Società

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Il ciclo degli indignati

La politica italiana dagli applausi ai fischi

di pino rotta

 

 

 

I Ventennii in Italia sono ormai hanno valenza storica e politica.

Venti anni infatti è più o meno la durata di cicli politici che hanno caratterizzato il panorama della storia d’Italia dall’Unità ad oggi.

I primi 40 anni della storia italiana si dividono grosso modo a metà tra la politica della Destra, alleata della Francia e rigorista nelle politiche di bilancio, cui seguì la seconda metà con il governo della Sinistra, che cambia le alleanze, fa fronte con l’Impero Austroungarico e con la Germania e si proietta nell’avventura colonialista, che portò all’Italia la sua prima colonia, in Cina a Tientsin, e alcuni avamposti greci nell’Egeo. Parliamo ovviamente di Destra e Sinistra di ispirazione capitalista. Seguirà, con Giolitti, un tentativo di far diventare l’Italia un paese liberale, tentativo fallito prima ancora dello scoccare di un ventennio a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, al termine della quale il paese e l’Europa tutta si avvieranno verso il Ventennio Nazi-Fascista, drammaticamente interrotto dalla Seconda Guerra Mondiale.

Dopo la Seconda Guerra l’Italia torna alla democrazia parlamentare e lo fa spaccandosi in due per la scelta tra Monarchia e Repubblica, vince la Repubblica per una manciata di voti.

Nei primi 20 anni del dopoguerra si parla di "boom economico" e gli italiani sgomitano per sostenere la Democrazia Cristiana che arriva fin quasi al del 40% di voti. Ma già alla fine degli anni ’60 comincia la crisi economica e la fragile democrazia viene minacciata da due tentati colpi di stato fascisti, dalle stragi, dal terrorismo e dal salto di qualità delle organizzazioni criminali quali la mafia e la ‘ndrangheta che culminano con le stragi e la morte di Falcone e Borsellino.

Il sistema dei partiti della cosiddetta Prima Repubblica salta e gli italiani spazzano via, i vecchi partiti acclamando il nuovo che avanza sotto le bandiere di Berlusconi, di Fini, Bossi e Casini. Era il 1994.

Cambiano i nomi ma gli assetti di potere rimangono intatti, quelli che scompaiono dal panorama politico, ed è l’unico vero risultato politico del dopo-Tangentopoli, è quel 25% di elettorato laico che era composto dal Partito Socialista, Radicali, Repubblicani e Liberali. La Chiesa cattolica esulta e sostiene Berlusconi, nuovo Uomo della Provvidenza.

Dal 1994 ad oggi assistiamo alla parabola di ascesa scoppiettante e gloriosa del Signore di Arcore e dei suoi vassalli al grido "niente tasse" e "Padania Libera ". Il risultato però è abbastanza diverso. Il niente tasse si traduce in spostamento di attività produttive e ingenti capitali all’estero e Padania Libera si dimostrerà celare affari degli imprenditori del Nord in combutta con la ricca e "generosa" criminalità organizzata, mentre il grosso degli scandali sugli appalti pubblici vede coinvolti uomini legati (spesso da parentela) con i vertici della Chiesa cattolica. Dubitiamo che queste indagini si possano concludere prima della prescrizione ormai consueta cui ormai siamo abituati.

Arriviamo così ai giorni nostri con un debito pubblico che è pari all’evasione fiscale realizzata negli ultimi venti anni e un Berlusconi, fino a sei mesi fa osannato, ora screditato sia a livello nazionale che internazionale.

Quando ormai non c’è più nulla da spremere i "signori della mazzetta" e dell’evasione fiscale lasciano il campo al "chirurgo bocconiano": arrivano i tecnici di Mario Monti.

Ed ecco che si ripete lo sport nazionale italiano: la maggioranza che ha osannato ladri, criminali ed evasori fiscali, per venti anni, oggi si infuria contro il Governo Monti che, pur venendo dalla stessa famiglia del capitalismo italiano, non sta facendo altro che riportare in un ambito di civiltà il paese, soprattutto agli occhi dell’occidente.

Che si aspettavano gli ex berlusconiani, indigñados all’italiana, che Monti diventasse lo Zapatero di casa nostra? Monti è il rispettabile uomo della finanza internazionale. D’altra parte, solo oggi e solo in Francia si comincia a svoltare con timide scelte politiche socialiste, la Spagna ha mandato a casa Zapatero ed ha rieletto un esponente della Destra finanziaria. Stessa scelta ha fatto la Grecia. Così nella maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea, a fronte della crisi prodotta dalla Destra finanziaria, la gente risponde emotivamente con un irrazionale e pericoloso spostamento di consenso verso i partiti della Destra e dell’estrema Destra, che sono ben lontani dall’annunciata svolta di recupero dello Stato Sociale di tipo francese alla Hollande.

