Società

La città complessa e viva

 

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di Pino Rotta


Una città. Come possiamo definire una città? E’ un insieme, un assembramento di oggetti e corpi, un organismo statico o vivente?

Secondo la tradizione della Scuola di Chicago (Robert Ezra Park), una città è un ambiente in cui una comunità umana intraprende il suo adattamento all’ambiente. Così le città sorgono e si sviluppano dove esistono condizioni utili a questi fattori, come linee di comunicazioni naturali o artefatti (mari e fiumi navigabili, ferrovie, strade di grande traffico, ecc.).

Allo stesso tempo, se e quando questi elementi di favore cominciano a diminuire o ad essere insufficienti o inadeguati, la città comincia il suo declino e, nella storia, non sono pochi gli esempi di grandi città di cui ormai non ci resta altro che la memoria storica. Ma la città è altro di più rispetto ad un processo di adattamento storico culturale. La città è un vero e proprio organismo vivente. Continuo a riferirmi alla scuola sociologica americana, prendendo a prestito un esperimento effettuato qualche anno fa per dimostrare il funzionamento dei sistemi complessi caotici. Fu osservato, tramite il collocamento di telecamere agli angoli di una piazza a percorrenza solo pedonale, il comportamento dei pedoni prima e dopo l’inserimento di alcuni fattori che definiamo "normativi". Si è osservato che, quando la piazza era solo uno spazio ampio senza alcuna segnaletica, il percorso di attraverso pedonale seguiva un flusso irregolare e caotico. E’ bastato immettere delle strisce pedonali sul selciato ed ecco che, con un piccolo margine temporale di adattamento, i pedoni non attraversavano più la piazza in modo irregolare ma seguivano il tragitto suggerito dalle strisce pedonali. Un semplice elemento grafico, culturalmente riconosciuto e normativamente utile, ha prodotto un risultato che può essere monitorato, ulteriormente regolato ed eventualmente anche soppresso. Una città, nel suo insieme, è un sistema più o meno ordinato di spazi culturalmente regolati; più radicate ed accettate sono le regole di comportamento "civile" più la città assomiglia ad organismo vivente in buona salute. I problemi cominciano quando, in questo sistema funzionale, cominciano a presentarsi elementi di alterazione. Se il flusso delle auto in una strada a doppio senso di marcia viene incrementato dall’afflusso di un’altra strada chiusa al traffico per lavori, oltre al rallentamento della velocità di spostamento, si verificherà un aumento degli incidenti causati da tamponamenti o sorpassi incauti, perché riducendo lo spazio in cui si concentrano le persone aumentano i fattori di stress e di aggressività e di conseguenza la tendenza a sottrarsi alle regole di comportamento che in condizioni di "normalità" vengono riconosciute come utile e quindi accettate e rispettate. C’è un punto di equilibrio e un punto di non ritorno nel funzionamento o nella sua crisi dell’organismo urbano? I due principali fattori di equilibrio, come abbiamo anticipato, sono la regolamentazione dello spazio e la densità demografica. Ad una razionale e funzionale gestione dello spazio urbano corrisponde un naturale ed accettato adattamento da parte della comunità che troverà quindi in questo ambiente un suo equilibrio di convivenza, alterato il quale tutto il sistema entra in crisi. Ma esistono ulteriori studi di antropologia (vedi e. Hall, La dimensione nascosta, Ed. Bompiani) che dimostrano come lo spazio e la densità demografica possono essere artificialmente orientati anche in condizioni di alterazione di un equilibrio sperimentato. Le norme di adattamento, unite a sistemi di organizzazione dello spazio studiati appropriatamente, possono dilatare la capacità di assorbimento dello stress (e di conseguenza dell’aggressività o anche della tendenza depressiva) anche in condizioni di aumento di densità demografica all’interno di uno spazio determinato. Per studiare questi fenomeni e adattare le metodologie di progettazione urbanistica, alla fine negli anni ’60 del secolo scorso, cominciò a riunirsi a Delo in Grecia, su iniziativa dell’architetto Apostolos Doxiadis fondatore della Scuola Superiore di Echistica di Atene, un forum interdisciplinare per lo studio degli insediamenti umani. Da questi studi vennero importanti indicazioni per la progettazione urbanistica che coinvolgeva, oltre agli urbanisti, psicologi, biologi, esperti di processi della complessità, dei trasporti, ecc. Quello che poi è stato dimenticato, e che oggi dovrebbe essere ripreso con forza, è che una città è un sistema complesso e come tale va gestita sia nei processi di urbanizzazione che nelle regole di convivenza collettiva, integrando ecologia, innovazione tecnologica e tradizione culturale.

 

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