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Società

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Società

L'Europa affoga nel Mediterraneo

Schiacciata da Russia, USA e Cina e vittima di governi complici

Di Pino Rotta

 

Mosca festeggia la nascita in Europa del suo «club degli amici». Così battezzato da Sergey Yastrzhembsky, braccio destro di Putin per gli affari europei, il quale ne assegna la tessera ai quattro maggiori Stati continentali dell’Ue – Italia, Francia, Germania, Spagna – più Grecia, Cipro e Lussemburgo, includendovi anche Ungheria, Slovacchia, Bulgaria, Serbia, che nel contesto eurorientale si distinguono per prossimità agli interessi russi. (Lucio Caracciolo, Limes 3/2008)

Nella "società liquida" le persone sono diventate immobili per la paura. Perchè? La crisi europea parte da lontano e ha alcuni punti fermi e responsabilità precise. Dopo l'implosione dell'Unione Sovietica ed il "fatto fallire" tentativo di transizione democratica di Gorbaciov, si è scatenata la nuova guerra fredda combattuta, armi alla mano, sulle coste del Mediterraneo e in Medio Oriente, dai Balcani, all'Iraq al Nord Africa. Si è spesso detto che sono state guerre per il petrolio e non c'è dubbio che in Iraq in Libia e nel corridoio che dal Caucaso, passando per il Kosovo, arriva nel Mediterraneo,  gli interessi per le fonti energetiche hanno svolto un ruolo determinante (giova sempre ricordare che in un anno dalla guerra in Iraq il barile di petrolio è passato da 30 a 140 dollari) ma in gioco c'è stato anche il nuovo assetto strategico globale. Le due realtà che sono diventate di fatto concorrenti sia alla Russia che agli USA in questi ultimi venti anni, sono l'Europa e la Cina. Contro il consolidamento dell'Europa, oltre della Cina, si sono scatenate furiose azioni di contrasto, prima tra tutte il divampare delle guerre civili dei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente. Mentre la povera gente è impegnata a massacrarsi nel nome di Dio, di questo o quell'altro Padre della Patria, Russia e USA, con i loro rispettivi complici europei, hanno operato sia dall'interno che ai propri confini per mettere in crisi il processo di unificazione politica dell'Europa. Quello che sta accadendo in Ucraina va guardato con molta attenzione così come, per motivi diversi, quello che accade in Turchia e di nuovo in Bosnia. I latini hanno coniato il termine "Qui prodest"? E vale la pena di rifarsela questa domanda. A chi giova la distruzione dell'Europa? Il processo di unificazione europea, formalizzato con la moneta unica nel 2000, è stato affiancato dalla creazione dell'Unione Africana nel 2002 (52 paesi organizzati sullo stesso modello politico amministrativo dell'Europa) e, con la Carta di Lisbona, doveva diventare una realtà politica unita e forte. Tutto questo è stato fatto annegare nelle acque del Mediterraneo (con tutto l'orrore e i massacri cui stiamo ancora assistendo). Ma se gli interessi spregiudicati della Russia e degli USA sono chiari ed evidenti quello che, soprattutto in paesi come l'Italia, non si vuole accettare è che tutto questo è stato reso possibile dalla complicità di governi come l'italiano a guida Berlusconi, lo spagnolo a guida Asnar, l'inglese a guida Blair, il polacco a guida Miller, affiancati da una pattuglia di paesi più piccoli come Grecia e Portogallo. Si schierarono contro questa politica la Germania e la Francia. La Russia fino al 2005 non ha potuto far altro che risollevarsi dal disastro economico e politico interno e tenere sotto il tallone Cecenia, Georgia, Ucraina e i paesi del Caucaso. Ma dal 2005 "l'amico" Putin riporta la Russia nella competizione internazionale approfittando della compiacenza dell'Italia di Berlusconi, della Siria di Assad e del ruolo strategico che può giocare all'ONU nelle trattative con l'Iran. Intanto i paesi della indebolita Unione Europea si erano concentrati, con il sostegno delle banche, a spartirsi la delocalizzazione di quelli ex sovietici sfuggiti al controllo di Putin (Romania, Ungheria Repubblica Ceca, Slovacchia, Paesi Baltici, e in seguito i Balcani). Per conseguenza la produzione industriale dei paesi dell'Unione Europea occidentale è crollata lasciando sul campo debiti e disoccupati. Poteva andare diversamente? Sì, poteva andare molto diversamente. Immaginate un'Unione Europea politicamente unita e alleata ad una Unione Africana senza guerre e senza estremismi. Due continenti con un mare che li unisce, il Mediterraneo. Quasi un miliardo di persone che mettono in comune non solo i propri mercati, le proprie risorse economiche ma anche le proprie culture per un progresso di civiltà, libertà e pace. Sì, poteva andare molto diversamente e se non è andata così è per precise responsabilità politiche. Oggi i popoli del Mediterraneo europeo soffrono la crisi e giustamente protestano, ma occorre la consapevolezza che se non si ribalta questa realtà, se non si ammettono con chiarezza le responsabilità i popoli non sono vittime ma diventano complici di una classe politica che ha portato il disastro sociale ed economico ed il rischio serio per la democrazia nella civile Europa. Oltre all'orrore dei massacri nei paesi a Sud del Mediterraneo.

