La laicità è garanzia di libertà
Written by Pino Rotta, 7 novembre 2024
Il razzismo e l’intolleranza nascono da un abuso di potere imposto in Italia dal fascismo con i Patti Lateranensi e confermato (seppure con la cancellazione della religione cattolica come “religione di Stato” il 18 febbraio 1984). Tutte le religioni, predicano amore e pace, ma nei secoli hanno seminato sangue e discriminazione. In Italia, da grande parte curiale e popolare cattolica, si grida alla sostituzione etnica da tanti persone che per cattiva fede e per ignoranza non conosce quasi nulla nella della storia delle religioni ne della loro stessa religione. Premesso che da sempre i popoli si sono mescolati per migrazioni o colonialismo, per necessità o con la guerra, gli italiani che rivendicano le “radici cristiane” ignorano che il cristianesimo fu imposto tre secoli dopo la presunta nascita di Gesù, ad opera dell’imperatore romano Costantino che lo convoca e lo presiede (nonostante sui circa 1800 vescovi di cui circa 1000 provenienti dall’Oriente e parlati lingua greca, solo circa 300 riuscirono a parteciparvi. Costantino “non era cristiano” ma per scelta politica si convertì alla religione cristiana, ne fisso i dogmi (si fissò che Gesù era consustanziale al Padre, cioè Dio e Figlio di Dio) e si stabilirono i privilegi che il Cristianesimo avrebbero ottenuto divenendo religione di Stato (tra donazioni di terre, edifici e soprattutto la possibilità di affrancare gli schiavi che si convertivano al cristianesimo.
Quest’ultimo privilegio fece aumentare molto il numero di convertiti ma nello stesso tempo li trasformò in contadini al servizio della chiesa cattolica (così definita perché romana nel culto e nei dogmi) che ebbe così manodopera gratuita per coltivare le terre concesse e il controllo della vita sociale dei convertiti. Non tutti i vescovi presenti al Concilio di Nicea furono d’accordo con le conclusioni dogmatiche imposte dalla maggioranza controllata da Costantino. Quelli che votarono contro furono subito esiliati in Gallia e da subito iniziò un’epoca di scisma e di repressione violenta. Una vera e propria caccia al vescovo eretico che puntualmente finiva al rogo. Tra i più importanti processi per eresia si ricorda quello contro Priscilliano, vescovo di Avila, che per opera di Ambrogio e Agostino venne alla fine, con decreto di Ambrogio, fu scomunicato, condannato e decapitato unitamente ai sui seguaci nella città di Treviri nell’anno 385. Possiamo dire che se queste sono le radici “cristiane” della religione degli italiani esse si sono abbeverate nel sangue dei martiri dell’integralismo cattolico e presto disperse con la caduta di fatto dell’Impero romano la conquista dei cosiddetti “barbari” che ne presero possesso anche per effetto del tentativo di Giuliano l’Apostata l’imperatore che tentò di reintrodurre il paganesimo come religione dell’impero e il predominio di imperatori di origine germanica. Nel 476 d.C. l’impero romano cadde definitivamente e quell’ d’Oriente sopravvisse con la conciliazione delle teorie dogmatiche sempre più pervase dalle culture greca e persiana. Negli anni in cui cadeva l’Impero romano d’Occidente si affermava nel mondo arabo la dottrina islamica per opera di Maometto che in pochi secoli si espanse sia nella penisola arabica che nel Mediterraneo fino a conquistare l’Africa del Nord e la quasi totalità della penisola Iberica. Per tornare alla concezione di “religione di Stato”, dopo le premesse storiche e dottrinali che danno un chiaro quadro politico dell’affermazione del cattolicesimo in Italia, crediamo sia giunto il tempo di realizzare la completa revisione legislativa in questa materia. Abolendo il Concordato tra Sato Italiano e Chiesa Cattolica e separando definitivamente la sfera pubblica dalle convinzioni religiose ed etiche che ogni persona, nel suo privato ha il diritto di praticare. Ma nessuna religione dovrebbe più avere diritto di avere una presenza fisica e privilegi finanziari da parte dello Stato. La laicità è l’impronta vera della libertà e del rispetto di tutte le opinioni. Non più libera Chiesa in libero Stato ma libertà di culto fuori dalle istituzioni pubbliche.