Mediterraneo: Anima mundi

di Pino..Rotta (--->send mail to Pino..Rotta)
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 Bisogna forse risalire agli albori dell'umanità o affacciarsi nella storia recente dei conflitti tra nazioni per ritrovare un luogo da definire "terra di nessuno". Alle origini terra di nessuno era una terra in cui nessuno vi aveva posto stabili insediamenti, ed era questa una condizione grandemente diffusa quando ancora sulla Terra le comunità umane erano formate da gruppi di poche unità e spesso distanti l'uno dall'altro.

Un luogo passato nelle gesta di epopee mitologiche, un luogo dell'animo umano libero da preconcetti e fobie razziali. Un luogo forse mai esisto realmente, un concetto romantico, simbolo di libertà e appartenenza all'umana specie. Sogno che tiene ancora viva "l'isola che non c'è".

Il mare per molti secoli fu mare di tutti ed era normale e naturale solcarlo per spostarsi e commerciare o solo per scoprire nuovi lidi. Questo era il Mediterraneo, ai tempi narrati da Omero, e nella mitologia greca, il Mediterraneo era il mare degli uomini, il mare delle terre conosciute, le terre che, oltrepassate le Colonne di Ercole, erano circondate dal Fiume Oceano, il fiume che circondava la terra e abbracciava il cosmo equiparato a Crono, padre di Zeus, e al dio Aion.

Aion significava il succo vitale che pervade ogni essere, dunque il suo tempo vitale e il suo destino. Superava in durata la morte, in forma di serpente. In quanto acqua universale e Oceano, creatore e distruttore dell'essere, possedeva forza generatrice. Era, insomma, l'anima cosmica. Le terre bagnate dal Mediterraneo erano il corpo terrestre cui tutto apparteneva, uomini, bestie e piante.

Si combatteva per conquistare una terra ma il mare era di tutti. Il mare Mediterraneo univa tutti in un comune destino di convivenza.

Sulle sue sponde o sulle montagne che lo circondavano gli dei dimoravano ed avevano dimestichezza con gli uomini.

Attorno a questo mare sono nate le gradi religioni monoteistiche e le grandi filosofie che hanno determinato la natura dell'umanità, fino ai giorni nostri. Il Mediterraneo fu l'acqua che fece sbocciare la cultura umanistica, le arti e le scienze, sia quelle positiviste che quelle esoteriche.

Oggi quando si pensa al mondo vengono subito in mente due termini: Nord e Sud, con i loro significati più insiti di mondo civilizzato e mondo in cui la civiltà non ha ancora messo radici profonde. Civiltà e tecnologia sono sinonimi e la natura tende a dissolversi a diventare ingombrante fardello, problema più che condizione dell'uomo.

Si dimentica che un tempo questi punti di riferimento erano secondari, altri  erano i punti cardinali cui l'uomo si riferiva: l'Oriente e l'Occidente. Anche questi due punti avevano significati del tutto diversi da quelli cui siamo abituati ad assegnargli oggi: il punto di maggiore importanza era l'Oriente, dove il Sole si alzava e dava significato alla vita degli uomini. L'Occidente rappresentava la notte, il momento in cui gli uomini lasciavano il lavoro e gli affari del mondo per concedersi al riposo ed al regno della Luna e della Donna.

Anche per il Mediterraneo l'Oriente ha per molti secoli rappresentato la Luce, non solo in senso fisico, ma anche in senso filosofico e religioso. Era ad Oriente che occorreva guardare per trovare la via degli illuminati, dei profeti, dei filosofi. E' da Oriente che giunsero sulle rive del Mediterraneo le grandi concezioni del mondo e del soprannaturale, da Zoroastro, a Giovanni, a Cristo, a Maometto. E' da Oriente che venne la filosofia dei presocratici, di Platone, di Aristotele. I grandi pensatori che vissero le epoche seguenti si rifecero, in un modo a nell'altro ad essi. Sia per costruire templi che per erigere teorie scientifiche e morali. Sia per dar forma alle tavole delle Virtù che per arginare i Vizi che queste Virtù corrompono.

Il Mediterraneo da sempre è stato luogo di incontro, di contaminazione positiva, di filosofie universaliste.

Oggi il Mare Nostrum ha innumerevoli padroni, spesso alieni dalle sue radici, e le genti che lo solcavano nell'antichità per spirito di avventura e desiderio di conoscenza oggi fuggono dalla sorte che vuole annientarli e trovano ad aspettarli altre genti che guardano quelli che un tempo erano da considerare ospiti da accogliere con spirito sacrale e per molte concezioni anche fratelli, come nemici, corruttori della razza, della cultura, ladri di un benessere frutto dei secoli dell'imperialismo votato al dio Denaro usurpatore di Cronos.

Nelle pagine di questo volume vogliamo rappresentare quello che un tempo era una unità e che oggi possiamo descrivere come un mosaico. La scacchiera di un gioco che univa ed affratellava i popoli in un destino comune rischia oggi di diventare un immenso campo di battaglia dove alla fine con le armi e con il terrore si tenta di distruggere un passato di civiltà e di incontro per lasciare il campo libero ad un solo principio: il Potere.

E se Europa è il nome della figlia del re Agenore rapita da Zeus per procreare, sull'isola di Creta nel cuore del Mediterraneo, il mitico re Minosse, l'Europa non può disconoscere oggi che le sue radici culturali sprofondano in questo Mare e si mescolano con quelle dell'Africa e dell'Asia. Dimenticare o peggio tentare di recidere queste radici potrebbe significare il definitivo declino di questa cultura.

Forse mettere insieme i segni di un passato in cui il Mediterraneo univa i popoli non sarà opera vana. Forse sarà, da alcuni, considerata opera eccessivamente ottimista, ma in un tempo in cui proprio l'ottimismo e la fiducia nel futuro sono spariti dalle parole e dai pensieri dei più lasciando spazio all'odio ed alla paura, dare questa visione di come si è stati e si può tornare ad essere costruttori di una casa comune, senza dimenticare gli orrori del passato e del presente, ma anche ricordando la grandezza e la bellezza che nel Mediterraneo hanno trovato origine e dimora per molti secoli, forse questo servirà ad aggiungere un mattone a quella casa di amore, di fratellanza e di solidarietà che molti hanno smesso di edificare.

 




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