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La cittadinanza senza doppi e senza sosia


La cittadinanza non accetta l’alternativa fra amico e nemico, e non accetta l’alternativa fra salvazione e perdizione. Ognuno, marchiato dalla bestia, è appeso all’albero del bene e del male, all’albero della divisione dell’oggetto e del soggetto. Ognuno è in competizione con ciascuno? La fake news è in competizione con la vera notizia delle cose? Quel che non sta nell’alternanza e nell’alternativa fra la vita e la morte, fra l’amico e il nemico, è ucciso da entrambi. Non è tollerato. È tollerato invece l’incrocio fra il fuoco amico e il fuoco nemico. È questo il caso in corso fra la Russia e l’Ucraina, come fra Israele e la Palestina. Come fra fratelli, come fra Caino e Abele? Come convertire un conflitto attuale in un conflitto mitologico? Chi o cosa offre la presunta convertibilità fra il passato e il presente? Il marchingegno del potere? L’ultima oligarchia nel processo di sostituzione del vero con il falso? Perché il vero è spinto a giustificarsi in un mondo falso giustificato (garantito, assicurato e certificato)? Il processo sociale reale non è intellettuale. Perché il processo intellettuale non è tollerato? Chi analizza la Russia è accusato. Chi analizza l’Ucraina è accusato. Tacere è quel che è richiesto da ogni dittatura dello spirito, dei soggetti e degli oggetti. Questo impianto millenario, che interviene nelle dottrine orientali e occidentali, non regge. È sfatato a ogni piè sospinto o dipinto, come quello di Edipo. La nobile menzogna del tiranno è dribblata dall’invenzione della retorica e da ciascun’altra sofistica, che arriva a leggere, elaborare, analizzare gli enunciati che, anche maciullati dal tritacarne della storia, serbano l’enigma nel rebus, fra l’inconciliabile della relazione e l’incompatibile del tempo. Ogni tentativo di conciliazione e di compatibilità degli opposti rinsalda l’edificio della fabbrica degli oggetti e dei soggetti, perseguita da ogni dittatura e da ogni democratura.  Per cominciare: non c’è nessun principio di uguale che detti l’ordine della realtà effettiva. L’assassinio dell’innocenza della vita è fatto in nome dell’uguale. Caino trova che Dio non apprezza i suoi sacrifici come quelli di Abele. Lo stesso principio egualitario è impiegato in ogni guerra, che è sempre guerra di difesa. Anche l’invasore dichiara di avere invaso per difendersi dall’attacco che stava per scatenarsi contro di lui. Qual è l’incantesimo di tutte le guerre? La Palestina è lo scudo umano che lo sciismo iraniano erige per il jihad contro l’ebraismo, contro il fratellastro in Abramo. Lo sciismo è lo scudo nella scissione interna all’islamismo, la fitna fra la genealogia di Maometto e la gerarchia dei califfi. E così, provvisoriamente minoritario lo sciismo fa la guerra maggioritaria di difesa dell’islam contro lo zoccolo della sua pianta ebraica. Non perde tempo il figlio di mezzo fra Isacco e Ismaele, avvolto nel mito dell’unzione. Intanto Roma regna e governa sui vicini e tiene fuori dalle mura i barbari, i tartari, i persiani, gli arabi… Il modello imperiale affascina ancora. Dismesso il lessema “kaiser” nella germanofollia, ossia Cesare, permane nella russofollia come “zar”, la desidenza di “cesar”. Il gigantismo imperiale, come quello oggi delle aziende gigantesche, soffre nella successione: il figlio folle primeggia. Bruto chiude il conto e il racconto di Cesare. E il cesarismo emigra, anche nei film. Anni fa un film canadese s’intitolava “Il declino dell’impero americano”, figlio degenere di quello inglese. Com’è considerato l’ucraino rispetto al fratello russo. All’impero romano non riuscì di estirpare l’anomalia ebraica, nonostante la distruzione del Tempio, nonostante i massacri dei rivoltosi prima e i pogrom dei dhimmi poi. Nemmeno l’opa sul cristianesimo riesce a contenere la diaspora dell’ebraismo, che non la smette di vivere e d’intraprendere anche fra il fiume e il mare. L’isomorfismo fratricida sembra valere dalle squadre di calcio nel loro colorismo alla questione franco-tedesca, che ha almeno più di mille anni. Sempre fratelli, non solo in Cristo. E la Russia con i Romanov ci prova a spostare il suo asse in Europa, ma la calamita incantesimale del passaggio del Khanato dell’Orda d’oro inchioda Mosca, dalla sua nascita, sul diagramma del doppio, che non a caso ha interessato e intesse il caso di Dostoevskij. Non affronto qui il caso provinciale diventato internazionale del ghostwriter John Florio, al secolo William Shakespeare, che è noto si è occupato del dramma dei Montecchi e dei Capuleti, Romeo e Giulietta, i cui casati erano di uguale lignaggio.I doppi sommari e frazionari (bianchi e neri), come i sosia sommari e frazionari (tutti bianchi o tutti neri) si erigono sulla negazione dell’apertura. Per questo richiedono la questione chiusa, la tana, il bunker, la capsula, il mundus, il tribunale, la prigione, il cimitero dei vivi. Sono gli uomini doppi nelle istituzioni: religiose, militari, burocratiche. Sono così doppi che c’è chi, pur dimorante nel paradiso di Dante, ha offerto la doppia spada, religiosa e militare, ai rampolli senza successione della nobiltà europea. Molti sono l’alta burocrazia mondiale. I fratelli maggiori sono gli oligarchi mondiali. Le intelligenze artificiose del conflitto.

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