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L’Europa di Destra: “Vecchio” continente


Pino Rotta

Perché la Destra vince in quasi tutti i Paesi dell’Unione Europea? Per rispondere a questa domanda dovremmo analizzare la storia politica degli ultimi 30 anni. Però in un breve editoriale non è possibile (chi vuole può consultare il mio saggio POTERE Governare con la paura, gratis online), invece qui cerchiamo di fare dei ragionamenti di natura culturale ed economica. Cominciamo col dire che il “Vecchio Continente” ormai ha una popolazione con media anagrafica superiore ai 45 anni. Secondo il rapporto Eurostat 2019 “l’Italia è il Paese “più anziano” d’Europa. È quanto emerge dai dati diffusi da Eurostat, secondo i quali il 22,8% della popolazione totale è costituito da persone anziane, a fronte del 20,3% della media dell’UE. Stando ai dati Eurostat del 2019, in Italia hanno oltre 65 anni 13,78 milioni di persone. Tra queste, oltre la metà (ossia 7 milioni) ha più di 75 anni.

 

Paragonandoli ai dati del 2010, scopriamo che gli over 65 sono cresciuti di circa 1,8 milioni di persone, a fronte di un calo degli under 15 di quasi 400.000 unità e di una popolazione aumentata di 1,2 milioni.” Seguono la Grecia, la Finlandia, il Portogallo e il Lussemburgo. Gli altri paesi si attestano su percentuali di poco più basse. Quali sono le conseguenze sociali e culturali di questi dati? Di base sono due e riguardano uno direttamente le persone che vanno dai 40 ai 75 anni e l’altro la popolazione più giovane, nettamente in minoranza. Le persone con oltre 40 anni di età (di cui la metà con oltre i 65 anni) vivono il presente con una visione delle aspettative individuali per il futuro estremamente limitata e quasi sempre negativa. Queste condizioni portano ad una “idealizzazione” nostalgica del passato (di quando si era giovani!) ed un inasprimento delle frustrazioni, dovute alle mancate realizzazioni delle proprie aspettative, un dato che nella realtà, come vedremo, è dovuto alla lunga crisi economica ed all’individualismo che questa ha scatenato. Ma, per meccanismi ben conosciuti in sociologia culturale, le posizioni della maggioranza della popolazione influenzano molto anche il resto della popolazione, quella più giovane, lasciando piccole minoranze sempre più marginali a sfidare un pessimismo esistenziale diffuso. La frustrazione genera rabbia ed è facilmente indirizzabile da chi con cinismo punta il dito su “un nemico” su cui scaricare la responsabilità di una incapacità di gestione della politica e dell’economia degli ultimi 30 anni! Se l’Europa piange gli Stati Uniti non ridono! Hanno le stesse condizioni anagrafiche, ed economiche dell’Europa ed un livello medio di alfabetizzazione e giustizia sociale molto sotto gli standard europei. Il punto è che le crisi economiche e sociali dell’Occidente sono principalmente responsabilità degli Stati Uniti che in questi ultimi 30 anni, con la complicità dei governi dei principali Paesi alleati, hanno portato guerre e destabilizzazioni in tutto il mondo ed in particolare nel Mediterraneo. Paesi come l’Italia o come la Grecia (fa eccezione la Spagna) non hanno la capacità di razionalizzare questi fatti storici e politici. E la domanda più seria è: come fa la gente che conosce i fatti, le persone, l’immoralità di certi personaggi, di questa destra a votarla? L’opinione pubblica passa dalla convinzione che “tanto sono tutti uguali”! pur sapendo che non è questa la realtà (la sinistra è quasi scomparsa e il centrosinistra ha certo molte responsabilità e colpe, ma non sono neanche minimamente confrontabili con quelli della destra!). Però si torna all’inizio del discorso: il sonno della ragione genera mostri! Che i giovani non solo italiani pagheranno per i prossimi venti anni.

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