Globalizzazione materiale e spirituale: il vero e il giuso nel cammino umano
Written by Salvatore Romeo, 11 dicembre 2024
La diffusione della globalizzazione come evento politico-economico, nella nostra attualità si è sempre più connotata come capacità di condizionare l’opinione generale verso modelli di comportamento che avevano come scopo principale lo sviluppo del commercio delle materie. Tuttavia, non possiamo negare che ad essa dobbiamo anche il gusto e l’opportunità di acquisire conoscenze immediate che nei tempi passati necessitavano di lunghi periodi di gestazione e di divulgazione. Proprio questa mancanza di gestazione, ovvero di possibilità di riflessione e di approfondimento critico e validato delle innumerevoli notizie che passano dentro la rete virtuale, costituisce un limite importante e, forse, oggi come oggi, difficilmente affrontabile per correggerlo, lasciandoci prede disarmate alla mercè di cosiddetti “ignoranti di ritorno” o invece, e con maggiori rischi, di gruppi lobbistici che ci indirizzano verso mete e scelte preordinate. In definitiva, lungi dal rappresentare una pura possibilità di crescita umana e di condivisione di conoscenze volte all’evoluzione dell’Umanità, essa ha condizionato la nostra realtà in senso caotico e anomico, ove tutto e il contrario di tutto è credibile e ammissibile, poiché ove contraddetto lo è principalmente ad opera di schiere di imbecilli che prima parlavano solo al bar”, come affermava Umberto Eco, e tale confutazione diviene per forza di cose arbitraria, superficiale e spesso pericolosa. Al di là della pura speculazione “intellettuale” che possiamo seguire all’interno dei superficiali ragionamenti sviluppati all’interno dei dialoghi letti sui social attraverso i diversi interlocutori, portati avanti massivamente da quelle schiere di cui parlavo prima, emerge nella nuova globalizzazione l’accento posto sulla materialità: finanza, economia, scambi commerciali. Eppure, il concetto di globalizzazione non è nuovo. Nella Grecia dei suoi grandi secoli, che vanno dal VI al III a.C. si sviluppò un pensiero immenso nella sua universalità e profondità e permise di provare a diffondere gli antichi insegnamenti della dottrina orfica, umana e divina, immanente e trascendente, iniziatica nella sua profondità di conoscenza e nello scopo ultimo del miglioramento di se stessi e dell’elevazione spirituale, irradiandoli sul mondo intero. Non vi era nulla di materiale, se non l’anelito ad una condotta umana e concreta illuminata dai precetti del Bene emanati dal Principio Originario, Creatore e Regolatore. Si diffusero la fisica e la matematica di Talete, la filosofia di Platone e di Pitagora, l’alata poesia di Pindaro, l’eroismo equilibrato ed eclettico di Epaminonda, ma più di tutto prevalse incomprensibile, per chi non professa nel proprio intimo un’idea universale dell’esistenza umana e per chi non medita sul mistero della vita e del nostro umano viaggio, l’idea dell’involuzione dello spirito per colpa della sempre maggiore importanza conferita alle contingenze dell’esistenza e della necessità, invece, di una evoluzione personale e collettiva basata sullo sviluppo della coscienza individuale. Ideali, valori, principi e virtù che nacquero contemporaneamente nei diversi punti del nostro mondo: Pitagora, come detto, in Grecia, ma anche l’ultimo Buddha Sakyyauni in India, l’etrusco Numa a Roma, Lao_tze e Confucio in Cina. Non è per caso che queste figure enormi comparvero nello stesso periodo e nelle più disparate lontananze del nostro globo e tra i più diversi popoli per cultura, tradizioni e organizzazioni politiche e sociali, diffondendo ovunque pensieri e insegnamenti e anticipando, coi mezzi e gli strumenti del tempo, la nostra, degradata, globalizzazione, ma rispondendo a una missione che volge verso uno scopo comune: la rigenerazione della spiritualità che urla la propria rinascita e che pervade misteriosamente tutta l’umanità, infusa in ognuno di noi da quella dimensione divina che non riusciamo, spesso, a guardare apertamente, pur custodendola dentro di noi e percependola in modo indefinibile e indicibile.