recensione

Un vestito alla moda di Teresa Carere (Club Ausonia edizioni, pag. 230, 2008)

 

di Pino Rotta


Teresa Carere, ha una formazione culturale di tipo classico, vive e lavora a Reggio Calabria. Con un gusto per i particolari e le "cose che conservano la loro anima" è presidente dell’associazione "Il Posto delle Briciole" sulle rive bellissime dello Stretto a Scilla, dove coltiva il suo hobby per l’antiquariato. Dopo la sua prima pubblicazione "Sconosciuto... conosciuto in chat - Non è una storia d’amore" riceve la proposta dalla Gazzetta di Reggio - periodico di cultura e informazione - di scrivere dei racconti per il giornale. Quattro dei racconti che fanno parte di questo libro sono già stati pubblicati su detto periodico. Teresa Carere è una donna che va contro ogni stereotipo della "calabresità", anche di quella più aperta ed affermata, quella, per capirci, che si era affacciata alla fine degli anni sessanta in tanti ambiti della società reggina, dall’arte alle professioni.
Accostandosi ai suoi racconti può venire in mente il piglio orgoglioso ed eclettico di Mia Martina. La scrittura di Teresa Carere infatti è quella dolce, poetica ed arrabbiata dell’artista che non rinuncia al potere di trasformare la realtà con la poesia, magari con il sogno, ma senza rinunciare a dare poderosi fendenti d’artiglio al mondo, soprattutto maschile, che non è all’altezza non tanto della sua personale aspirazione quanto di una umanità de-robotizzata e di una mascolinità meno simbolo del potere egocentrico ed egoistico del sistema che la fonda e la sorregge. Prosa ad un tempo graffiante ma per tanti versi struggente di poesia. Non è un caso che parliamo di poesia perché, benché di racconti brevi sia composto il libro, non si può certo dire che questi racconti seguano un percorso di prosa lineare, razionale, niente di tutto questo! I racconti di Teresa Carere sono racconti che escono più dall’anima che non dalla mente e toccano toni spesso che non possono che essere assaporati con la sensibilità della poeta. Macchie di colore sulla tela di un’esistenza, ognuna delle quali potrebbe anche essere stata buttata lì e starsene da sola, ed avrebbe un senso compiuto, ma messe assieme costituiscono il quadro di una realtà esistenziale che fluttua ora fragile e malinconica ora forte e desiderosa di nuove scoperte, curiosa di una vita che i suoi racconti fanno scorrere come i grani di un rosario, quando la preghiera rimanda al passato, e come il sogno di un’adolescente in attesa di un amore che rimane celato nel fascino misterioso del futuro. Vita vissuta? I racconti di Teresa Carere sono di più: sono vita da vivere. Buona lettura.

 

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