I futuri mediatori culturali entrano in classe a Milano
Written by Pino Rotta, 15 giugno 2025
UNA CONVENZIONE PER L’INCLUSIONE TRA IL GALILEI-LUXEMBURG DI SAN SIRO E GLI STUDENTI UNIVERSITARI DELL’UNIVERSITÀ UNIUMA: I FUTURI MEDIATORI CULTURALI ENTRANO IN CLASSE
Milano – In una città sempre più multiculturale, dove la scuola è spesso il primo luogo di incontro tra mondi diversi, nasce un progetto ambizioso e innovativo. L’Istituto Superiore Galilei-Galilei Luxemburg di San Siro ha siglato una convenzione con l’Università Uniuma di Milano – facoltà di Mediazione Linguistica e Culturale – per accogliere in aula studenti universitari come mediatori linguistici e culturali.
Il progetto coinvolgerà tirocinanti del secondo e terzo anno del corso di laurea, che affiancheranno docenti e alunni con l’obiettivo di favorire l’inclusione scolastica, superare barriere comunicative e valorizzare la ricchezza delle identità culturali presenti.
Una realtà, quella del Galilei-Luxemburg, che conta 1.500 studenti distribuiti in 78 classi, con un 34% di alunni di origine straniera. L’istituto ha accolto negli anni studenti provenienti da contesti migratori difficili – dai giovani ucraini in fuga dalla guerra ai ragazzi afghani arrivati dopo la crisi nel loro Paese – accanto a presenze consolidate da Cina, Sud America, Filippine, Marocco, Tunisia, Egitto, Albania, Romania. Una vera scuola-mondo.
A ideare e guidare l’iniziativa è stata la professoressa Nurgul Çokgezici, docente di Mediazione Linguistica e Culturale all’Università Uniuma e, allo stesso tempo, educatrice socio-pedagogica all’interno Galilei-Luxemburg. Fondamentale il sostegno della dirigente scolastica Anna Maria Borando, da anni promotrice di una scuola aperta, giusta e plurale.
Determinanti anche i contributi della professoressa Federica Stizza, antropologa e referente dei tirocini dell’ateneo, e della vicepreside Carla Verrone, che ha seguito da vicino lo sviluppo del progetto. Al loro fianco la professoressa Laura Rinaldi e il professor Roberto Prinzi, che hanno sostenuto l’iniziativa con dedizione e convinzione.
L’accoglienza del progetto è stata entusiastica. Gli studenti universitari vedono in questa esperienza un’opportunità concreta per misurarsi con la realtà; gli alunni della scuola, in particolare quelli con background migratorio, si sentono finalmente rappresentati, ascoltati, riconosciuti.
«Non si parla più di integrazione, ma di interazione», affermano i promotori. «Un modello che punta all’equità, al dialogo e alla crescita reciproca».
Un esempio virtuoso di collaborazione tra scuola e università, che mostra come sia possibile costruire, giorno dopo giorno, una città più accogliente, solidale e multiculturale. Dove i figli degli immigrati non solo trovano spazio, ma diventano il cuore pulsante dell’Italia che verrà.