Rudolf Steiner: Poesia e Antroposofia

di Gianni Ferrara


Ancor prima di diventare segretario generale della sezione tedesca della Società Teosofica, carica che abbandonerà nel 1913 per fondare la Società Antroposofica, Rudolf Steiner era già molto noto ed appezzato nell'ambiente culturale dell'epoca come studioso di Goethe. Per sette anni infatti lavorò come collaboratore stabile nei prestigiosi Archivi Goethe e Schiller di Weimar occupandosi dell'intero lascito del grande poeta tedesco che comprendeva numerosissimi scritti inediti. Durante quel periodo si concentrò soprattutto, curandone anche l'edizione, della parte meno nota di Goethe, quella scientifica; fu proprio la conoscenza della "filosofia della natura" a influenzare il pensiero di Steiner che si rifarà sempre all'autore del Faust come ad un maestro ed in suo onore chiamerà Goetheanum l'edificio che finì di costruire nel 1915 per diventare la sede della prima scuola antroposofica. Goethe vedeva in corso nella natura un processo di spiritualizzazione della materia, teoria che in seguito rappresenterà per Steiner la base della sua "scienza dello spirito", dottrina all'interno della quale la summa di arte, scienza e religione ne costituirà il cuore pulsante. Steiner infatti guarderà sempre con nostalgia l'antichità, epoca in cui arte, scienza e religione erano strettamente unite tra loro. A dimostrare questa idea di Steiner e la sua aspirazione verso il recupero della perduta unità ci sono i "Misteri", drammi teatrali scritti e diretti dallo stesso Steiner, in cui l'arte della recitazione diventa la rappresentazione dinamica e tangibile di concetti filosofico-religiosi. Nel 1923 Steiner terrà ad Oslo e Dornach una serie di conferenze sull'arte durante le quali citerà spesso una frase di Goethe "Presumo che i Greci, nelle loro creazioni artistiche, intuissero appunto le leggi secondo cui procede la natura, e io sono sulle loro tracce", come uno dei principi che ha seguito nelle sue ricerche. Steiner, come è facile intuire, partirà, per spiegare la sua concezione dell'arte, proprio dall'antichità, epoca in cui arte e conoscenza erano un'unica cosa e la poesia era la disciplina artistica più sviluppata perché essendo costituita da parole, quindi da qualcosa di immateriale che nasce dall'intimo umano, veniva considerata come la suprema espressione del sovrasensibile. Le altre arti, ad esempio la scultura, utilizzando materiali che appartengono alla sfera terrestre non potevano, come la poesia, stabilire un rapporto animico con l'extraterreno. Molte culture riconoscono alle parole un'origine sacra ed ovviamente queste non considerano le parole come semplici suoni articolati ma ritengono che la loro vera natura non sia astratta ma energetica: sono dei veri e propri agglomerati d'energia vibratoria capaci di modificare il piano fisico o di far sperimentare all'uomo, amplificandone la coscienza percettiva, le realtà straordinarie dei mondi superiori. Nella tradizione yoga, ad esempio, si parla dei mantra, parole di potere che pronunciate durante la meditazione attivano i cakra permettendo al praticante di sviluppare i propri corpi sottili, giungendo ad acquisire stati di coscienza superiore. Nella religione shinto troviamo invece il principio del kototama che letteralmente significa "le anime delle parole" ed è l'energia prima che costituisce il mondo delle forme. La poesia, come è stato gia detto, è formata da parole, quindi utilizza il linguaggio e questo viene dettato dal pensiero, ma i "pensieri poetici" non sono semplici intuizioni del poeta né tanto meno nascono spontaneamente nella sua testa: la testa del poeta, così come un bicchiere che si riempie con una parte straordinariamente piccola dell'elemento Acqua, raccoglie una porzione di pensieri cosmici. Il poeta non fa altro che offrire il proprio organismo a delle entità superiori e le sue poesie sono il frutto di questo rapporto, in sintesi nascono da una sorta di veggenza spirituale. Comunemente si pensa che l'ispirazione artistica nasca da una nostra capacità o attitudine verso l'irrazionale: la fantasia. Per Steiner questa capacità si forma durante il processo di sviluppo; per meglio dire, la forza naturale di crescita che determina lo sviluppo una volta attraversata l'anima diventa fantasia. Non a caso l'attività fantastica è particolarmente viva nei bambini durante i primi anni di vita. Una parte della fantasia a sua volta diventerà forza dell'intelletto o, citando le parole di Steiner, "l'intelletto è fantasia passata al setaccio", e da ciò si desume che la fantasia per l'antroposofia non appartiene alla sfera dell'irrazionale. La vera arte per Steiner è quella che riesce a formare il sensibile in modo tale che in esso appaia il sovrasensibile come aspetto sensibile, portando con se sulla terra la vita divino-spirituale. Sicuramente non tutta la poesia o le opere artistiche che sono state prodotte fino ad oggi possono essere presentate come la fusione riuscita tra il mondo terreno e quello celeste, proprio perché essendo l'arte legata allo spirito è condizionata dalla maggiore evoluzione o involuzione di quest'ultimo. Comunque nel rapimento estetico ed estatico che precede la creazione artistica si nasconde sempre qualcosa di straordinariamente misterioso, tanto sconvolgente da far scrivere ad un grandissimo poeta come Borges che "Questo o quel verso fortunato non può insuperbirci, perché è dono del Caso o dello Spirito; solo gli errori son nostri". (Le conferenze sull'arte così come tutte le opere di Steiner possono essere richieste all'Editrice Antroposofica, via Sangallo, 34 - 20133 Milano) .


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