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Pitagora e la legge dell’Ottava
di saul ferrara
"La scoperte delle ottave fatta da Pitagora
non conteneva solamente una nuova visione del mondo governato dalla Musica
intesa come Armonia Assoluta ma anche un nuovo modo per giungere alla conoscenza
di questa "forza eterna"
Tutti conoscono l’applicazione dell’Ottava in campo musicale,
ovvero il periodo tra un do e il do successivo, periodo suddiviso in sette parti
vibratorie disuguali. Gurdjieff fonderà la sua scuola esoterica indicando come
principio Universale il "raggio di creazione", raggio che si diffonde, con
vibrazioni decrescenti e ascendenti, in totale rispetto della formula
dell’ottava. Gurdjieff applicherà in seguito questa formula alla tavola
periodica di Mendelev per poi giungere ad elaborarne un’altra, quella degli
idrogeni. La Tavola degli idrogeni indica la scala dei rapporti tra densità e
frequenza vibratoria della materia, corrispondente alla concezione
che tutto
quello che esiste, compresi i sentimenti, i desideri e la Conoscenza, sono fatti
di materia. Materia che si distingue in sottile o grossolana ma che in quanto
materia è soggetta agli stimoli vibratori. Gurdjieff inaugurerà così un nuovo
tipo di ricerca esoterica, che il suo allievo Ouspensky definirà "misticismo
sperimentale", ricerca che troverà altre forti assonanze nella fisica
quantistica. Ma se Gurdjieff pone come fondamenta del suo sistema di conoscenza
la Legge dell’Ottava è perché durante la sua formazione
ha attinto da una fonte antica e al contempo inesauribile, fonte che porta il
nome di Pitagora. Per il platonico Senocrate l’affermazione pitagorica "Tutto è
numero" è nata proprio da una scoperta musicale fatta dal Maestro di Samo. Una
delle tante storie tramandateci narra che Pitagora passando davanti alla fucina
di un fabbro colse nel suono, scandito dagli intervalli e dai toni prodotti dai
martelli quando colpivano il ferro, un ordine armonico. Spinto da questa
intuizione iniziò a studiare la lira a sette corde, interrogandosi su cosa
rendesse un suono gradevole o sgradevole all’udito, arrivando alla conclusione
che la bellezza della musica veniva regolata da delle proporzioni fisse da una
nota all’altra, costituite da gruppi, le ottave. Va ricordato che i pitagorici
hanno sempre riconosciuto una relazione tra musica e matematica, ed infatti la
formulazione delle loro prime leggi matematiche si basava sul rapporto fra
l’altezza dei suoni e la lunghezza di una corda d’arpa vibrante. Se poi
analizziamo la Legge dell’Ottava come rappresentazione del processo di
compimento del Manifesto, scopriamo che in essa è celata la stessa chiave
interpretativa del simbolismo numerico e quindi anche della Tetraktis. Ma la
Legge dell’Ottava, a differenza delle altre "leggi" interpretative, semplifica
la comprensione del Manifesto attraverso un disvelamento originato da una
duplice ricezione: l’intuitiva e la percettiva. L’attenta percezione della
musica, intesa nella sua eccezione più ampia, ovvero come armoniosa riproduzione
udibile del vibrante Respiro Universale, è una scienza sacra così come
l’ascoltare può essere riconosciuto come un cammino iniziatico. A conferma di
ciò basta citare Orfeo e il suo metodo di insegnamento impartito musicalmente, o
la cantilenante ripetizione dei mantra come strumento coscienziale della
tradizione induista, significando la stessa parola mantra, tradotta
letteralmente dal sanscrito, "parola di potere vibrante". O ancora i sermoni in
forma di litanie del Kirtana e le musiche sincopate che accompagnano le
frenetiche danze roteanti dei Sufi. La musica a differenza dell’immagine dei
simboli non è statica e diffondendosi nello spazio e nel tempo acquisisce la
qualità di simbolo vivente. Per quanto riguarda la musica c’è da aggiungere
un’altra caratteristica: più di tutte le altre espressioni artistiche essa ha il
dono di modificare il nostro stato d’animo, inducendoci ad essere ora
malinconici ora gioiosi, come se la nostra essenza più intima si lasciasse
guidare dalle variazioni di voce dell’Armonia. La scoperte delle ottave fatta da
Pitagora non conteneva solamente una nuova visione del mondo governato dalla
Musica intesa come Armonia Assoluta ma anche un nuovo modo per giungere alla
conoscenza di questa "forza eterna": l’udito. Forse il segreto della Conoscenza
non si trova nei libri esoterici e non serve neanche intraprendere un lungo
viaggio iniziatico per acquisirla, ma basta sapersi mettere all’ascolto, ed
essere capaci di sentire le vibrazioni più sottili della Natura in accordanza
con le note appena percettibili dell’animo umano, suoni che compongono quella
meravigliosa melodia che è l’esistere.
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