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CULTURA
Masaru Emoto, lo scienziato
che
“parlava” con l’acqua
DI SAUL FERRARA
Dei quattro elementi,
l’acqua è sicuramente quello più affascinante e misterioso per le sue
caratteristiche. E' l’elemento più diffuso, basti pensare che il nostro corpo e
il pianeta nel quale viviamo sono costituiti prevalentemente d’acqua. L’acqua è
una sostanza polare insapore e inodore, non ha una propria
forma e per questo può assumere qualsiasi forma, non ha un proprio colore e
per questo può riflettere qualsiasi colore, e pur essendo un fluido estremamente
delicato riesce
col tempo ad erodere le rocce più resistenti. Scienziati, filosofi ed esoteristi
hanno da sempre indagato e speculato su questo elemento spinti soprattutto da
una straordinaria particolarità: l’acqua si “trasforma”, ed infatti, non solo è
l’unica sostanza che si trova in natura nei tre stati di aggregazione: solido,
liquido e gassoso, ma durante il suo ciclo naturale l’acqua passa da uno stato
all’altro con estrema semplicità. Essa per effetto dell’evaporazione si
trasforma prima in vapore acqueo e successivamente, per effetto della
condensazione che avviene nell’atmosfera, in nuvole, per poi, sotto forma di
pioggia, grandine o neve, ritornare nuovamente sulla terra e ritrasformarsi in
acqua. Per la sua capacità di trasformarsi “viaggiando” continuamente tra terra
e cielo, questo elemento è il simbolo che riproduce meglio l’equilibrio delle
“forze” della Legge del Tre, rappresentando anche una sorta di messaggera che
mantiene in continuo contatto il “terreno” col “celeste”. Lo stesso Talete
nella sua ricerca delle cause e del principio della realtà manifesta aveva
individuato quest’ultimo nell’acqua, arrivando ad affermare che “Tutto è acqua”.
Emoto ha dedicato tutta la sua vita a studiare l’acqua; la sua originalissima
ricerca è iniziata utilizzando Magnetic Resonance Analyzer, un apparecchio
capace di misurare la frequenza vibratoria, con l’obiettivo di individuare la
“presenza” dell’Hado nell’acqua. Il termine Hado, parola giapponese che
significa letteralmente “cresta dell’onda”, indica la vibrazione energetica più
sottile che è all’origine della creazione. Successivamente Emoto inaugurerà una
nuova e straordinaria tecnica per studiare l’acqua, facendola congelare per poi
fotografare al microscopio i cristalli che si formano durante il processo. Lo
scienziato giapponese però non si limiterà ad osservare e fotografare i
cristalli dei campioni di diverse acque, ma analizzerà dei campioni della stessa
acqua sottoposta a diverse stimolazioni “vibratorie”, ottenendone un risultato
stupefacente: l’acqua che aveva ricevuto messaggi vibratori positivi, come ad
esempio quelli provenienti dalla musica classica, oppure parole e pensieri
nobili come amore e gratitudine o preghiere, formava dei cristalli esagonali
bellissimi, mentre quella che aveva ricevuto stimolazioni negative formava dei
cristalli amorfi e privi di armonia. Non è certamente difficile intuire le
implicazioni di una tale scoperta: se l’acqua trasforma la sua struttura in base
agli stimoli che riceve significa che possiede una propria coscienza, ed ancora,
se i nostri pensieri e le nostre parole la inducono a trasformarsi, considerato
che il nostro corpo e la terra sono per il 70% costituiti d’acqua, quanto è
elevato il nostro potere di intervenire sulla realtà modificandola? Emoto
credeva fermamente nell'idea che la coscienza di ognuno di noi contribuisca alla
creazione della realtà fisica, e per dimostrarne la fondatezza il venticinque
luglio del 1999 riunì in preghiera 350 persone sulle sponde del lago Biwa, per
offrire a quelle povere acque inquinate messaggi di Amore e Gratitudine. E il
risultato fu strabiliante: dopo sei mesi l’acqua si era purificata, gli stimoli
psichici positivi prodotti che quel nutrito gruppo di persone l'avevano guarita.
Nel 2003, incoraggiato da questo “miracoloso” risultato, fonderà
l’organizzazione mondiale no-profit “Acqua internazionale per la vita” con lo
scopo di curare le acque malate del mondo e di promuovere nelle nuove
generazioni un rapporto di gratitudine nei confronti di questo vitale elemento.
Per lo scienziato giapponese educare i bambini ad amare l’acqua, insegnandogli a
compiere anche piccoli gesti quotidiani come ad esempio ringraziarla ogni volta
che la si beve, è fondamentale per portare la pace nel mondo. Ritengo che anche
se gli esperimenti di Emoto vengono definiti “pseudoscientifici” dobbiamo tutti
essergli riconoscenti per averci insegnato che forse tutte le risposte alle
nostre domande si celano in un “semplice” bicchiere d’acqua, e per averci
ricordato la straordinaria forza creatrice delle parole e dei pensieri, così
come il Buddha che amava ricordare ai suoi allievi: "Noi siamo quello che
pensiamo. Tutto quello che siamo, proviene dai nostri pensieri. Con i nostri
pensieri noi costruiamo il mondo".
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