Critica - Corpo a corpo di Iain Banks (
ed. Tea pag. 318 euro 8,00)Gianni Ferrara
Autori come Banks riescono con la loro dirompente genialità stilistica ad uscire dai comuni vincoli dell’unità d’azione narrativa, creando con una suprema alterazione della realtà mondi suggestivi, dove smettono di esistere le demarcanti
divisioni tra vero e falso, sonno e veglia fondendo tutto in
un primigenio caos emotivo.
"In corpo a corpo" più che nello svolgersi di una trama ci imbattiamo nell’avvolgersi di una dimensione onirica intorno alle vicende del protagonista che in seguito ad un incidente stradale perde la memoria. John Orr, ripescato dalle acque dentro la sua auto, si ritrova a vivere un gigantesco ponte governato da occulte autorità. Affidato alle cure del Dr. Joyce, Orr cerca di ricordare la sua identità, ma il vero mistero rimane il ponte, dove come in una torre di babele orizzontale, le persone parlano lingue incomprensibili e vivono in caste. Orr pensa più volte di scappare da quel posto surreale ma ogni piano di fuga sembra vano perché il ponte non è una struttura architettonica che unisce due luoghi lontani, bensì il delirio che separa due sogni, quello della vita passata del protagonista e il sogno di una nuova vita da vivere: il ponte è l’allucinante lotta di una mente imprigionata dentro un uomo in coma.
Banks insieme a Ballard e Royle rappresenta quella ristretta cerchia di autori che riescono a trovare il fantastico in questa nostra vita, sempre più diseducata al sogno.
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