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Capitalismo finanziario e violenza
Written by Pino Rotta, 16 gennaio 2025
Ormai quotidianamente la nostra attenzione è bombardata da notizie (con scarse immagini e pochissime inchieste!) che fissano il nostro pensiero sulla violenza. Sia violenza privata sia sulle innumerevoli situazioni di guerra ormai presenti a livello internazionale. Gli studi sociologici e psicologici sulle conseguenze individuali e di massa legate a questo fenomeno sembrano non essere più attendibili se confrontate con quelle del periodo compreso tra il 1950 e il 2000. Davanti all’incertezza anche scientifica sul fenomeno c’è da chiedersi quali sono le cause di tale incertezza e successivamente formulare delle nuove ipotesi che possano spiegarne le conseguenze. Cominciamo col precisare che le violenze private e quelle politico internazionali, pur senza una consapevolezza immediata da parte della gente, sono, quasi
sempre, direttamente collegate. Importanti studi, soprattutto condotti dalle università americane per conto delle Forze Armate proprio degli Stati Uniti d’America, che hanno preso in esame sia il dopoguerra degli anni ’60 che quello della post occupazione da parte delle USA dell’Iraq e dell’Afganistan, (solo per citare due fonti autorevoli, “Guerra al terrorismo” militari e suicidi, Il Mulino settembre 2021e Salute: 40 anni dopo Vietnam reduci ancora vittime di depressione e ansia, New York University Langone Medical Center, pubblicato su Jama Psychiatry.) registrano un elevato tasso di disturbi della personalità, che possono andare dall’alcolismo al suicidio o a forme di violenza irrazionale contro altre persone e questo, con parametri del tutto assimilabili sia per i reduci della Guerra in Vietnam che per le guerre in Iraq e in Afganistan. Cioè studi di periodi distanti mezzo secolo l’uno dall’altro riportano gli stessi risultati. Questi risultati ribaltano completamente quelli degli studi fatti tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900. Ad esempio, gli studi molto dettagliati condotti da Emile Durkeim alla fine del 1800, dai quali risulta che in periodi di grandi crisi politiche e sociali il tasso di suicidi diminuisce notevolmente. Cosa porta al ribaltamento delle conseguenze belliche a distanza di un secolo? I fattori sociologici e psicologici sono numerosi e complessi, ci concentreremo quindi sull’elemento più rilevante e che, sia per la velocità con cui si è sviluppato che per l’intrinseco carattere aggressivo, può essere definito la “matrice” della violenza Il Capitalismo finanziario o Globalizzazione, quindi diremo meglio l’evoluzione del Capitalismo. Tra la fine del 1800 e la metà del 1900 la guerra era finalizzata all’occupazione di territori per lo sfruttamento economico e, con ruoli diversi negli anni, le potenze che si sono sfidate in quegli anni sono state tutte Occidentali! Dopo il crollo del nazifascismo e del comunismo la potenza a egemonia mondiale dal 1990 in avanti rimase quella americana, con l’alleanza strategica ed economica dell’Europa. Obiettivo acquisire nuovi mercati e portare la produzione industriale e tecnologica nei nuovi paesi occupati dove si potevano imporre ritmi di lavoro e salari molto competitivi rispetto all’Occidente. In soli 10 anni (dal 1990 al 2000) le industrie italiane, soprattutto quelle del Nord-Est hanno delocalizzato fuori dall’Italia le loro produzioni, lasciando disoccupazione e sempre minore gettito fiscale. Gli USA (soprattutto con l’affermarsi della dottrina Regan- Thatcher, e dei loro omologhi Berlusconi in Italia, Asnar in Spagna, Blair in Gran Bretagna, soprattutto) si sono imposti come i nuovi ed unici “padroni” del mondo! Dal 1990 in tutto il mondo, ed in particolare nell’area del Medioriente e del Mediterraneo, decine di conflitti regionali sono esplosi coperti da motivazioni religiose, etniche ma fondamentalmente per la gestione delle risorse economiche (la millenaria tecnica del “dividi et impera” ha funzionato e in gran parte del mondo continua a funzionare!). Quello che era evidente ma che oggi possiamo constatare è che gli “autoproclamatosi” padroni del mondo “esportatori della democrazia” hanno sottovalutato la capacità ma soprattutto la rapidità di reazione e organizzazione antagonista del resto del mondo. In particolare di Russia, Cina India e Paesi del Sud America. Negli ultimi dieci anni questi ultimi paesi hanno assunto una ruolo chiave sia nell’economia che nella supremazia militare nel mondo, mettendo in ginocchio gli USA e l’Unione Europea. Le reazioni economiche e militari hanno trovato impreparate le vecchie Super Potenze occidentali, costrette ad affrontare contemporaneamente la sfida della recessione economica e la conseguente disoccupazione, sia le spese militari che necessariamente devono essere sempre in crescita per non essere definitivamente sconfitte nella corsa per la supremazia mondiale. Ed ecco due fattori critici che ci riguardano da vicino: in un tempo relativamente breve milioni di persone in Occidente si ritrovano senza lavoro, senza garanzie sociali e spesso senza casa! Le condizioni di crisi economica e sociale ha come conseguenza primaria la perdita dell’identità della persona e la sfiducia verso un futuro che ormai si vede più come una minacciosa incognita che come un’opportunità! Tutto questo mentre nei paesi dove si combattono col fuoco e col sangue le guerre milioni di persone sono abbandonate alla loro disperazione. L’Occidente se anche volesse non ha più la capacità di intervenire per fermare i fiumi di sangue che ha causato la sua tentata politica di Supremazia. La disperazione ha due volti. Uno è quello degli occidentali che non riescono a trovare una soluzione alla crisi economica e sociale nei propri paesi. L’altra è la fuga disperata dei popoli dell’Africa e del Medioriente (ma ormai anche dei confini tra l’Unione Europea e La Russia o tra il Messico e gli Stati uniti d’America. La disperazione ormai molto diffusa, e la perdita di identità personale e di speranza nel futuro, sfocia in rabbia e violenza. I Governi non hanno altra strategia che incitare i poveri all’odio e alla paura nei confronti dei più poveri che arrivano disperati in cerca di salvezza. L’Italia è tra i primi posti tra i Paesi occidentali per violenza privata (soprattutto indirizzata contro i soggetti deboli, quali donne e “diversi”) ma le stragi davanti alle scuole o per le strade in USA non hanno diversa natura. Indirizzare l’odio verso chi è vittima in questa guerra tra poveri è una scelta cinica e frutto di una mancanza di capacità di fare fronte ad una catena di violenza che dilaga e nessuno in questo momento può dire come e quando si fermerà. La cosa più aberrante è che a “mediare” tra le potenze in guerra sono Paesi a regime tirannico e violento, come la Turchia, il Qatar e l’Iran. Se c’è una provvisoria conclusione che possiamo trarre è che il Capitalismo finanziario invece di “esportare la democrazia” ha consegnato i destini del mondo proprio a coloro che la democrazia l’hanno sempre soffocata nel sangue.