPESTE che fanno luce su tutto ciò che riguarda la donna, i suoi diritti e la libertà di decidere del proprio corpo che ricordiamo essere di ossa, sangue, muscoli, idee, mente e cuore ma soprattutto pelle, apparati, di cui poter decidere secondo dinamiche, desideri, piaceri, possibilità e necessità.Lasciare che il tema del consenso riceva un dissenso pubblico e privato, nuoce alla salute emotiva della donna e a tutta la discussione, seppure parziale, di stampo pubblico, femminista, politologico, derivante da attivisti e sociologi, medici e psicologi che viene portata avanti per creare cambiamento e stop al patriarcato e all’incessante volontà di reprimere le tematiche che più hanno bisogno di essere considerate. Il consenso sessuale vale e rientra nei diritti di una giovane donna o di una donna adulta. Anche di una donna anziana. Ripetiamo come un mantra: no è no. Un donna può cambiare idea sul consenso relativo ad un rapporto in qualsiasi momento, se al mattino è sì di sera può essere no. Non acconsentire ad un rapporto, è lecito, anche se sono visibili sul mio corpo segnali che per un uomo appaiono fraintendibili. Esempi: trucco marcato, scollature, non possesso di intimo, accessori considerati erotici o relativi alla sfera del piacere, un abbraccio caloroso, un occhiolino, il semplice essere confidenziale e disponibile all’empatia ed ascolto.Questo è un articolo per le donne e per educarci sempre più ai nostri diritti.

Il corpo semilibero della donna

La donna nasce come individuo libero ma nel corso della sua esistenza fa i conti con la semi-libertà. La sua sfera privata si interseca con quella pubblica e per questa ragione ella si ritrova contaminata, eclissata, soggiogata e respinta dai settori e dalle persone che credeva potessero sostenerla per sempre. Se nasci donna nel mondo, non sarai mai pienamente felice. Potrai ritagliarti spazi di gioia e credere che tutto cambierà ma la realtà dei fatti è diversa, lontana dai tuoi ideali e dai diritti. Ti verrà negato anche il più piccolo dei servizi sanitari e lì saprai che sei stata ingabbiata in un carcere che non ha mura, ma restrizioni socio-politiche, economiche e psicologiche. Italia, 2022. Una donna che vuole abortire deve fare appello agli ospedali e sperare che non vi siano medici obiettori. Deve prendere un treno da una regione all’altra perché sa che solo in un determinato luogo può abortire. L’aborto è farmacologico e chirurgico e per molte donne subire un intervento è non solo devastante dal punto di vista fisico ma anche mentale. L’invasione chirurgica nel corpo può essere un chiaro segno di oppressione e per questo ancora una volta il corpo è semi-libero. Ti possono anche dare ciò che ti serve ma sempre come dicono loro.

La pillola abortiva RU486 non è ancora un diritto fondamentale all’interno dell’agglomerato dei diritti sanitari della donna. Così come ci sono ancora ginecologi obiettori in relazione alla prescrizione della pillola anticoncezionale, del giorno dopo e dei cinque giorni dopo. Ci sono donne che devono girare tra 30 farmacie, passando dalla provincia di Benevento a quella di Napoli per trovare un farmacista in grado di rispondere ad un bisogno etico e incontestabile. La legge 194 che sancisce il diritto all’aborto è come i consultori e gli ambulatori che rientrano nel programma elettorale di molti politici che si sono candidati per le elezioni del 2022. Ci sono, ci sarebbero, ma la loro applicazione e il loro riconoscimento non avverrà mai come dovrebbe. Stati Uniti d’America: l’unico paese occidentale che si vantava di mandare tramite il corriere la pillola RU486 a casa. Gli Stati Uniti nel 2022 decidono di negare l’aborto e chi lo permette e lo pratica viene perseguito penalmente. 11 ottobre 2022: Ohio e Arizona recuperano il diritto all’aborto. Il diritto di salvare un corpo viene negato attraverso contestazioni socio-politiche, oppressioni e discriminazioni. Se per proteggere il corpo con cui nasciamo libere, vengo soggiogata e rischio la vita, che senso ha parlare di democrazia?
* Teresa Beracci è una sociologa. Scrivere e leggere rientrano tra le sue più grandi passioni, a cui associa anche la fotografia intesa come scatto di paesaggio o dettagli della quotidianità. Per lei dice “è molto importante comunicare e mi piace farlo attraverso varie forme. Ad oggi, credo che sia necessario farlo soprattutto con gli scritti giornalistici e librari, sia su supporto cartaceo sia in versione digitale. Sono della provincia di Napoli e credo che il mio amore per la narrazione scritturistica derivi proprio dalla città del Vesuvio, che riesce a parlare anche in silenzio. “

Tags: , , , ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Altre storie daSocietà

About Teresa Beracci,