"Un chiaro investimento culturale sul quale abbiamo puntato e
creduto da subito, anche per il diretto coinvolgimento di due poeti figli della
nostra terra dello spessore di Tommaso Lisi e Domenico Adriano". Con queste
parole del sindaco Domenico Corte si apre l’antologia del Concorso Nazionale di
Poesia "Per non dimenticare" che, nell’edizione di quest’anno dedicata al tema
dell’emigrazione, ha gratificato con il primo premio Katia Colica. "Il senso di
una valigia" è il titolo della poesia della scrittrice reggina che, hanno
spiegato i giurati, "Sa esprimere con serena disperazione e sapiente
partecipazione la drammatica esperienza della madre di un emigrante" ricevendo
per questo il consenso unanime della commissione giudicatrice. «Quando ci hanno
consegnato le poesie partecipanti per la nostra valutazione, Tommaso Lisi mi ha
telefonato e mi ha detto: leggi questa», ha ricordato Adriano nell’accogliere
sul palco Katia Colica, chiedendole anche di svelare perché ha voluto
partecipare, un motivo che, ha spiegato, «Mi commuove molto».
E
la scrittrice reggina non si è fatta pregare: «Partecipo raramente a premi
letterari - ha detto - studio attentamente i bandi e cerco sempre di trovare
quelli seri e di qualità. Tra tanti mi ha colpito questo e quando ho letto che
presidente della giuria era il poeta Tommaso Lisi non ho avuto dubbi e ho deciso
di partecipare. Avevo letto le sue poesie, lo conoscevo quindi sulla carta, dai
suoi libri che ho trovato veramente intimi e sinceri. Lo reputo una persona
straordinaria e una garanzia di qualità. Posso dire che sono molto felice di
aver partecipato e anche di aver conosciuto una bella realtà come questa di
Coreno Ausonio, di cui conserverò sempre un bellissimo ricordo». Alla fine è
stato proprio il poeta Tommaso Lisi a voler consegnare il premio a Katia Colica,
nella sua qualità di presidente della giuria ma anche «perché ha parlato bene di
me», ha detto scherzando. Alla fine un bilancio molto positivo per questa quarta
edizione del concorso. Numerose le poesie partecipanti, arrivate da tutta Italia
e attentamente esaminate dalla giuria che si è avvalsa anche del contributo
importante della poetessa Rossella Fusco. Ha inviato i saluti, impossibilitata a
partecipare perché all’estero, la scrittrice Melania Mazzucco, Premio Strega con
il libro Vita, che ha augurato al concorso di avere la massima risonanza. Un
riscontro di quantità ma anche di qualità che testimonia come nel giro di sole
quattro edizioni il concorso sta raggiungendo una visibilità e un prestigio
importanti. Il motivo si evince non solo dalla giuria di qualità ma anche
dall’attenzione e dalla cura verso tutti i particolari che gli organizzatori
hanno dedicato, con in prima fila il sindaco Domenico Corte, l’assessore alla
cultura Francesco Lavalle e l’instancabile delegato all’organizzazione eventi e
manifestazioni Gianfranco Onairda. Un plauso è arrivato anche dalla Regione
Lazio, con i saluti di Daniele Leodori, presidente del Consiglio regionale che
ha patrocinato il concorso. Pur non potendo essere presente, Leodori ha comunque
voluto testimoniare il suo sostegno all’iniziativa ringraziando il sindaco e
l’amministrazione comunale di Coreno Ausonio, gli organizzatori e i poeti che
"con la loro sensibilità hanno declinato in versi storie e percorsi di vita,
fornendo a tutti utili momenti di riflessione". Con il beneagurante stemma de
"Le giornate della memoria", in un comune che è stato medaglia d’argento al
valor civile, ha patrocinato l’evento anche la Camera di Commercio di Frosinone
mentre la Banca Popolare del Cassinate, presieduta da Donato Formisano e
rappresentata alla serata finale da Fabiano Di Carlo, ha messo a disposizione i
premi dei vincitori. Un sodalizio che dura dalla prima edizione quello con la
Banca che da subito ha creduto nel progetto e che continuerà a sostenere
l’iniziativa anche in futuro a dimostrazione di come la cultura possa essere non
solo elemento di crescita ma anche stimolo di sviluppo economico. Completano
l’elenco dei premiati il secondo posto di Laura Giorgi di Grosseto con "Bianco e
nero" e il terzo di Sergio Gregorin di Turriaco in provincia di Gorizia con "Via
pa’l mondo". Tra i finalisti, presente alla cerimonia di premiazione anche
Antonio Villa della vicina Formia che ha letto la sua poesia "Treno per Monaco
via Trento". Il premio "Antonio Corte" è stato invece assegnato a "Sogno
napoletano" di Germano Fiorillo da Castellammare di Stabia. Il comune di Coreno
Ausonio, infatti, oltre a Tommaso Lisi e Domenico Adriano, di poeti illustri ne
può vantare anche un altro: il giornalista Antonio Corte, emigrato in Francia e
avviato a una importante carriera come poeta giornalista e scrittore prima della
sua scomparsa prematura. A lui, nel quarantennale della morte, l’amministrazione
comunale ha da pochi giorni dedicato la biblioteca e istituito, nell’ambito del
concorso nazionale, un riconoscimento intitolato al suo nome. Colpisce questa
volontà costante di valorizzare la cultura e rendere omaggio ai suoi cittadini
illustri della gente di Coreno Ausonio, una sensibilità che dovrebbe essere da
esempio per tutti.
Mia madre sapeva già cos’è una valigia
ne sentiva il tanfo dentro i racconti del padre,
mani tozze e occhi scuri da meridionale,
costruiva ricordi sul niente e glieli cullava addosso
cucendoli sulle sue vertebre, aghi e filo, per non farli staccare.
Mia madre lo sa bene cos’è una valigia
mentre ci ripone con cura il mio fallimento
ma piangerà dopo, adesso no:
adesso la spolvera come fosse cosa viva
le affida quattro camicie stirate, alcune sconfitte,
una busta di plastica con delle illusioni
e tre storie uguali incollate assieme.
Io le nascondo la paura dentro un maglione largo
ripetendo una storia infinita di partenze senza ritorni.
Andrò via da qui con fare sicuro, schiena dritta e sorriso.
Coraggio, di quello, ne avrò per tutti
ce lo faremo bastare usandolo a turno;
basterà, se Dio vuole che basti.
Alla stazione mi vedrà bambino, e lo sarò,
ma anche lì: non piangerà ancora.
Custodirà con cura la sua pena in tasca
stringendola nel pugno col fazzoletto e gli occhiali.
Poi, nelle sere di minestre mangiate in poltrona,
lascerà che le lacrime le gonfino gli occhi.
Avrà una collana di rosario appesa al collo
e al posto dei grani il mio ricordo da snocciolare.
E al posto delle orazioni le nostre radici seminate al vento.