 

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SOMMARIO

Società

L'Europa affoga nel Mediterraneo

Schiacciata da Russia, USA e Cina e vittima di governi complici

Di Pino Rotta

 

Mosca festeggia la nascita in Europa del suo «club degli amici». Così battezzato da Sergey Yastrzhembsky, braccio destro di Putin per gli affari europei, il quale ne assegna la tessera ai quattro maggiori Stati continentali dell’Ue – Italia, Francia, Germania, Spagna – più Grecia, Cipro e Lussemburgo, includendovi anche Ungheria, Slovacchia, Bulgaria, Serbia, che nel contesto eurorientale si distinguono per prossimità agli interessi russi. (Lucio Caracciolo, Limes 3/2008)


 

SOCIETA'

Europa dei Popoli non delle banche

Di mohammad alkilani

 

 

 

 

Pochi giorni fa, la Corte Costituzionale Tedesca ha chiesto alla Corte Europea di Giustizia un parere sulla correttezza del comportamento della Banca Centrale Europea, riguardo l’acquisto di titoli di stato (in particolare titoli italiani), bloccando di fatto la continuazione del processo di unificazione bancaria dei paesi europei.


 

ESTERI

Ucraina:il sogno insanguinato

Di tania kostyuk

 

 

 

 

 

 

Due miliardi di dollari, tanto costano le vite dei migliaia di ucraini per il loro oggi ex-presidente. E tanto sembra che abbia promesso di pagare Vladimir Putin a Yanukovych per sgomberare la città dai manifestanti.


 

ESTERI

Brasile - Assieme alla crescita economica sale la richiesta di diritti e qualità della vita

Di domenico grillone

 

 

 

In Brasile a tutt’oggi non esiste una definizione giuridica per il crimine del terrorismo. Ed a porre seriamente la questione hanno notevolmente contribuito le manifestazioni di piazza che per la prima volta, dopo la dittatura, hanno portato l’anno scorso nelle piazze delle più importanti città brasiliane centinaia di migliaia di persone durante lo svolgimento della Confederations Cup, per protestare contro il caro tariffe dei trasporti, la corruzione e, più in generale, contro una politica che ha speso, e continuerà a spendere, centinaia di milioni di reais per terminare gli stadi e tutte quelle infrastrutture previste per i prossimi mondiali di calcio che si terranno la prossima estate


 

ESTERI

Grecia - La disoccupazione giovanile in Grecia

L'esperienza di essere giovani studenti nella patria della civiltà

Di anastasia apostolopoulos

 

Disoccupato non è la persona che ha perso il lavoro. E la persona che ha perso la propria identità, che non sa cosa fare per la sua famiglia, la sua vita, con se stesso. Disoccupato non è quello che cerca un lavoro, è quello che cerca un appoggio per sopravvivere. A parte il lavoro, non perdi solamente i vantaggi economici ma anche la dignità e la consapevolezza delle proprie capacità. In un test psicologico di Kemper, dal titolo "Who am I", la persona viene chiamata a dare cinque risposte alla domanda ‘’chi sono’’, senza ragionarci sopra. La formazione professionale viene prima. Con il lavoro la persona assicura a se e alla sua famiglia una vita dignitosa, per questo motivo la disoccupazione può portare a dei problemi psicologici.


Economia

Ma cosa sono le Zone Economiche Speciali

Di pietro stilo

 

 

L’acronimo Zes (Zone Economiche Speciali) sta diventando molto popolare grazie agli articoli di stampa che per diversi motivi ne parlano, anche con una certa frequenza. Ma cosa sono le Zone Economiche Speciali? E sono davvero così importanti e utili da chiederne con così tanta forza la loro creazione? Io ritengo di sì, ma andiamo per ordine.


 

Società

Sud, Calabria e Europa: come avrebbe potuto essere e non è stato

Di francesco rao

 

 

Proprio in questi giorni, mentre la politica si preoccupa della gestione del valzer delle poltrone, la Corte dei Conti invita le Amministrazioni a " dimostrare capacità nuove per creare il risanamento". Eppure, da quasi 15 anni a questa parte, le possibilità per creare lo sviluppo e l'allineamento ai criteri europei ci sono state tutte.


 

 

Società

La "rete" come ultima grande Verità

Di salvatore romeo

 

 

 

La comunicazione nella società contemporanea è affidata sempre di più alle TV e ad Internet e l’interattività che questi due strumenti offrono all’utente non conosce eguali nella storia dell’informazione.

