|
L'economia della violenza
Di Pino Rotta
La violenza
sulle donne, sugli omosessuali, e quella razzista è
aumentata o no?
Nella storia della
cultura occidentale l'inviolabilità della persona, prima fisica e
successivamente psicologica, è un fatto abbastanza recente ed è il
risultato di un processo di lenta diffusione dei principi e dei
valori laici, liberali e democratici. E' un processo sia politico
che culturale e come tale è mutabile. I valori impiegano secoli per
radicarsi nella coscienza delle persone e, mutando condizioni
sociali ed economiche, possono avanzare o arretrare in una continua
dialettica interna alla società e con sfumature del tutto diverse a
seconda dei ceti sociali e degli strumenti di consapevolezza di cui
sono dotati i singoli individui. Nelle società occidentali i
fenomeni di violenza sulle donne, sugli omosessuali, unitamente a
quelli di natura razzista, sono aumentati o no? A leggere le
cronache quotidiane, non solo italiane, la risposta sarebbe
sicuramente affermativa,
se
invece andiamo ad analizzare le casistiche di lungo periodo è
evidente che, a parte una curva di flessione che possiamo trovare
nel decennio degli anni '60 cioè nel periodo del boom economico, i
fenomeni non sono aumentati, anzi addirittura sono diminuiti. Anche
un solo caso di violenza a mio avviso è insopportabile ed il
ragionamento che qui si sta sviluppando riguarda la relazione tra
comunicazione, consapevolezza e fenomeno per capire quali sono le
interconnessioni tra questi elementi sia sulla frequenza dei
fenomeni che sulla reazione sociale ed individuale agli stessi.
L'Occidente è la punta avanzata dei diritti umani nella storia
dell'umanità su questo non credo ci siano dubbi. Comincia con
l'Illuminismo e continua con le lotte di emancipazione delle classi
più povere e delle donne fino agli anni 60-70 del 1900. Ad un
maggiore grado di benessere economico corrisponde una maggiore
diffusione dell'istruzione e della spinta alla "autodeterminazione"
su un piano orizzontale o, se vogliamo usare un termine ormai
desueto, diremo "di massa". La spinta all'autodeterminazione,
all'emacipazione da condizioni di subalternità e l'affermazione di
principi di rispetto e tutela della persona hanno trovato due
antagonisti che ne hanno determinato l'avanzamento o l'arretramento
sia sul piano formale che su quello della coscienza sociale ed
individuale. Questi due antagonisti sono riconducibili al sistema di
produzione capitalistico e alle istituzioni religiose che, nella
storia, sono sempre state il supporto dei ceti dominanti e delle
forze più conservatrici del capitalismo (vedi l'azione dei gesuiti
cattolici o dei puritani protestanti). Di norma, e soprattutto oggi
che la comunicazione in tempo reale blocca la nostra attenzione sul
presente contingente, si ha la percezione che quello che si fa
determina delle trasformazioni e non ci si rende conto che,
soprattutto nelle dinamiche sociali e culturali, anche ciò che NON
si fa produce effetti di uguale portata. Così il non approvare una
legge contro l'omofobia, contro il femminicidio o contro la
ricomposizione dei gruppi nazifascisti, soprattutto se a queste
omissioni si accompagna la posizione intransigente di istituzioni
religiose come la chiesa cattolica, è una sorta di legittimazione
tacita a questi fenomeni. Ci si chiederà perchè un sistema
democratico dovrebbe avere interesse a favorire fenomeni di violenza
e di discriminazione? Qui dobbiamo tornare alla connessione tra
cultura e sistema produttivo. Quando il sistema produttivo subisce
una ristrutturazione di portata storica le tensioni e la reazione
dei ceti più deboli della società devono essere indirizzate verso
obiettivi di forte impatto emotivo che non mettano a rischio però la
ristrutturazione del sistema. Ecco che dal 1990 in poi in Occidente
le denuncie e e proteste contro la guerra e contro l'espansione
finanziaria che si organizzarono con i movimenti No-Global e quelli
del pacifismo sono stati neutralizzati da una massiccia politica di
svuotamento della capacità critica delle nuove generazioni, private
di fatto del diritto alla cultura, e dalla sostituzione della
coscienza individuale con quella del consumatore televisivo. Questo
processo nel corso di venti anni ha funzionato come anestetico
sociale ma le condizioni di impoverimento delle classi sociali
vittime di questa ristrutturazione del capitalismo restano e vengono
indirizzate verso obiettivi neutri sul piano economico ma
pericolosissimi per la democrazia e per i valori civili che avevamo
ereditato dal passato libelale e socialista. Ma quando la politica è
in mano alla finanza che sovrasta i singoli governi e le singole
nazioni a chi importa se in paesi come l'Ungheria, l'Austria o
addirittura la Francia, rinascono partiti nazifascisti con il loro
bagaglio di odio e di violenza?
