l'intervista: il Prof. Antonino ZICHICHI
di Gianni Ferrara
Il Prof. Zichichi è stato ospite a Reggio Calabria il due Agosto per presentare il suo ultimo libro dal titolo "L'irresistibile fascino del tempo" conquistando tutti per la sua disponibilità. Cordiale e generoso si è concesso senza risparmio al pubblico, intervenuto numeroso sia alla libreria Culture sia al Circolo Polimeni dove si sono tenuti gli incontri. Da fervido credente quale è il Prof. Zichichi, tra una foto ricordo ed un autografo, non ha perso occasione per riproporre quello che ormai è divenuta una sua crociata, già esposta nel suo precedente lavoro "Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo", che, è quella di combattere i luoghi comuni diffusi da una cultura negativa secondo la quale la ragione e la fede così come la scienza e la religione sono cose tra loro assolutamente antitetiche, e citando una frase del Pontefice, sostenere che la ragione e la fede sono entrambe doni di Dio. Nell'esporre questa sua tesi, il Prof. Zichichi, pur disponibile a rispondere a qualsiasi quesito non vuole sentire però parlare di filosofia, ed infatti alla mia prima domanda contenente una citazione di Heidegger, inizialmente, anche se in modo garbato, si rifiutava di rispondere.
D.: "Prof. è solo una citazione, perchè non vuole sentire parlare dei filosofi?
R.: Perchè i filosofi sono dei presuntuosi e senza porre domande al Creatore, si danno risposte alle loro stesse domande; infatti Galileo Galilei diceva giustamente "ma ad Aristotele chi glielo ha detto che la forza è proporzionale alla velocità? Glielo ha chiesto a Colui che ha creato il mondo? Dove sono gli esperimenti?" e senza aver fatto mai esperimenti si è giunti a Galileo Galilei, e quello che l'uomo si è illuso di capire prima di allora è tutto sbagliato.
D.:- E la scienza può rivolgersi direttamente a Dio?
R.: Scienza significa leggere il libro di Colui che ha fatto il mondo e adesso siamo arrivati a una pagina che ancora non riusciamo a capire: c'è un mondo e un submondo e a questa domanda non sa rispondere nessun filosofo, nessun logico matematico, nessuno, soltanto noi facendo gli esperimenti e il significato di esperimento è porre la domanda a Colui che ha creato il mondo.
D.: L'uomo inizialmente viveva al centro della natura, poi con l'evoluzione della scienza si è spostato ponendosi dinanzi alla natura, manipolandone gli elementi come fosse qualcosa di diverso da lui. Può la scienza moderna riconvertire questo processo?
R.: La scienza non manipola nulla. Bisogna distinguere tra l'uso della scienza che è la tecnica e la scienza che non è altro che lo studio della logica del creato. La tecnica può essere utilizzata nel bene o nel male. L'età della pietra ha prodotto utensili di pace e ordigni di guerra; la scelta tra il bisturi e il pugnale nell'età del ferro non è scientifica ma culturale ed è ancora così. Quindi la scienza non manipola e questo i filosofi non l'hanno ancora capito e confondono la scienza con la tecnica perchè così gli ha detto Carlo Marx che ha inventato il materialismo scientifico quando ancora la
la scienza non aveva capito cosa fosse la materia. Bisognerebbe che l'uso della scienza fosse in mano alla scienza e non alla violenza politica. ---
Nel trascrivere l'intervista spesso mi sono soffermato a pensare ai presocratici ed a tutto quel pensiero filosofico che precede Galilei che senza utilizzare nessuno strumento scientifico per l'osservazione dei fenomeni, è giunto, grazie all'intuizione ed al ragionamento, a conoscere e comprendere il moto dei corpi celesti ed a prevedere con soddisfacente approssimazione le eclissi, vivendo in quell'età d'oro in cui il sapere sacro-religioso e quello scientifico-razionale erano due lingue di un unica fiamma: la filosofia che il fisico Zichichi rigetta, volendo però raggiungere quella sintesi tra religione e fede alla quale gli antichi filosofi erano già giunti.