Terrorismo - L’ATTACCO ALLA LIBERTA’

di Pino Rotta


Ci sono mille motivi per spiegare che il terrorismo islamico è figlio dell’arroganza americana e più in generale occidentale, che per decenni hanno usato le varie fazioni e signorotti locali per combattere la presenza sovietica in Medio Oriente, innescando veri e propri bagni di sangue con milioni di morti! E’ anche vero che troppi hanno steso un velo sui propri occhi e sulla propria coscienza dimenticando la guerra di sterminio tra Iraq ed Iran e fanno finta che sia "fisiologico" che nessun palestinese con meno di settantenni abbia mai conosciuto la pace o che, per generazioni, abbia visto uccidere sotto i propri occhi fratelli, genitori ed amici covando sin dalla culla l’odio per quelli (loro ne hanno piena consapevolezza!) che sono la causa prima!

Tuttavia che il terrorismo islamico sia diventata una tragica minaccia per la democrazia occidentale, oltre che per la nostra sicurezza, è un dato inconfutabile e sotto gli occhi di tutti.

Se nasce per cause di natura politica e per lo sfruttamento economico dei paesi produttori di petrolio o ricadenti nei protettorati anglo-franco-americani dell’Africa e dell’Asia oggi non si può più dire che sia una guerra di popolo contro il colonialismo occidentale. Il terrorismo islamico è un’ideologia che si sviluppa tra i ceti sociali medio-alti dei paesi islamici, si irrobustisce nelle università, diventa il fine cui dedicare la vita nel sogno (per noi incubo!) di una giustizia divina che per mano umana scende per colpire gli infedeli, i nuovi crociati, l’ebreo di ieri e di oggi. Non è un caso che tutti i gruppi neonazisti siano in un modo o nell’altro al fianco dell’islam, per folle e radicata tradizione antisemita. Se non si hanno chiare queste considerazioni è difficile capire la reale portata del pericolo che stiamo vivendo. Ed è anche difficile fare la giusta distinzione tra il marocchino che lava i vetri al semaforo (povero e disperato) ed il kamikaze, con i soldi in tasca e la bella vita finchè non gliela fanno togliere. Questa realtà la conosciamo da oltre vent’anni ma è sempre stata taciuta perché era politicamente più utile sminuire il problema. Insomma i terroristi islamici sono le Br dell’Islam e davanti ad una minaccia di questa portata bisogna reagire con un fronte sociale e politico al di sopra delle beghe nazionali e dei piccoli interessi di partito, è necessario un impegno che coinvolga operativamente Europa, America e Paesi Arabi, un impegno che sia di intelligence ma anche politico ed economico.

Nel frattempo il rischio, già in parte realtà, è che le nostre libertà democratiche vengano ristrette e che, con il pretesto del terrorismo, qualcuno possa abusare del proprio ruolo o addirittura inventarsi ruoli paralleli (vedi la sedicente Polizia Parallela scoperta di recente, messa su da un gruppi di fascisti apparentemente montati di testa…) per controllare, intercettare, intromettersi in interessi politici, economici o personali e lasciarsi tentare a farne un uso privato.

Questo è il rischio e con un rischio del genere già in parte realtà dobbiamo forse dire che uno degli obiettivi del terrorismo è in via di successo. Già perché la paura ci fa accondiscendenti a fare rinunce che in un momento normale non ci sogneremmo mai di fare, ci fa diventare conservatori e dare retta a quelli che da sempre hanno tenuto le libertà sotto tutela. Credo invece che proprio le nostre libertà e proprio lo stile di vita europeo, aperto e tollerante (a differenza di quello americano!) sia la nostra forza, sia l’arma che nel tempo può conquistare l’anima dei paesi del Mediterraneo e del Medio-Oriente. In conclusione pugno di ferro con i fanatici del terrore ma anche attenzione alta in difesa della nostra libertà


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