 

 

Società

Il tempo di un lato oscuro, generalizzato: quando vivere diventa un enigma psicosociale

Di valentina arcidiaco

 

“Apparteniamo all’umanità più agiata, nutrita, sana, protetta e longeva che abbia mai calcato la faccia della terra, eppure sembra la più impaurita,insicura,delusa, sfiduciata e isterica. C’è qualcosa che non torna”; questa è la frase di copertina  di un libro che lessi alcuni anni fa tornando da uno dei miei viaggi, scritto da Antonio Scurati  e che  ha come titolo “ Gli anni che non stiamo vivendo”.


 

 

Società

Cosa resta dei padri? La via tra eredità e creatività

Di Maria laura falduto

 

 

 

“Siamo stati tutti Telemaco. Abbiamo tutti almeno una volta guardato il mare aspettando che qualcosa da lì ritornasse. E qualcosa torna sempre dal mare”.

 

Dopo il tramonto dell’autorità simbolica del Padre, l’aumento della violenza, il nichilismo ed il consumismo, hanno prodotto la tremenda crisi economica ed etica che attraversa l’Occidente. Riprendendo il concetto Lacaniano di “evaporazione del padre” quasi parallelamente alla constatazione della liquidità sociale citata da Bauman, M. Recalcati nel suo ultimo libro “Il complesso di Telemaco.


 

SCIENZA

Complessità tra scienza e sport

Di Francesco Carlo morabito (*)

 

 

 

 

 

Estratto della relazione tenuta alla Reale Accademia di Scienze Economiche e Finanziarie, Barcellona, Spagna (Novembre 2013)

Titolo originario: Complexity as interplay between science and sport

 

Le “Lezioni Americane” (“Six Memos for the Next Millennium”), di Italo Calvino, raccolgono i testi del ciclo di sei lezioni che lo scrittore italiano fu invitato a dare all’Università di Harvard, negli Stati Uniti, nel corso dell’anno accademico 1985 - '86 (“The Charles Eliot Norton Lectures”). Nel volume, Calvino identificò sei qualità della letteratura del nascente millennio (in realtà, ne completò soltanto cinque, poiché morì nel settembre 1985). Le qualità che egli indicava erano: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e, forse, consistenza. In questa sorta di “Manifesto” letterario, Calvino curava la descrizione, minuziosa e variopinta, ricca di riferimenti letterari, artistici e musicali, delle proprietà ricordate, ognuna delle quali era intesa come “vincente” sulla proprietà a essa opposta.


 

SOCIETà

L'archeologo tra crisi e professionalità negata

Di Alessandro viesti

 

 

 

 

L’Italia è da sempre considerata il paese delle Arti, dell’Archeologia e dei Beni Culturali, il cui unicum dovrebbe essere, a detta di tutti, l’eccellenza delle professionalità dedicate allo sviluppo del suo Patrimonio. Da professionista del settore posso assicurare che le cose non sono per nulla così. La professione dell’archeologo, seppur affascinante, rischia oggi di diventare una mera idea fantastica stampata nella mente di pochi nostalgici.


 

recensioni

Uno sterminatore senza anima

Di elisa cutullè

 

 

Tobias Moretti è noto al pubblico italiano per aver interpretato a lungo il ruolo del commissario nel telefilm “Il commissario Rex”. Di tutt’altra levatura è invece il film che l’ha visto protagonista  alle Berlinale 2014, conclusasi il 16 febbraio 2014.  Assieme a Sophie Rois,  Antonia Moretti, Lenz Moretti e Pauline Knof è uno dei protagonisti della produzione tedesco-austriaco-israeliana “The Decent One” diretta da Vanesa Lapa. Un documentario che racconta una storia particolare: la storia di Heinrich Himmler, che nel 1934 era il capo delle forze di polizia nel Terzo Reich.


 

arte

"Salva l'arte e sconfiggi i nazisti" - Capacità simbolica, linguaggio e capacità di immaginare è sostituita dal pieno godimento dell'immagine

Di kreszenzia gehrer

 

Questo la parola d’ordine accattivante di George Clooney-George Stout, the monuments man. La trasposizione cinematografica, arrivata in Italia solo da qualche settimana,  riprende la storia dell’omonimo libro: un “plotone” dell’esercito americano composto da esperti, critici, artisti, direttori di musei devono cercare, recuperare e mettere in salvo dall’ordine di distruzione lanciato da Adolf  Hitler le opere d’arte trafugate dai nazisti nei territori occupati.


 

cULTURA

Perù - Nuovo studio sui teschi allungati di cultura Paracas

Di patricia llanos rotta

 

 

Paracas è stata una delle prime società complesse della costa meridionale del Perù, le sue origini risalgono tra il 700 aC e 100 anni dC (Rowe 1964) è stato centrato lo sviluppo oggi Ica 18 km a sud di Pisco, un territorio desertico, con un susseguirsi di pianure, valli, oasi e un litorale con baie e penisole. Su questa penisola, nel 1925 , il Dr. Julio C. Tello ha ritrovato due grandi cimiteri, quello di "collina  rossa" (1925) e "testa lunga" (1927).

 

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