Dazi e Europa. Le bugie di Trump
Written by Pino Rotta, 20 aprile 2025
Eccoci a parlare dei dazi di Trump, delle sue bugie per quanto riguarda la motivazione di questi dazi, ma anche delle bugie sulla Europa, sui rapporti che l’America ha avuto in questi anni con l’Europa. E’ una cosa che anche gli americani si stanno rendendo conto di quanto sia veramente falsa, di quanto sia una fake news. Se ne sono accorti per esempio gli elettori della Florida che nelle recenti elezioni per il rinnovo dei due seggi al Senato hanno eletto due senatori repubblicani con un calo del 15-18% rispetto a tre mesi fa. se ne sono accorti nel Wisconsin dove, nonostante i più di venti milioni di dollari che ha speso Musk per fare leggere il suo amico conservatore giudice della corte ha perso clamorosamente, ha vinto una donna liberal con un margine veramente importante. Se ne sono accorti gli oppositori di Trump, come Berni Sanders che sta organizzando in tutti gli Stati Uniti marce di opposizione, Si è accorto Obama che ha definito Trump un pericolo per la democrazia. In sostanza poi vedremo che questi razzi si scaricano sui consumatori italiani, europei, ma anche degli Stati Uniti. Intanto le reazioni non si sono fatte attendere per quanto riguarda per esempio la Cina che ha risposto con dei dazi del 34% in risposta a quelli di Trump, il Messico che ha interrotto l’esportazione di petrolio e l’Europa che sta cercando di capire qual è la risposta più equilibrata da dare. Però a proposito d’Europa ecco le bugie di Trump e del suo staff, del suo vicepresidente, su quanto è costata l’Europa agli Stati Uniti. E’ molto falso ma è anche molto
irresponsabile parlare di un’Europa che è stata a guardare, che ha sfruttato gli Stati Uniti. È una vera e propria fake news. Se andiamo a vedere per esempio quello che in questi venti anni, soprattutto con l’invasione dell’Iraq (in Afghanistan c’erano prima i russi che sono stati dieci anni e poi sono dovuti scappare, poi siamo arrivati noi con le nostre forze guidate da Bush e con false prove portate all’assemblea dell’ONU per giustificare l’invasione dell’Iraq Una coalizione guidata da Bush ma con la complicità del governo italiano di Berlusconi, di Aznar spagnolo, di Blair inglese, del conservatore presidente polacco che poi è morto in un incidente aereo di cui non si è ancora ben capito la dinamica). In quelle operazioni noi abbiamo pagato un prezzo altissimo, un prezzo che non può essere nascosto, non può essere ignorato. Abbiamo pagato un prezzo in termini di vite umane. I nostri soldati ormai sembra che siano dimenticati. Diciannove soldati morti a Nasiriyah italiani e nove civili iracheni morti uccisi. Ma l’invasione in Iraq, ripeto, era motivata con prove false. La famosa boccetta di bicarbonato spacciata per antrace, che Powell mostrò all’ONU, ma che non convinse l’ONU e nonostante questo l’invasione in Iraq è stata portata avanti lo stesso. Allora, noi in quella guerra abbiamo investito, oltre che, come dicevo prima, vite umane, abbiamo investito qualcosa come tre miliardi e ottocento milioni di euro. Non è poco. È una spesa che non avremmo voluto, nessuno avrebbe voluto spendere quei soldi. Però li abbiamo spesi per una incapacità dei nostri governanti di resistere alle pressioni del governo americano, nonostante che in tutto il mondo ci fossero delle manifestazioni che erano contro l’intervento armato in Iraq. In tutto il mondo, compresa l’Italia. Quando noi sentiamo dal vicepresidente americano e dal presidente Trump che l’Europa e l’Italia sono stati un peso, che noi ci siamo approfittati degli Stati Uniti in questi anni, ci dobbiamo indignare. E’ una vergogna ascoltare queste dichiarazioni. Noi abbiamo pagato tantissimo e stiamo continuando a pagare perché i dazi non sono soltanto un peso che si scaricherà sui consumatori americani ma ovviamente anche su quelli europei, ma sono anche un regalo che Trump sta facendo ai suoi sostenitori miliardari, perché i dazi consentono alle multinazionali di risparmiare sulle loro tasse. L’Europa su questo sta ragionando, soprattutto sul fatto di imporre delle sanzioni alle Big Tech, alle grandi multinazionali perché i dazi non sono soltanto delle tasse che ricadono sui beni ma ricadono anche sui servizi e se così, come molti osservatori anche americani hanno rinfacciato a Trump, qualche americano, osservatore, economista ha detto che Trump è bravo a fare soldi ma non è assolutamente bravo a fare i conti a livello economico. Perché se andiamo a considerare i servizi, come per esempio le piattaforme telematiche sia quelle commerciali che quelle di network e quelle televisive, che vengono pagate in Europa questi sono servizi e questi servizi fino adesso hanno sostanzialmente evaso le tasse in Europa.
L’Europa sta ragionando di come far pagare adesso a queste Big Tech, a queste multinazionali, per avere un ritorno e poter far fronte e rispondere con equilibrio ma anche con fermezza alle bugie di Trump, alle bugie di fino adesso pensava a Trump come una persona forte, una persona che si impone. Il governo italiano, la Presidente del Consiglio italiano sperava, spera ancora, in un trattamento di favore. Quello che abbiamo ascoltato qualche giorno fa è che la nostra Presidente del Consiglio è stata a Washington e Trump, parole di Trump, ha detto che è arrivata ed è subito ripartita, quindi evidentemente che c’è qualcosa che non funziona in questa interpretazione. Adesso bisogna fare chiarezza e nel frattempo gli europei dovrebbero cominciare a rispondere così come stanno facendo nel resto del mondo che non si è allineato alle posizioni di Trump. Noi dovremmo cominciare a acquistare prodotti europei e non acquistare più prodotti americani, per quello che è possibile, perché non siamo dei facinorosi come lo è l’amministrazione americana.