E in Italia? Come al solito! Ora che sarebbe il momento di indignarsi davvero contro le politiche liberiste e difendere lo Stato Sociale la gente "delega" i Grillini che, italianamente, protestano in attesa di un altro Uomo della Provvidenza.

Lo Stato siamo noi?

L'inciviltà ha un costo.

Questa sorta di schizofrenia sociale, che ha consolidato nella cultura italiana la percezione di una estraneità tra lo Stato e la dimensione individuale, ha una sua genesi e una regia storica.

Che l'unitá d'Italia sia stata da sempre contrastata dalla Chiesa cattolica é un fatto storico che si puó ripercorrere in momenti decisivi per le sorti dello Stato unitario. Dopo l'Unitá la Chiesa avviò un lunghissimo periodo di boicottaggio della politica unitaria. Il "non expedit" con cui il Papa ordinava ai cattolici di non partecipare alla vita politica italiana, soprattutto in conseguenza delle politiche fiscali e patrimoniali che il nuovo Stato italiano stava tentando di attuare nei confronti dei possedimenti ecclesiastici, si radicò tanto da diventare "costituzione materiale" coltivata a livello capillare tramite l'attività delle parrocchie e la gestione dell'analfabetismo, diffusissimo fino agli anni ’70 del 1900, a fini politici.

Un politica che si consolida con i Patti Lateranensi siglati da Mussolini e con cui, di fatto, si riconsegnano alla Chiesa ingenti possedimenti e risorse finanziarie in cambio del suo appoggio politico.

Chiediamo ora perché da qualche anno è esploso in Italia una sorta di revisionismo storico antiunitario che trova consensi diffusi, sia in ambito cattolico che marxista, perchè, mentre da una parte non si considerano le conseguenze sul piano dell'impegno civile che il senso di appartenenza mancato ha prodotto e consolidato, dall'altro si è fatta tabula rasa anche della storia preunitaria. Sia la Chiesa cattolica che il Partito Comunista hanno, per prospettive e fini differenti, considerato lo Stato liberale, nato dal Risorgimento, "il nemico", un’entità estranea agli interessi dei fedeli o dei proletari.

Sta di fatto che, nonostante le storture e le ingiustizie sociali, come diceva Nitti, mai l’Italia aveva fatto tanti progressi economici e culturali come fu invece dopo l’Unità. I proletari trovarono ambiti di cofronto e anche di scontro entro un sistema giuridico che finalmente prevedeva la rappresentanza parlamentare anche dei proletari e dei socialisti che, già alla fine dell’Ottocento li rappresentavano. Ed i cattolici hanno potuto scegliere se la Chiesa doveva rimanere un potere politico e temporale o svolgere la sua funzione evangelica. Sappiamo che né i comunisti né i cattolici hanno accettato il libero confronto democratico e per molti decenni si sono combattuti in maniera "occulta" ma non per questo meno cruenta e letale per la democrazia italiana. La cultura del disconoscimento della legittimità dello Stato a rappresentare i propri cittadini in forma autonoma e liberale da sempre viene contrastata nel nostro Paese. Il risultato è che l’interesse collettivo nel tempo non è coinciso con il senso di appartenenza civica.

Da alcuni viene poi glorificato il periodo di "benessere" del Sud durante il Regno delle Due Sicilie, benessere ben lungi dall'essere dimostrato con fatti non propagandistici. Si tace addirittura sul fatto più importante e cioè che il Sud non ha mai avuto un periodo di indipendenza. E’ passato da un possedimento straniero all'altro senza soluzione di continuità. Anche prima dei Borboni il Regno di Sicilia era già sotto il Regno dei Savoia, ed il Sud nel '700, sotto gli spagnoli prima e sotto i Borboni dopo fu terreno di guerre e di prelievi fiscale (qualcuno dovrebbe ricordare i motivi della rivolta di Masaniello!).

L'unico tentativo di emancipazione delle popolazioni del Sud si avvia con la conquista napoleonica, e con Murat, ma fallisce nel sangue negli anni della Restaurazione.

