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ESTERI
Grecia - E’ la fine di
Schengen?
DI GIORGIO APOSTOLOPULOS
Cosa è successo, che
mentre due giorni fa la Commissione europea ha categoricamente escluso la
possibile uscita della Grecia dal trattato di Schengen e 48 ore dopo ha inviato
un ultimatum minaccioso di tre mesi, basato soprattutto sui ultimi dati di
novembre?
Come si spiega lo strano
atteggiamento del Commissario greco, Dimitris Avramopoulos, che giorni fa ha
assicurato che la Grecia non correlata domanda e poi, si identificò
completamente con la linea "cattiva" della Commissione europea ? "è nostro
dovere comune di preservare il trattato di Schengen per gestire meglio le nostre
frontiere esterne", ha detto Dimitris Avramopoulos, via Twitter, causando
domande legittime.
Questi sviluppi
inquietanti fanno parte delle noti pressioni che i circoli estremisti dei
istituti di credito della Grecia, con un picco sempre la valutazione, questo
multi oggetto di continuo ricatto politico.
"Non pensate che vi siate
sdebitati" è il messaggio duro verso Atene, si come non hanno mai
abbandonato l'idea di portare giù il governo, a tutti i costi.
Le celebrazioni anche di
certi media greci, annunciando eventuale caduta del governo per motivo Schengen
, non è , che il supporto.
Di questa condivisione
sono anche i vari reportagi recenti ,di una parte della stampa estera, tra cui
il Financial Times che spingendo vogliono sigillare i confini della Grecia in
cambio della remissione del debito.
E può il vice presidente
della Commissione europea, Valdis Ntomprofskis, ufficialmente essere scollegato
completamente ad alleviare il debito greco dalla gestione della crisi dei
rifugiati, ma la raffica di pressioni negli ultimi giorni solo una coincidenza
non deve essere considerato.
Si dice che un giorno dopo
il Financial Times, una pubblicazione del sito americano Huffington Post,
racconta che il Fondo Monetario Internazionale respinge l'accordo e insiste sul
fatto che il peso dei tagli dovrebbe cadere sul medio greco, viene ad
aggravare il clima comunicativo per il governo.
Con l'Europa scorrevole in
metodi sempre più brutali per affrontare il rifugiato e Schaeuble a voler
risvegliare Erdogan, a pianificare pattuglie greco-turche congiunte nel Mar Egeo
che, sistematicamente perseguiti da Ankara sembra disgelo.
Perché non accettare il
d’accordo del ministro della difesa Greca Panos Kammenos sul fatto di
pattugliare il fronte marino, come lui vuole, in compagna delle navi Israeliane
ed Egizie come è controllare i rifugiati sui posti da lui rimessi in funzione
– ex zone militari – con il sistema di controllo già funzionante in Israele, che
non rileva solo le impronte, ma fa una perfetta scansione sulla persona.
Con la Frontex che tuttora
non si è capito qual è il suo ruolo nelle acque del Mar Egeo e con i marinai
delle capitanerie di porto Italiane e greche a cercar salvare più gente
possibile.
In combinazione con i
grandi interessi economici, legati al settore della difesa e investire nella
militarizzazione della frontiera, il "gioco" selvaggio si terrà fino il vertice
cruciale per i rifugiati, del 18 febbraio.
Allora aspettiamo ancora e
stiamo un poco attenti con i giochi di certi signori.
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