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Recensioni
Il conflitto economico e gli attori cionvolti nel nuovo libro di
Giuseppe Gagliano
Guerra economica e intelligence - Il contributo della riflessione
strategica
francesse contemporanea (Fuoco edizioni)
a cura di
katia colica
Uno studio del Centro
Studi Strategici “Carlo de Cristoforis” prova a stimolare il
dibattito in Italia
È un campo di battaglia
inusuale e senza limiti visibili quello che delinea Giuseppe Gagliano,
Presidente del Centro Studi Strategici “Carlo de Cristoforis” e autore del testo
“Guerra economica e intelligence - Il contributo della riflessione strategica
francese contemporanea”. Edito da Fuoco Edizioni, l’ultimo lavoro dell’autore
completa una serie di pubblicazioni dedicate a un tema che domina
i
processi di sviluppo e, spesso, anche dominio dei mercati mondiali. Tema fin
troppo ignorato dai non addetti ai lavori, questo libro ha il profondo merito di
sintetizzare con un linguaggio chiaro l’Intelligence Economica, partendo
dall’analisi francese ma senza fermarsi ad essa. L’autore, soprattutto, ha la
capacità di proiettare nel lettore la consapevolezza di quanto l’Intelligence
sia punto cardine all’interno dei processi di Guerra economica. Quest’ultima,
rileva Gagliano, oltre sviluppare processi di Guerra Cognitiva orientando
l’informazione negli ambiti esclusivamente economici, si articola fattivamente
tramite tre elementi: l’informazione,la presenza economica dello Stato e dei
privati sul territorio straniero e la normalizzazione. È il trasferimento delle
informazioni, quindi, che influenza l’opinione pubblica esercitando una sorta di
controllo e di potere che si trasmette nelle scelte economiche. La guerra
d’informazione, automaticamente, diventa uno strumento primario ed essenziale. A
ciò si aggiunge la presenza dello Stato nei Paesi stranieri con la
partecipazione di attori economici attraverso le Camere di Commercio che
agevolano i rapporti tra Stati. È conseguente l’ampliamento delle iniziative di
mercato imprenditoriali nel Paese ospitante. Terzo, ma non meno importante
fattore, è il processo di normalizzazione col quale si impianta una gestione
normativa che regola e limita la conflittualità tra Stati.
L’autore dedica molto
spazio anche all’analisi della Guerra dell’informazione illustrando come, per
via dell’uso a volte illecito di informazioni delicate, può arrivare a ledere
gli antagonisti; una disciplina che ha origini fin dalla Guerra Fredda. Un
processo di studio, questo, che passa dagli scritti di esperti francesi del
calibro di Eric Delbecque e Christian Harbulot, attraverso i quali Gagliano
offre un quadro esaustivo delle strategie geoeconomiche correnti. All’interno di
questo processo conoscitivo il lettore avrà anche un quadro delineato
dell’aumento dell’illegalità economica grazie al supporto sostanziale di Jean
Pichot-Duclos che chiarisce il sistema delle economie mafiose e afferma la
necessità di un’etica di settore.

Il testo è scorrevole
anche per via di un prezioso excursus storico prodotto per mezzo delle
argomentazioni fornite da Harbulot e Baumard che riescono a chiarire come
l’insicurezza di forma politica scaturisca nell’esigenza degli Stati nel dotarsi
di nuove tutele con l’InfoWar, una diffusione delle informazioni capace
di rendere instabile alcuni mirati soggetti. Anche le riflessioni di Emmanuel
Lehmann e Franck Decloquement favoriscono la penetrazione all’interno del tema
relativamente alla difficoltà delle piccole e medie imprese di attrezzarsi nella
tutela contro le appropriazioni indebite di informazioni. Fondamentale anche il
paradigma americano avanzato da Éric Dénécé rispetto alle pressioni con fine
meramente commerciale.
Le considerazioni
dell’autore rispetto al sistema Italia, in una sua esclusiva intervista, sono
molto nette: «Rispetto alla Francia il ritardo è enorme. Naturalmente uno
degli scopi delle pubblicazioni del Cestudec è quello di stimolare il dibattito
in Italia. Al di là di qualche Università pubblica (Università Tor Vergata di
Roma) e privata (Links Campus di Roma) solo di recente (2012) il Direttore
Generale del Dis ha affermato: “Credo che oggi l’intelligence
economico-finanziaria sia chiamata non solo a proteggere gli interessi economici
nazionali, ma anche a promuoverli, accendendo i riflettori sul terreno nel
quale le nostre aziende operano, in Italia come all’estero, e bonificandolo
dagli eventuali pericoli che esso può nascondere. In tale veste,i Servizi di
Informazione possono svolgere un preziosissimo ruolo di supporto nei confronti
del Sistema Paese, contribuendo in modo fattivo alla riattivazione del processo
di crescita e sviluppo del nostro sistema economico”. Di maggiore interesse
l'intervento di Giovanni De Gennaro - Autorità delegata per la sicurezza della
Repubblica- che il 24 gennaio 2013 presso l'Università di Camerino ha
sottolineato:“L’apporto dell’intelligence
rappresenta un vantaggio al quale non rinunciano molti dei Paesi con i quali
l’Italia si misura. La mancata o insufficiente utilizzazione di questa leva può
perciò determinare sensibili limitazioni alle potenzialità competitive del
nostro sistema-Paese” ponendo l'enfasi sulla penetrazione straniera in Italia,
finalizzata “alla sola acquisizione del
know how o
a indebolire l'autonomia del Paese in ambiti economici rilevanti per gli
interessi nazionali”. Insisto nel sostenere che al di là di queste riflessioni
le Camere di commercio e le Unioni Industriali del nostro paese dovrebbero
giocare un ruolo di rilievo e dovrebbero attivarsi per fare sinergia».
Uno studio scrupoloso e importante quello di
Giuseppe Gagliano: in piena crisi economica e nel corso di un processo compiuto
di globalizzazione l’autore offre, per la prima volta al pubblico italiano, una
riflessione su un aspetto decisivo; indubbiamente per il settore dell’impresa,
ma anche per i cittadini che, loro malgrado, sono coinvolti in processi di
competitività e gestione strategica dell’informazione.
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