Inutile dire che anche il Nord segue la stessa sorte sotto l'influenza dell'Austria da una parte e della Francia dall'altra. Nel secondo dopoguerra questa separazione tra il senso collettivo e la gestione di fatto della società viene consolidata dalla delega di fatto che, tramite i governi a guida Democristiana, viene concessa alla Chiesa cattolica nell'amministrazione della cosa pubblica, soprattutto del Sud, che così radica definitivamente il suo senso di estraneità dall'appartenenza nazionale. Da una parte lo Stato, visto in ogni sua componente come estraneo e da cui diffidare, dall'altra la nascita di ambiti di gestione "parallela" sia legale che criminale, spesso in combutta tra di loro.

Tutto questo si è tradotto, soprattutto al Sud, in una diffusa mentalità ed azione parassitaria, in un uso privato delle risorse pubbliche e, con la crisi, nella assenza di servizi adeguati ad una società occidentale moderna ed europea. Senza guardare alle cause di tutto questo si addita allo "Stato" la colpa dei nostri mali. La domanda però rimane: quale Stato? Perchè, come abbiamo visto, la famosa frase "lo Stato siamo noi" in Italia e nel Sud in particolare, non è mai diventata realtà.

 

 

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Società

Il ciclo degli indignati

La politica italiana dagli applausi ai fischi

di pino rotta


 

 

 

 

I Ventennii in Italia sono ormai hanno valenza storica e politica. Venti anni infatti è più o meno la durata di cicli politici che hanno caratterizzato il panorama della storia d’Italia dall’Unità ad oggi. I primi 40 anni della storia italiana si dividono grosso modo a metà tra la politica della Destra, alleata della Francia e rigorista nelle politiche di bilancio, cui seguì la seconda metà con il governo della Sinistra, che cambia le alleanze, fa fronte con l’Impero Austroungarico e con la Germania e si proietta nell’avventura colonialista, che portò all’Italia la sua prima colonia, in Cina a Tientsin,


Ma lo Stato siamo noi?...


Società

Stato sognante: Antipolitica o apoteosi della partecipazione?

SALVATORE ROMEO
 

 

 


Credere in un mondo nuovo, partecipato attivamente e regolato dalle leggi naturali della solidarietà e dell’altruismo sembra divenuto oramai una chimera riservata solamente a chi si intestardisce a voler continuare a vivere quasi in uno stato sognante. La realtà che circonda il suo mondo è dominata da leggi artificiali, create probabilmente ad arte da un Grande Fratello che alimenta la sua brama famelica dettando regole che estremizzano la competizione e l’egoismo,


Società

Cosa vuol dire riflettere su sé?

di GIANFRANCO CORDì

 

 

 

 Modernizzazione riflessiva di Ulrich Beck, Anthony Giddens e Scott Lash costituisce una attestazione di presenza relativa ad una caratteristica precipua del mondo attuale. I tre autori, infatti, puntano tutta la loro attenzione sull’instabilità. Se, partiamo da una domanda precisa («cosa succederà… quando la modernità comincerà a riflettere su se stessa?») otteniamo in risposta «un orientamento», una tendenza verso qualcosa che «consente delle delimitazioni».


Esteri

O sistema proporcional estruturado por lista aberta, o caso do Brasil

por arhur augusto rotta

 

 

 

Os sistemas proporcionais ao redor do mundo costuma adotar diversas formas quando ao seu procedimento de votação. Em geral se divide em dois grupos, em lista fechada ou lista aberta. A maioria dos países que adota o sistema eleitoral proporcional adota o sistema de listas fechadas, bloqueadas ou pré-ordenadas. O Brasil, assim como a Finlândia e o Chile adotam o sistema de listas abertas – que em passado recente já foi adotado pelo Itália. O presente trabalho pretende apresentar o modelo brasileiro, ou seja apresentar como se estrutura seu funcionamento como suas principais críticas. Nesse sentido, serão explorados os efeitos do sistema sobre a campanhas eleitorais e os candidatos, assim como efeito sobre os partidos e o comportamento parlamentar. Espera-se finalmente, por meio da análise do sistema brasileiro iluminar os debates sobre eventuais reformas eleitorais.


Esteri

Scambi culturali…

Turisti Russi all’estero e turismo sessuale

nei paesi dell’est

TANIA KOSTYUK

 

 

 

Il turista russo è ormai diventato uno stereotipo. Ogni estate le riviste europee diventano strapieni di articoli dedicati al comportamento poco educato degli oligarchi russi nei luoghi turistici nei paesi europei. Come accadde qualche anno fa con l’oggi noto rivale di Putin alle elezioni presidenziali 2012, il signor Prokhorov, che è diventato a Courchevel in Francia un brand per lo scandalo del giro di bellissime e giovanissime donne e anche finito davanti al tribunale francese. Ma se le persone ricche si possono permettere certi svaghi, ai loro fratelli europei meno ricchi difficilmente perdonano un comportamento simile.


