recensione - Jean-Christophe Grangé

"Il volo delle cicogne" (edizioni Garzanti pag. 402 Euro 17,56)

 

 

 

 

 

a cura di Gianni Ferrara


L’oscuro cerchio della paura

Si chiama Jean-Christophe Grangé, è francese e la critica internazionale è sempre più concorde nel riconoscerlo come il nuovo re del thriller . A renderlo famoso, come è già accaduto ad altri autori del genere, è stato il cinema. Il suo romanzo "I fiumi di porpora" nel 2000 è diventato un film riscuotendo un vastissimo successo di pubblico. Grangé ha pubblicato altri quattro romanzi ed anche questi sono pronti a seguire lo stesso percorso, dalla carta alla celluloide, del fortunatissimo "I fiumi di porpora". In tutti i suoi libri sono presenti delle geniali costanti che hanno reso il suo stile immediatamente riconoscibile e tutte le sue opere uniche, come i vari e vasti riferimenti colti che fanno da sfondo alla storia centrale, riferimenti che vanno dalla mitologia alle diverse situazioni geo-politiche attuali, fino alle nuove scoperte scientifiche. Poi ci sono i tenacissimi protagonisti, uomini e donne dalle affascinanti personalità controverse, per metà figli della luce e per metà delle tenebre, in un continuo mutamento come lo yin e lo yang. Tutti i protagonisti hanno nel loro travagliato passato delle zone buie e risolvere il "caso" significa giungere alla soluzione dei propri dubbi esistenziali, un modo per fare tacere i "demoni" che li tormentano.Un’altro tema narrativo ricorrente nelle opere di questo autore è il "viaggio".Durante la folle caccia all’uomo gli "investigatori"sono costretti a lunghi e veloci spostamenti, a volte anche da un continente all’altro, ed il viaggio, con lenta e studiata gradualità, si trasforma in un percorso interiore e quando tutti i tasselli avranno trovato la giusta collocazione nel mosaico della trama i personaggi recupereranno quei frammenti di identità perduti, presentandosi al lettore nella loro totale complessità. Grangé riesce sempre a dosare la suspence in un crescendo angosciante in cui la soluzione del primo "giallo" porta alla luce un enigma ancora più agghiacciante ed un altro ancora, fino alla sconvolgente verità finale, e quando il cerchio della paura si chiuderà non si sarà più certi di chi sia stato tra i protagonisti la vera vittima dell’incubo.

 

(Tutto era cominciato con la paura. Tutto finirà con la paura. J.C. Grangè)

"Il volo delle cicogne" (edizioni Garzanti pag. 402 Euro 17,56)

Max Böhm , ingegnere appassionato di ornitologia, poco prima di morire di infarto, affida a Louis Antioche un importantissimo incarico che il giovane inizialmente perplesso dalla stravaganza della proposta, accetta come un originale diversivo. Antioche ha il compito di scoprire perché numerosi esemplari di cicogne non sono più tornati nel loro nido: per risolvere questo mistero deve, binocolo alla mano, seguire l’intera rotta migratoria delle cicogne. Ma l’autopsia effettuata sul corpo di Max Böhm porta a degli inquietanti interrogativi: l’anziano ornitologo aveva subito un trapianto di cuore quando la chirurgia ufficiale non era ancora riuscita a portare a termine positivamente questi delicatissimi interventi. Chi era il chirurgo che aveva operato Max Böhm? E soprattutto chi era il donatore? Nonostante questo Antioche inizia il suo viaggio all’inseguimento delle cicogne che lo porterà prima in Bulgaria poi in un Kibbuz israeliano ed infine in Centroafrica. Un lungo itinerario che coincide con quello seguito da un crudele assassino che mutila orribilmente le sue vittime per poi asportargli il cuore. Viaggio non solo geografico ma anche emotivo-psicologico, perché ogni tappa ed ogni luogo è un volto diverso del "male"e lungo la scia di sangue lasciata dal chirurgo senza nome ci sono altri mali dai nomi ben noti, come la miseria dei popoli sottosviluppati e l’odio razziale. Con questo romanzo Grangè dimostra la sua raffinata abilità di tessitore di trame, intrecciando la sua straordinaria fantasia con le vicende storiche e i fili scuri della violenza con quelli luminosi della speranza.

( dalla camicia lacera appariva il torace, bianco, osceno, sporco di terra. In luogo degli occhi orbite vuote e sanguinolente. Non so se quelle cicogne portavano i bambini, ma di certo sapevano occuparsi dei morti da Il volo delle cicogne )

 

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