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Teatro – Antigone, Il Sogno della farfalla


Parte da Reggio Calabria la 6 edizione di Balendando in Burrasca Festival, Le Miti. Anche questa edizione organizzata e diretta da Katia Colica e Antonio Aprile si caratterizza da proposte che attingono dalla vita, dal mito, dal teatro, musica e letteratura. Portando in scena temi che fanno entrare gli spettatori nella vita e nelle emozioni di un’umanità che è sempre sempre in bilico tra il reale del dramma e la speranza che l’amore, i sentimenti, declinati quasi sempre al femminile, un’intima speranza che valga la pena lottare per amare la vita, le singole persone e finalmente mettere al bando violenza e guerre. Il 27 aprile, al Teatro Cilea di Reggio Calabria la prima perfomance teatrale: Antigone Il Sogno della farfalla. Una rivisitazione dell’antico mito liberamente tratto dal romanzo La tomba di Antigone di Maria Zambrano e portato in scena a cura di Donatella Venuti per la regia di Americo Melchionda. In scena nella parte di Antigone Maria Milasi e nella parte di Polinice lo stesso Amerigo Melchionda (voce fuori campo  Donatella Venuti). In un crescendo di drammaticità, la scena è conquistata subito dalla intensa interpretazione di Maria Milasi (Antigone) affiancata con maestria da Americo Melchionda.
Il mito con drammatica naturalezza viene trasposto nella tragica realtà delle guerre fratricide dei nostri giorni e il nonluogo esistenziale sospeso tra una vita che non può definirsi tale ed una morte che, risposo dell’umanità afflitta, però non viene mai concessa come tale, ma sempre riproposta in forme sempre più atroci che lasciano sfuggire, come sabbia tra le dita, l’esistenza di donne, bambini e uomini vittime di un potere che sempre maschile non rinuncia ad esplorare i lati più reconditi della perversione umana. Potere disumano fine a se stesso, autorigenerante e senza altro fine che il dominio della vita e della terra. Maria Milasi riesce a incarnare questi aneliti di pace, la disperazione di chi non riesce a sfuggire al proprio destino, colpevole di non aver mai accettato di essere altro che il sentimento d’amore che la fa palpitare e incapace di sottomettersi a un volere patriarcale che stravolge la vita e lascia sospesa la figura di Antigone in una dimensione tra il cielo e la terra, viva ma costretta nella tomba dei morti, disperata ma fremente di desiderio di poter tornare ad una vita che non le viene mai concessa di vivere, quella in cui si è fratelli, Polinice in primis rappresentato in scena con temperanza e contrappeso recitativo da Americo Melchionda, perché ci si ama senza desiderio di possesso o di supremazia. Se parte con queste note emotive, Balenando in Burrasca Festival, ci promette un’altra stagione di grandi artisti e forti emozioni.

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