SOCIETà

Banche – Un sistema da "NINJA"

di FRANCESCOANTONIO DE ANGELIS

 

 

 

 

 

 

L’esordio di questo sciagurato terzo millennio è segnato da un progressivo calo dei tassi di interessi che porta le banche a prestare soldi ad un tasso più basso, a pagare qualcosa per i depositi dei clienti e ad avere margini di intermediazione sempre più bassi. A tutto ciò si è aggiunto un aumento dell’offerta di mutui, includendo soggetti a garanzia zero senza reddito, senza lavoro fisso, senza beni patrimoniali, meglio noti come "ninja" acronimo che sta per "no income, no job, no asset".. Queste operazioni rappresentano i cosiddetti "subprime" , così chiamati perché hanno un maggior rischio di insolvenza rispetto ai "prime".L’inevitabile insolvenza divenuta sempre più diffusa costrinse le banche a ricercare nuovi mercati di approvvigionamento


cifrematica

Indignazione o sdegno?

L’inciampo della verità

di giancarlo calciolari

 

 

 


La formula usata e abusata di scandalo della verità funziona sulla base della menzogna oggi prodotta industrialmente. E proprio l’informazione data come corretta, con tutti i crismi della legalità, è quella più menzognera. Tra le menzogne più recenti? La tesi del debito delle nazioni, la mucca pazza, l’aids, la sars, la depressione, la guerra giusta, la repubblica… La verità? Senza trombe né tamburi: l’Italia è un’oligarchia, e così la Cina…


SOCIETà

La città e le macerie della democrazia

di KATIA COLICA

 

 

 

 

Da troppo tempo ci si sforza di dare una definizione di città che vada al di là del conteggio prettamente demografico o dello status legale.

L’architetto Vezio De Lucia ha parlato di città come luogo dove si manifestano una complessità di attività e di funzioni che dovrebbero coprire (…) le principali esigenze dell'uomo e soprattutto, dove esistano – mi esprimerei così – valori collettivi. Quindi, quando c'è insieme alla soddisfazione delle esigenze individuali anche il soddisfacimento di misure collettive, credo che allora si possa parlare di città.

 

 


SOCIETà

L’infelicità dilaga: quando la crisi non è solo economica ma anche psicologica

di valentina arcidiaco (*)


 

Crisi,default, recessione,disoccupazione,spread, pil, spending review: è da mesi che la nostra mente viene martellata da notizie altalenanti sull’allarmante situazione Economica Europea che incidono palesemente sulle condizioni psicologiche della collettività e del singolo, il quale si ritrova sempre più solo ed ansioso, senza punti di riferimento e con la consapevolezza e la paura che difficilmente si riuscirà a superare in tempi brevi e positivamente questo lungo periodo di difficoltà.


 

SOCIETà

Lo scandalo: morte del prossimo e crisi delle emozioni complesse

di mARIA LAURA FALDUTO (*)


 

 

 


Collocare una trattazione sullo scandalo sradicandola dal contesto ricco di cambiamenti a cui oggi assistiamo appare impensabile, è forse proprio per effetto di questi continui mutamenti, in cui concetto di limite/confine sia fisico che mentale si dissolve, che anche la percezione dello scandalo muta e si trasforma: quello che scandalizzava un tempo, oggi può passare inosservato e viceversa. Dopo la Morte di Dio di cui parlava Nietzsche, assistiamo alla morte del prossimo che come descrive sapientemente lo psicoanalista Luigi Zoja, è motivo principale della solitudine cui versa l’uomo: "È un orfano senza precedenti nella storia.


società

McCarthy e la banalità dello scandalo

di kreszenzia gehrer

 

 

 

 


I
l termine "scandalo" nel corso del tempo ha subito, come molti altri termini, una parabola semantica: da "ostacolo", "inciampo" della sua origine greca rinvia oggi al turbamento della coscienza collettiva provocato da una vicenda, da un atteggiamento o da un discorso che offende i principi morali correnti. Ma quali sono oggi i principi morali correnti? E soprattutto come si declina oggi l’arte contemporanea in relazione allo "scandalo"? Il 20 maggio 2010 è stata presentata dalla Fondazione Nicola Trussardi,


CULTURA

La semplicità dell’essere in-filtrato

di TIZIANA FORTUNATO

 

 

 


 

Voi siete gli artefici della vostra condizione passata, presente e futura. La felicità o la sofferenza dipendono dalla vostra mente e dalla vostra interpretazione. (Budda Sakyamuni)

Quale parte di me lasciare fluire, quella animica che viaggia alla velocità della luce collegata e connessa alle reti energetiche delle vibrazioni uni-versali o quella materiale che muove ora le dita sulla tastiera? L’una è imprescindibile dall’altra.


