di cinzia MARRA
I marziani sono sbarcati sulla Terra! Lo hanno fatto in maniera un pò strana,
senza astronavi e senza una tecnologia da "altro mondo". Non sono verdi, non
sono umanoidi, al momento sono batteri fossili. Veniamo alla realtà dei fatti:
la NASA ha annunciato di avere trovato tracce fossili di attività biologica
complessa su un meteorite proveniente da Marte. La storia "terrestre" del
frammento di roccia marziana inizia 13mila anni fa quando, attraversata la
nostra atmosfera, esso cade in Antartide. Nel 1984 la ricercatrice Roberta Score
partecipa ad una spedizione della National Science Foundation alla ricerca di
meteoriti e rinviene un campione catalogato come Alh84001 (Alh sta per Allan
Hills, vale a
dire la località di ritrovamento; 84 sta per l'anno 1984; 001 sta ad indicare
che si tratta del primo campione raccolto). Quel campione è stato considerato
terrestre fino a due anni fa quando, confrontando le analisi operate sul
frammento di roccia con i dati raccolti dalla sonda Viking si stabilisce che il
frammento di roccia proviene da Marte. La roccia è vecchia 4,5 miliardi di anni
e 15 o 16 milioni di anni fa è stata scagliata nello spazio dal violento impatto
di un asteroide o di una cometa sul suolo marziano. Da quel momento questo
frammento, insieme a molti altri, ha vagato nello spazio fino a quando non ha
subito l'attrazione gravitazionale della Terra ed è arrivato sul nostro pianeta.
L'annuncio viene adesso, dopo due anni e mezzo di studi e grazie all'impiego
della microscopia elettronica. Ed ecco la scoperta: 3,5 miliardi di anni fa
nelle piccole fessure della roccia (formatasi un miliardo di anni prima) si sono
depositate molecole organiche probabilmente provenienti da attività biologica
che, fossilizzatesi, hanno viaggiato nello spazio e sono giunte fino a noi. Le
molecole sono PAH, cioè idrocarburi aromatici policiclici, e si trovano su un
substrato di magnetite associate a carbone, solfato di ferro e petroli. I
fossili sono stati rinvenuti vicini gli uni agli altri, in uno spazio di alcune
centinaia di millesimi di millimetro. Da queste evidenze i ricercatori hanno
ipotizzato che su Marte 3,5 miliardi di anni fa c'erano organismi viventi,
batteri le cui tracce fossili sono state oggi rinvenute sul meteorite Alh84001.
La cautela è indispensabile, ma i dati ottenuti dai ricercatori della NASA
potrebbero confermare le supposizioni avanzate da vari scienziati sulla
possibilità che su Marte c'è stata vita. Sul Pianeta Rosso non c'erano "le
creature meno terrestri che si potessero immaginare" (" La guerra dei mondi", H.
G. Wells) ma batteri simili a quelli che nello stesso periodo si trovavano sulla
Terra.
Per avventurarci nel passato remoto di Marte è necessario andare indietro fino a
4,5 miliardi di anni fa: nel neonato sistema solare i pianeti hanno già
cominciato a raffreddarsi e si formano le prime rocce. L'emissione gassosa da
parte dei vulcani è considerevole. Presumibilmente le atmosfere primordiali dei
pianeti sono abbastanza simili tra loro e rispecchiano i rapporti cosmici degli
elementi, quindi sono presenti, in ordine di abbondanza: idrogeno, elio,
ossigeno, carbonio, neon e azoto. Sulla Terra lentamente le grandi masse di
vapore acqueo condensano e danno origine ai primi mari, la cui acqua è molto
calda; nell'atmosfera si addensano nubi di idrogeno, monossido di carbonio,
ammoniaca e metano, pochissimo è l'ossigeno; i vulcani eruttano cenere, lava e
gas; le radiazioni ultraviolette arrivano sul suolo terrestre molto intense.
Diversi esperimenti hanno provato che in un ambiente simile, cioè in un
miscuglio di componenti chimici sottoposti a forti radiazioni in un'atmosfera
riducente (ovvero con molto idrogeno), si formano amminoacidi e acidi nucleici.
