"Una risata vi seppellirà"!

Di Pino Rotta


"Una risata vi seppellirà"! Si sarebbe detto un tempo, ma oggi non è più così. Tra censure, autocensure, querele e narcotici televisivi per lo spirito, se appena tenti di far ridere in modo intelligente (intendo ridere e pensare!) puoi rischiare di tutto. Ricordate? Tutto è cominciato con la bomba alla sede del Manifesto! Sembra un secolo eh?! Appena due mesi!!!

La libertà di espressione sia quella della stampa che quella della gente comune è stata da sempre tenuta sotto controllo, osservata, spiata, guardata con diffidenza e all’occorrenza colpita.

Si può colpire la libera espressione del pensiero in tanti modi. Ti mettono una bomba, ti incendiano la sede, ti inviano lettere di minaccia, ti fanno scappare gli inserzionisti pubblicitari, ti querelano anche quando non ci sono motivi, tanto per crearti fastidi e farti spendere soldi, e via di questo passo.

Certo chi fa la nuda cronaca, il notiziario, l’informazione "obiettiva e super partes" allora non corre rischi. Solo che nessuno ci ha mai spiegato come può una persona che ha un cervello non avere nessuna opinione! E nessuno ce lo può spiegare perchè non esiste! Un esempio scemo. Se io dico: "Ecco saluta il soldato! La sciabola sguainata, negli occhi un sorriso radioso.". Questa frase ha un senso. Ma se appena cambio una virgola: "Ecco saluta il soldato! La sciabola sguainata negli occhi, un sorriso radioso.". Cambia il significato o no!? E sì che cambia, è diverso avere una sciabola infilata negli occhi e non averla! E chi decide deve mettere la virgola decide quello che vuole fare capire. Una virgola, pensate, solo una virgola, se invece abbiamo a disposizione intere ore di trasmissioni televisive, con telenovelas, telegiornali, quizzoni, splendide ragazze con tette e culi stupendi (che piaccio anche alle donne che si misurano più o meno consapevolmente; non pensiate che stiano lì solo per gli uomini!) e poi ci sono le notizie non dette! Quelle che non fanno notizia. Già perchè la cosa a cui spesso non si pensa è che il potere di un telegiornale o di un giornale non sta solo nelle cose che dice ma anche, spesso soprattutto, nelle cose che decide che non devono passare all’attenzione della gente. Ora moltiplicate tutto questo per due, tre, cinque, cento volte ed avrete il potere del Cavaliere Berlusconi, che oltre a controllare direttamente le reti Mediaset ha un controllo su decine e decine di televisioni locali, e soprattutto ha un controllo pesantissimo sulle concessionarie di pubblicità. Per cui (esempio assurdo, signor Censore! Solo un modo di dire! E’ chiaro!?…) se io dovessi decidere di far apparire Totò Riina una vittima della mafia ci riesco; prima con posizioni di scontro frontale tra opinioni, poi insinuando dubbi, poi dicendo mezze verità, alla fine spostando l’attenzione dai crimini commessi ai torti subiti e il povero Totò diventa una vittima di un complotto. Le televisioni sono come il denaro che non dà la felicità, però aiuta! Eccome se aiuta!

 


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