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SOCIETà
"SmettoSemplice"...
di fumare
DI MARIA LAURA FALDUTO (*)
<< Se continui a pensare alle
sigarette sempre allo stesso modo, quando “tenterai di smettere di fumare”,
otterrai sempre gli stessi risultati>>. A. Einstein
C’è stato un tempo in cui l’immagine
associata alla sigaretta era quella del “Marlboro man”; vera e propria icona
dell’uomo forte, virile e sicuro di sé. Questo tempo ha conosciuto
irrimediabilmente il suo tramonto. In questi anni, sia a livello nazionale che
internazionale, si sviluppano interventi di prevenzione e di cura per affrontare
“questa epidemia” in modo complessivo. Tuttavia, nonostante la forza di volontà
e la motivazione interna a smettere, accade spesso di ritrovarsi nel personaggio
di La Coscienza di Zeno in L’ultima sigaretta, animato da buoni
propositi mai pienamente realizzati. Viviamo in un contesto storico e sociale
che enfatizza il godimento senza limiti, l’indipendenza relazionale (tante ed
occasionali esperienze vs legami affettivi stabili, è la logica del capitalismo
degli affetti), l’autorealizzazione di se stessi e la libertà a tutti costi;
frasi come “mi sono fatto da solo” o “basto a me stesso” sono alcuni degli
errori del nostro tempo che annullano la sana e naturale dipendenza dall’Altro,
sono errori che non contemplano più il concetto di limite ma solo quello di
potere; in realtà il rovescio della medaglia dipinge un uomo che trova la sua
dipendenza nel gioco, nello shopping compulsivo, nel sesso on line e nelle
classiche forme legate all’utilizzo di sostanze quali il fumo. Ogni tentativo,
fallito, di smettere di fumare può cosi essere un ulteriore stimolo al desiderio
ed una difesa dalla realtà che ha delle inevitabili ricadute sull’autostima del
soggetto, s’instaura così un circolo vizioso che gli esperti cognitivo
comportamentali definirebbero learned helplessness (impotenza appresa). I
dati sul tabagismo sono allarmanti: inalare il fumo di sigaretta (al cui interno
troviamo circa 4000 sostanze tossiche) rappresenta uno dei maggiori fattori di
rischio di insorgenza di patologie neoplastiche, cardiovascolari e
respiratorie. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) il
fumo di tabacco rappresenta la seconda causa di morte nel mondo e la principale
causa di morte evitabile. L’OMS calcola che quasi 6 milioni di persone perdono
la vita ogni anno per i danni da tabagismo, il fumo uccide una persona ogni sei
secondi ed è a tutti gli effetti un’epidemia fra le peggiori mai affrontate a
livello globale. Il totale dei decessi entro il 2030 potrebbe raggiungere quota
8 milioni all’anno e si prevede che nel XXI secolo il tabagismo avrà causato
fino a un miliardo di morti. Secondo il Rapporto
fumo 2015, realizzato in
collaborazione con la Doxa dall’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell’Istituto
Superiore di Sanità, in Italia fumano circa 10,9 milioni di persone, di cui il
25,4% maschi e 18,9% femmine. Il fumo non è responsabile solo del tumore del
polmone, ma rappresenta anche il principale fattore di rischio per le malattie
respiratorie non neoplastiche, fra cui la Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO);
per es. un individuo che fuma per tutta la vita ha il 50% di probabilità di
morire per una patologia direttamente correlata al fumo e la sua vita potrebbe
non superare un’età compresa tra i 45 e i 54 anni e la qualità di vita di un
fumatore è seriamente compromessa, a causa della maggiore frequenza di patologie
respiratorie (tosse, catarro, bronchiti ricorrenti, asma ecc.) e cardiache
(ipertensione, ictus, infarto ecc.) invalidanti per le attività della vita
quotidiana.
Le interpretazioni psicodinamiche sulla
problematica sono vaste, ma sempre più fumatori richiedono istruzioni chiare e
dirette su come orientare il proprio comportamento nell’immediato: in
quest’ottica seguendo un modello cognitivo comportamentale il Dr. Fabio
Bernardi, psicoterapeuta, promuove un metodo valido ed efficace, ideato da lui
stesso, che si sviluppa in un training denominato “Smetto facile”; dai primi
dati emersi, il training sembra ottenere risultati davvero sorprendenti.
L’ideatore dopo aver spento “l’ultima sigaretta”, ha deciso di dedicare quattro
anni della sua vita allo studio della letteratura nazionale ed internazionale
sul tabagismo, integrando le conoscenze acquisite con la sua formazione clinica
d’impronta cognitivo comportamentale. Il risultato dell’ intenso lavoro di
studio e di riflessioni ha dato alla luce questo training che consente, al
termine di un weekend intensivo, di smettere di fumare senza patire alcuna forma
di sofferenza. Ma come è possibile che siano sufficienti soltanto due giorni per
congedare tutta la nostra vita da fumatore senza sperimentare alcuna difficoltà?
Ciò è reso possibile dal sapiente lavoro di ristrutturazione cognitiva che il
Dr. Bernardi mette in opera durante il suo corso all’interno del quale utilizza
(integrandole) alcune tra le principali tecniche e strategie
cognitivo-comportamentali con gli insegnamenti dell’Acceptance and Commitment
Therapy. Inoltre, (ed è questo l’aspetto maggiormente innovativo che rende
il training unico nel suo settore) la persona al termine del weekend non viene
abbandonato ma viene supportato e monitorato per un intero anno scongiurando
così eventuali rischi di ricadute. Infine grazie alla collaborazione del Prof.
Ivan Formica, Docente di Psicologia Dinamica all’Università degli Studi di
Messina, Psicoterapeuta individuale e di gruppo, le tecniche cognitive
comportamentali vengono affiancate da alcuni aspetti psicodinamici che emergono
dall’esperienza in gruppo, attraverso la conduzione di gruppi clinici vengono
così strutturati degli incontri di gruppo di follow up, al termine del weekend,
che si prefiggono l’obiettivo precipuo di accompagnare la persona nella
costruzione di questa sua nuova identità di non fumatore. D’altronde,
riprendendo le parole di Neruda “l’importante non è nascere ma rinascere”.
Per maggiori
informazioni è possibile visitare la seguente pagina:
http://fabiobernardi.net/
*) Psicologa |