Questo processo è agevolato dalla grande facilità del carbonio di combinarsi con
atomi di idrogeno, ossigeno e azoto per formare le lunghe catene delle molecole
organiche. Sono quest'ultime i "mattoni" della vita. Le molecole organiche sono
abbastanza diffuse nello spazio (sono state trovate su asteroidi e comete), ma
la cosa straordinaria che avviene sulla Terra è che esse formano via via
composti sempre più complessi fino ad arrivare alla costituzione di una lunga
catena di molecole organiche capace di fungere da progetto per la produzione di
amminoacidi e di replicarsi, il DNA (acido desossiribonucleico). E' vita! Il DNA
sta alla base di tutti i viventi. I primi fossili sono di batteri e sono datati
intorno a 3 miliardi di anni fa. Nel grande lasso di tempo tra la formazione
della Terra (datata attraverso le rocce più antiche esistenti sul pianeta) e la
comparsa dei batteri (datata dai primi fossili ritrovati in rocce di tre milioni
di anni fa) è probabile che nei caldi oceani le molecole si combinassero tra
loro in miliardi di modi differenti, fino al momento in cui non è venuto fuori
qualcosa di diverso e di "vincente", cioè il DNA.
In base a queste conoscenze, alcuni scienziati avevano ipotizzato che processi
analoghi avrebbero potuto svolgersi anche su altri pianeti del sistema solare e
in particolare su Marte, vicino alla Terra e per molti tratti somigliante al
nostro pianeta, si siano verificate reazioni chimiche analoghe. Attualmente
sulla superficie di Marte manca acqua alla stato liquido e questo è il limite
maggiore per la vita: è l'acqua che rappresenta una sorta di solvente per la
vita, fa da catalizzatore, dissolve composti, li trasporta. Ma in passato su
Marte c'è stata acqua, che ha scavato letti di fiumi, e forse c'è ancora,
ghiacciata, nel sottosuolo e sotto le calotte glaciali formate da ghiaccio secco
(anidride carbonica solida). Probabilmente la Terra e Marte si somigliavano
molto all'inizio, e pare oggi che questa somiglianza si sia spinta fino alla
nascita delle prime forme di vita. Cosa è successo dopo? Marte, oltre ad essere
più freddo della Terra a causa della maggiore distanza dal Sole, ha un'atmosfera
molto rarefatta perchè, essendo più piccolo del nostro pianeta, ha un'attrazione
gravitazionale minore. Fino a 100 milioni di anni fa su Marte ci sono stati
vulcani attivi che hanno scaricato gas nell'atmosfera; una volta che i vulcani
si sono spenti il pianeta non solo ha avuto un'atmosfera più rarefatta ma ha
disperso il suo calore interno, divenendo il pianeta gelido che oggi conosciamo.
Adesso esiste una probabilità che la vita su Marte sia cominciata e altre
ricerche ci diranno forse fino a che punto di sviluppo è arrivata. Si tratta
ovviamente di vita microbiologica, dunque nessuna civiltà scomparsa, nessun
contatto da stabilire.
La notizia ha avuto un grande impatto sull'immaginario collettivo, in un momento
in cui l'interesse verso l'ignoto e verso le avventure spaziali sembra di nuovo
di moda e, soprattutto, in un momento in cui la NASA ha bisogno di fondi e il
Presidente USA Clinton ha bisogno di rilanciare il sogno americano. I dati sono,
a dire il vero, molto confusi e anche l'amplificazione che i mass-media ne hanno
dato risente di distorsioni e esagerazioni. Da un punto di vista scientifico è
la cautela a dominare, soprattutto perchè tracce simili a queste sono già note
nei meteoriti carbonatici e potrebbero non essere ricollegabili ad attività
vitale di tipo microbiologico, inoltre già la stessa provenienza del meteorite
potrebbe essere diversa. La reale portata della notizia, se essa verrà
supportata da altre prove, è che i processi che portano alla vita sono
abbastanza comuni nell'Universo. Ma, una volta organizzatasi in una cellula, la
vita può prendere innumerevoli vie e sbocchi. E alle previsioni e alle analisi
scientifiche dovrà sempre affiancarsi la fantasia e la voglia di "esplorare
nuovi, strani modi" (Star Trek, serie TV).