"L’estrosa abbondanza" di Anne Sexton

(raccolta di poesie) Crocetti Editore pag. 182 € 15,00 (testo originale a fronte)

a cura di Gianni Ferrara


Il potere di dare i "nomi", anticamente, era un potere riconosciuto solo agli dei ed ai poeti perché loro e nessun altro possedevano il dono di cogliere l’essenza profonda delle "cose". Non tutti i poeti però lo sono per nascita e per alcuni, il dono di trasformare il sovrasensibile in parole, è il luminoso riflesso di una maledizione. Anne Sexton non è nata poetessa ma lo è diventata dopo un’allucinante discesa negli inferi della follia. Nel 1956, anno del suo primo tentativo di suicidio, il suo psicanalista, il dottor Martin Orne, le consigliò di dedicarsi alla composizione poetica come forma di terapia, e fu così che da una donna isterica e dai nervi fragili nacque una poetessa capace di imbrigliare il proprio animo tormentato in versi e di trasformare la drammatica esperienze della malattia e dei ricoveri in liriche bellissime come "Angelo delle lenzuola pulite" (pag. 131) -

Angelo delle lenzuola pulite, gli scarafaggi li conosci?/ Tempo fa in un manicomio avanzavano come/ macchioline di cannella/ mentre io stavo distesa in una caverna clorata di droghe,/ …/ Bianche lenzuola odorose di sapone e cloro,/ nulla hanno a che fare con questa notte di terra,/ con finestre sbarrate e serrature multiple,/ …./ Un secolo dopo Baudelaire, Anne Sexton sembra voler raccogliere la sfida lanciata da Poe, scrivere un libro nel quale l’autore mette completamente a nudo se stesso. Poe affermò che nessuno avrebbe potuto scrivere un libro dal titolo "My Heart Laid Bare" e rimanere fedele al suo proponimento. Per Baudelaire scrivere questo libro fu per anni un sogno ed un’ossessione che cercò di realizzare con la stesura di"Mon coeur mis à nu". Accostare lo stile della Sexton a quello del Baudelaire di "Mon coeur mis à nu" può apparire una forzatura, ma in entrambi vi è la volontaria rinuncia della ricercatezza linguistica per affidare le proprie "confessioni" ad una scrittura dettata dai nervi. L’opera di Anne Sexton infatti è dominata da un io parlante desideroso di confessarsi, un io che conduce il lettore dopo un tortuoso cammino dinanzi all’autrice. Non a caso dichiarerà in un intervista che le sue poesie sono la storia della sua vita trasposta in versi. Anne Sexton nella sua opera toccherà temi ritenuti inconciliabili con la poesia, o quanto meno inusuali come la follia, la vita domestica ed il sesso, anche se attraverso la sua penna il rapporto sessuale si trasforma in un atto di autodivinizzazione una sorta di scalata-rivolta metafisica, come si evince dalla lirica "Quando l’uomo entra nella donna" (pag. 151) …/ e l’uomo/ dentro la donna/ stringe il nodo/ perché mai più loro due/ si separino/ …/ hanno cercato di spingersi oltre/ la cortina di Dio, e ci sono/riusciti per un momento,/ anche se poi Dio/ nella sua perversione/ scioglie il nodo .Anne Sexton nel 1974 si tolse la vita liberando quella sua anima troppo irrequieta per sopportare il peso del corpo, o come aveva scritto in una sua poesia, che era "imprigionata in una casa sbagliata".


... Al mio amante che torna da sua moglie
Lei è tutta là.
Per te con maestria fu fusa e fu colata,
per te forgiata fin dalla tua infanzia,
con le tue cento biglie predilette fu costrutta.
Lei è sempre stata là, mio caro.
Infatti è deliziosa.
Fuochi d'artificio in un febbraio uggioso
e concreta come pentola di ghisa.
Diciamocelo, sono stata di passaggio.
Un lusso. Una scialuppa rosso fuoco nella cala.
Mi svolazzano i capelli dal finestrino.
Son fumo, cozze fuori stagione.
Lei è molto di più. Lei ti è dovuta,
t'incrementa le crescite usuali e tropicali.
Questo non è un esperimento. Lei è tutta armonia.
S'occupa lei dei remi e degli scalmi del canotto,
ha messo fiorellini sul davanzale a colazione,
s'è seduta a tornire stoviglie a mezzogiorno,
ha esposto tre bambini al plenilunio,
tre puttini disegnati da Michelangelo,
l'ha fatto a gambe spalancate
nei mesi faticosi alla cappella.
Se dai un'occhiata, i bambini sono lassù
sospesi alla volta come delicati palloncini.
Lei li ha anche portati a nanna dopo cena,
e loro tutt'e tre a testa bassa,
piccati sulle gambette, lamentosi e riluttanti,
e la sua faccia avvampa neniando il loro
poco sonno.
Ti restituisco il cuore.
Ti do libero accesso:
al fusibile che in lei rabbiosamente pulsa,
alla cagna che in lei tramesta nella sozzura,
e alla sua ferita sepolta
- alla sepoltura viva della sua piccola ferita rossa -
al pallido bagliore tremolante sotto le costole,
al marinaio sbronzo in aspettativa nel polso
sinistro,
alle sue ginocchia materne, alle calze,
alla giarrettiera - per il richiamo -
lo strano richiamo
quando annaspi tra braccia e poppe
e dai uno strattone al suo nastro arancione
rispondendo al richiamo, lo strano richiamo.
Lei è così nuda, è unica.
È la somma di te e dei tuoi sogni.
Montala come un monumento, gradino per gradino.
lei è solida.
Quanto a me, io sono un acquerello.
Mi dissolvo.


                                  Anne Sexton


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