CULTURA

La Scrittura e l’Ebraismo

di nadine shenkar

 

 

 

 


Per gli Ebrei tutto fu all’inizio ORALITÀ: La Bibbia, il Talmud, la Kabbala furono ORALI… 10000 libri oggi lo sono. Quindi il popolo del LIBRO fu anche il popolo dell’oralità.  L’arte ebraica da un’altra parte è sopratutto PAROLA, SCRITTURA.  Come nella dialettica del Talmud in cui tutto è domanda e paradossi... Moltitudini di domande, di voci, di saggi, d’interpretazioni. Scrittura, anche, come rottura dei vasi: senza quella rottura, l’essenza della parola non sarebbe sopportabile; la luce ci farebbe ciechi. Questa parola fu emergenza dal deserto. Deserto di Giudea dove i profeti hanno scoperto la parola, deserto del Negev in cui Abramo andava con l’idea dell’EIN SOF o infinito; deserto del Sinai dove Mosè andò ai confini della parola, AHAR HA MIDBAR, altrove dal deserto...


libertà di pensiero

II colori della vita

di mimmo codispoti

 

 

 

 


I pensieri gli si affollavano nella mente come i profughi d’Africa sulle coste di Lampedusa. Sulla scrivania, la statuetta di un’aquila gli ricordava di volare alto, di non smettere di muovere le ali. Sintonizzò la radio su musica italiana e prese, da un cassetto, dei palloncini. Vi soffiò dentro uno la sua malinconia. La gomma si dilatò, gonfiandosi, e una macchia gialla inondò di luce la stanza. Innanzi a quel "sole" sentì un’energia positiva riempirgli l’anima e una rinnovata voglia di continuare il cammino.


Recensione

 libro-inchiesta

Il caso Fallara Storia del "modello Reggio" e del suo tragico epilogo

di Giuseppe Baldessarro e Gianluca Ursini

di pino rotta

 


 

I tempi cambiano. Richiesta di rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Reggio Calabria, oggi Presidente della Regione Calabria, Scopelliti e il Comune parte civile nel processo.

Intrighi, imbrogli, spioni, love story e uno "strano" suicidio. Gli ingredienti per un film noir ci sono tutti. Solo che quello raccontato nel libro inchiesta di Baldessarro e Ursini é il resoconto crudo di una normale storia del malgoverno di una cittá. Questa cittá si chiama Reggio Calabria ed é la magnifica riproduzione, in scala ridotta, del modello berlusconiano, non a caso si parla di "modello Reggio".


teatro

"Attento alla cioccolata, Callaghan!"

di eleonora rombolà

 

 

 


"Attento alla cioccolata, Callaghan!" alimenta sin dal titolo le aspettative del pubblico delle grandi occasioni che, nella cornice di un Cinema Moderno prestato al teatro, è stato proiettato dalla promettente compagnia La Ribalta in una brillante atmosfera giallo-noir che ha reso di nuovo Vibo luogo di vivace cultura. E quando il buio domina, in un metateatrale gioco di ruolo, occupa la scena Tommaso, raffinato e multiforme Emilio Stagliano che, con duttile alternarsi di toni, rende in modo egregio l’inettitudine dello scrittore in crisi d’ispirazione, vittima delle intercettazioni telefoniche di una madre onnipresente e delle incombenti richieste dell’editore Stamponi che pretende, secondo la spietata logica del mercato, la consegna del suo lavoro.
 


INTERVISTA

Stefano Benni e la musica

Elisa Cutullè

con Paola cairo

 

 

 


 

Partiamo con il tuo rapporto con i cantautori: c'è qualcosa di tuo che avrebbe dovuto musicare Fabrizio de André.

Purtroppo non è stato musicato perché Fabrizio, che era un pigro, ha pensato bene di morire per non essere obbligato a scrivere quello che avrebbe dovuto scrivere per me. L'ha fatto apposta. Eravamo molto amici, per molti anni abbiamo pensato di fare qualcosa insieme. Io non volevo disturbarlo sapendo che la sua pigrizia era leggendaria. Ci siamo scritti molte lettere per decidere cosa fare insieme. Nel momento in cui ci siamo decisi era tardi perché Fabrizio era già ammalato. Aver conosciuto Fabrizio è stata una cosa straordinaria, al di là del fatto che non siamo riusciti a lavorare insieme.


 


 


 


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