|
|
|
|

SOCIETA'
Il dominio
nella comunicazione tra format e
coercizione
Di Katia colica
"Le parole
sono finestre oppure muri" fa sapere
Marshall B. Rosenberg, accompagnando la sua
tesi a studi sulla comunicazione empatica e,
soprattutto, non direttiva. La violenza
all’interno della comunicazione, infatti,
non è solo urlata ma si insinua dentro
trasferimenti di valori, abitudini, slogan e
persuasioni. La "parola direttiva" prende
forma e avvolge, spesso, tramite la
fascinazione onnipresente di un leader
riconoscibile e ben strutturato che, al di
là dei propri intenti, si manifesta con
delle costanti. |
|
Società
Le
conseguenze morbose del couponismo d'assalto
in America
Di vanessa Riitano
i
buoni spesa che, più che buoni, sono
deleteri…
E’ il
fenomeno che impazza in America da qualche
anno e che invade anche le nostre
televisioni, con programmi dedicati che
esaltano le imprese di donne di ogni età e
maschi per lo più adolescenti, che usano i
buoni spesa, o meglio i coupon ritagliati da
volantini pubblicitari, non per usufruire di
qualche semplice sconto, ma, letteralmente
per saccheggiare interi reparti del
supermercato, alla volta di mega spese da
migliaia di euro, pagando a volte solo il
costo delle tasse, o addirittura, ricevendo
un credito in denaro, animati da quella che,
senza troppa esagerazione, definirei una
mania, un’ossessione deleteria. |
|
|
Società 
Aggressori e
aggrediti
La natura della
violenza
Di tiziana fortunato
Attingo dalla
memoria la conversazione con una grande
amico, si parlava di aggressività e
comportamenti violenti, sono trascorsi
parecchi anni. Colpì entrambi lo studio di
un medico statunitense, il Dr. Paul D.
MacLean, secondo cui il cervello è stato
classificato a livello anatomico in tre
distinti settori di cui ognuno governa
specifiche attività: il cervello rettile
sovrintende alla sopravvivenza ed alle
funzioni vitali, il cervello limbico che
governa memoria ed emozioni, la corteccia
che nei suoi emisferi coordina cognizione,
linguaggio, logica, ragione, creatività ecc.
|
|
|

RECENSIONE
Paola Zaretti, Nel
nome della Madre, della Figlia e… della
Spirita Santa. Femminismo e psicanalisi
(Confine,
2013, pp. 152, € 10.00)
Di giancarlo calciolari
Paola Zaretti s’interroga sul futuro del
femminismo, della psicanalisi e della
politica, in particolare della politica
delle donne. L’epoca pare aver separato
definitivamente queste tre istanze
intellettuali e di vita originaria, per
mantere la supremazia di un impianto sociale
di dominio, dell’uomo sull’uomo e dell’uomo
sulla donna, che appunto non tollera la vita
e che nello specifico dell’indagine di Paola
Zaretti procede dalla negazione del
femminile,
|
|
arte 
Caterina (Katia) Spanò "Il velo di Kore"
di pino rotta
La copertina di questo numero di Helios Magazine
"IL VELO DI KORE” (acrilico
su tela-45x90)
“Tu sei madre, terra
ferita dalle radici feroci, arida, generosa, accogliente perdono. Sei la
sposa bambina, violata, donna sensuale, velenosa, ricostruita; generi e ti rigeneri
‘fenice tra nettare e melograno’, tra graffi, velluti scuri e seta bagnata
d’azzurro. Hai un nome, mille volti, senza età, luogo o riposo”(K.S.)
|
Recensione -
L'Eco di Iside
Il mito tra
alchimia e cabbalah
(di Salvatore
Romeo, Bastogi Editrice)
Di Pino Rotta
La figura di
Iside è forse nella mitologia mediterranea
quella più potente ed carica di significati
così complessi che da migliaia di anni
sfidano la mente di antichi sacerdoti,
filosofi e psicanalisti. Probabilmente
scaturito dalla contaminazione con l’antica
cultura indiana (il significato del Velo di
Iside è del tutto sovrapponibile a quello
indiano del Velo di Maya) il mito prende
consistenza sia in termini rituali che di
espressione simbolica nell’Antico Egitto
intorno al 500 a.C. e si sviluppò evolvendo
nel mito di Serapide durante la Dinastia
Tolemaica e arrivando anche a Roma con il
nome di Cibele e in Asia e Africa dove
continuò la sua funzione simbolica legata
alla figura della Madre Terra.
|
|