La Dea madre (brevi cenni mitologici)

di Hassan EZZAT (ezzatit@yahoo.com)

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Pensando all’idea della Dea madre, viene in mente subito la Dea di EFESO Artemide e di CRETA “La Dea madre”, ma riflessione più profonda  sull’argomento ci porta a cercare nell’antica civiltà egizia o induista. L’idea di una divinità femminile pone degli interrogativi sulla natura della divinità femminile e su  quali erano quelle divinità nel mondo antico. Prima di esaminare questo problema consideriamo la questione dell’esistenza di un dio. E’ evidente che l’uomo ha pensato alla divinità come creatrice del mondo e di se stesso . La necessità dell’uomo di creare un Dio o di cercare una divinità fu la stessa che gli fece credere in una Dea? Perché creò l’uomo suo Dio? I testi storici fanno risalire l’insediamento del primo Re egizio al 3200 a.C., ma questo non vuol dire che la civiltà egizia cominciò in questa data.

Se dovessimo pensare al 3200 a.C. in Egitto  infatti è l’equivalente del 1861 per l’Italia. In Italia c’era una certa  realtà dello stato prima del 1861, ma in quella data comincia la storia di una nazione grande unificata chiamata così.

Prima del 3200 a.C., l’Egitto era diviso in due, sud e nord con due regni diversi. Prima di quella data l’uomo egizio era molto attacato alla terra, faceva gli insediamenti, lavorava la terra, pascolava con tutti i metodi da lui inventati. Non dimentichiamo lo sviluppo ragiunto in diversi campi, astrologia, geometria e matematica, ma il più grande sviluppo fu raggiunto in medicina. Nei papiri si parla di medici specialisti non generici. Ma quale è il nesso tra quanto esposto sopra e lo sviluppo di una credenza in divinità femminili? Chi legge questa prefazione si  interroga su cosa c’entra lo sviluppo egizio con il Dio e la Dea madre? La risposta è: Nonostante il grande sviluppo raggiunto e nonostante le grandi scoperte dei segreti dell’universo che nessun popolo mai aveva raggiunto prima, troviamo che l’egizio aveva paura dei fenomeni naturali incontrollabili e quindi ha pensato alla divinità  come origine di questi fenomeni. Da qui viene il culto di un dio che si trova nel cielo che manda i suoi fenomeni in terra, e quindi era dovere del genere umano accontentare questa divinità per ottenere la protezione . Da qui possiamo carpire che la divinità maschile che si trova in cielo (Amun- Rà), rappresentato in tante statuette del rè come protettore, era una divinità potente che colpisce e protegge. ( vedi la statua di Chefren nel museo egizio al Cairo). Divinità maschile era a causa della paura e della  protezione dalla paura, ma la divinità femminile a causa di che cosa? La donna di natura è un essere tenero, generoso, madre, passionale, fedele e vendicativo. La scelta dell’adorazione di una divinità femminile ci fa riflettere su queste qualità che la donna ha nella sua composizione genetica.  Infatti, un elemento essenziale nella vita dell’egizio fù la terra, da cui non fù separato, viene rappresentata come divinità figurata come la vacca ( Hathur). Hathur in se stessa era simbolo di prosperità e di abbondanza oltre ad essere il simbolo della terra e della raccolta. Nei templi dedicati all`adorazione di qusta dea venivano offerti i prodotti della terra nel cortile del tempio. Venivano scolpite statue di dimenzione naturale della vacca ( HATHUR) . In epoca successiva a quella fù adorata anche la dea ISIDE che fu simpolo di tanti virtù.

La mitologia racconta che Iside fu fedele al suo marito Usoris che fù assassinato dal fratello Set (dio del male)  in quanto Iside raccolse il corpo del suo marito da tutto l’Egitto . La fedeltà di Iside fù il segno che rappresenta il suo culto. Anche gli innamorati invocavano Iside per risolvere i loro problemi sentimentali in quanto una divinità femminile tenera. La figura del faraone era anche sacra purchè rappresenta il dio sul trono e come faraone c’era anche la regina HATSCIPSUT e la regina CLEOPATRA, quindi non era strano che si diffonde il culto della regina divina. Nell’epoca ellenistica e anche nell’epoca romana era difusa l’adorazione della dea Iside in tutto il Mediterraneo (magna Grecia ).

La penetrazione della divinità femminile egizia nel mondo greco o romano non era solo a causa di volontà politica che ha inventato il trio famoso (Iside- Usoris- Harbocrat), ma a causa  delle qualità trovate in quell’adorazione. I musei di tutti i paesi del Mediterraneo possiedono qualche riperto archeologico dell’epoca grecoromana che rappresenta questo culto puro egizio in origine (visita il museo nazionale di Reggio Calabria, di Alessandria d’Egitto, di Atene, ecc.).

La testimonianza dell`esistenza di questo culto in tutto il mondo civile antico ci porta a pensare che la dea artemide di Efeso era la stessa Iside con un nome greco. E` noto che alla dea efesina venivano destinate delle offerte sulla sua statua, riti conosciuti nell’antico Egitto trasmessi nel mondo Ellenistico.

 


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