Queste poche righe non disdegnano di essere
l’ennesima elegia all’"eterno femminino": un concetto introdotto in letteratura
da Goethe alla fine del Faust, parte II, in cui asserisce " l’Eterno
femminino ci attrae verso le più grandi altezze", riducendolo ad un gateway di
salvezza, una modalità di redenzione dalla sofferenza e dal male.
Quest’espressione è stata coniata per sottolineare gli aspetti eterni,
immutabili del fascino femminile. Femminilità intesa come la complessità di
tutte quelle doti e qualità che sono proprie delle donne, di quelle
caratteristiche che ne contraddistinguono il comportamento, l’attitudine e lo
spirito. L’eterno femminile consiste in breve
nel
principio eterno ed essenziale della femminilità. Alla luce di esso possiamo
notare come donne eccezionali continuino a distinguersi nella storia
dell’umanità esplicitando a pieno le proprie qualità. Una femminilità che non le
esenta dal rivestire ruoli politici, sociali, economici, religiosi e spirituali
di primo piano. In accordo con quanto affermato da Papa Giovanni Paolo II "Dio è
padre, ma ancora di più, è madre", mostrando "il volto materno di Dio" ed
evidenziando l’importanza delle donne nella società odierna. L’eterno femminino
è ciò che dona alla spiritualità un avvincente senso di poesia, magia, incanto,
trasfigurazione, mistero. Gesù nasce da una donna di questa Terra, la Vergine
Maria, "la quintessenza della donna". Alla stessa stregua donne sono pure molte
dee dell’antichità. Non possiamo dimenticare il potere creativo e rigenerante di
Veneree inoltre per gli antichi Greci questo mito assume molti volti:quello
della santità della madre, della purezza di una vergine, delle fecondità della
terra e dell’utero.
Questa è la giusta chiave d’interpretazione del
sistema matriarcale, organizzazione sociale Irochese. L’uomo è generato dal
potere creativo di Madre Terra, come narrato nella Storia della Creazione
Irochese, e che concepisce in ogni donna una fonte di vita, fertilità e
prolificità. Esse sono le simboliche depositarie del prospero dono di Madre
Natura che nutre e permette lo sviluppo del creato. La donna Irochese è la
Personificazione della Vita e rappresenta l’energia propellente che consente che
ogni cosa nell’ambito della società espleti in armonia la sua funzione. Molte
delle cerimonie Irochesi sono per rendere grazie alla fertilità della terra, in
special modo i raccolti, che costituiscono una delle principali responsabilità
della donna. I tre principali tipi di raccolti sono quelli del grano, dei
fagioli e della zucca, denominate "le Tre Sorelle", "le Nostre Madri", "Le
nostre Sostentatrici". Queste Tre Sorelle sono osannate dagli Iroquois, insieme
all’abilità femminile di approvvigionare cibo e di procreare. La donna Irochese,
infatti, gioca un ruolo fondamentale sia nel pubblico che nel privato. E’un
agente attivo, non una vittima passiva, la consanguineità si tracciava per linea
femminile, i bambini sono cresciuti e a volte adottati da donne, loro gestiscono
la terra, i raccolti e le longhouses, le loro abitazioni. Esse godono di
molti privilegi e hanno una maggiore libertà rispetto alle altre Indiane
d’America soprattutto a causa della grande importanza rivestita dall’agricoltura
nella loro economia. Non meno importante è il loro potere decisionale e
consultivo accordato loro dalla "Grande Legge della Pace" che le considera come
"Progenitrici degli Aborigeni", nell’organizzazione politica e nelle strategie
di guerra.
I loro poteri politici si basano essenzialmente
sull’economia, dal momento che esse controllano i campi e la produzione
agricola. Loro sono i leader politici, gestendone la responsabilità
dall’amministrazione alla giurisdizione al potere legislativo. Le gantowisas
dirigono i clan locali, detengono le wampum (conchiglie) del lignaggio, le
cintole delle nomine e dei titoli, celebrano i funerali, hanno diritti esclusivi
sulle nomine, nominano i sachems (capi tribù Indiani) così come le Clan Mothers
per officiare e detenere il potere di mettere al bando i trasgressori della
legge. Investono i soldati dei loro uffici, dichiarano guerra, negoziano la pace
e mediano le dispute. Sono le donne e le donne soltanto a poter nominare gli
uomini ad esercitare le loro funzioni. Nell’amministrazione degli affari
politici, usano i Wampum bianchi che simboleggiano la pace e la giustizia,
l’ambito di competenza delle donne. Le donne possiedono le proprietà terriere e
detengono una leadership ereditaria che passa attraverso un lignaggio femminile.
Possiedono abitazioni, cavalli e fattorie e la proprietà di una donna prima del
matrimonio resta in suo possesso senza essere messa in comunione con quella del
marito. Essi avevano ruoli separati ma un potere reale nella loro società.
Sempre con riferimento a Madre Terra, lo scopo della Grande Legge della Pace è
di ricordare le leggi naturali della creazione, secondo cui la donna è la
precondizione necessaria per la creazione materiale, e lei, come tutta la sua
creazione, è fondamentalmente donna. E’ lo spirito che informa il giusto
equilibrio, la vera armonia e queste a loro volta ordinano tutte le relazioni in
conformità alla sua legge. La bellezza è pienezza. La salute è pienezza. La
bontà è pienezza ed esse vengono simboleggiate nel sacro cerchio, simbolo
femminile. La vita è un ciclo ed ogni cosa ha luogo in essa.
La donna concepisce. La donna distrugge. Fa anche
la guerra, maledice, cura e disfa. E’ la sola origine del pensiero e il pensiero
precede la creazione. . Essa è il sacro soffio vitale. L’identità di una donna
Indiana d’America è innanzitutto data dalla sua appartenenza alla tribù. Ai suoi
occhi, il suo destino è necessariamente quello della sua gente e la percezione
che ha di se stessa è innanzitutto data dalla sua tribù.
La donna mantiene la pace tra genti di bande,
villaggi e tribù, presiede le relazioni con le altre tribù e officia altri
eventi che portano le persone fuori dal villaggio. Lei è Pensiero, Memoria,
Istinto, Tradizione, Medicina e Potere Sacro; è rituale, cerimonia, cibo e
protezione. Le gantowisas sono centrali in tutti gli aspetti dello
spiritualismo: mantengono un ruolo cruciale della medicine societies.
Esse si fondano intorno a varie attività, in particolare le "Società di
Sorelle"le cui danze cerimoniali consentono alle gantowisas di indirizzarsi e
ringraziare gli spiriti sostentatori delle Tre Sorelle.
Il potere della donna è il centro dell’Universo ed
è al contempo terra (ventre)e pensiero (creatività). Non è consentito un
contatto delle donne mestruate con i guerrieri pronti per la battaglia, o quelli
che sono stati feriti, perché si ritengono portatrici di un potere singolare,
più vitale durante le mestruazioni, la pubertà e la gravidanza, che indebolisce
i poteri fisici, spirituali e magici dell’uomo. Le mestruazioni sono qualcosa di
sacro e il primo ciclo mestruale delle ragazze viene accolto con grandi
celebrazioni. Inoltre, le lesbiche e l’omosessualità sono accettate al pari
dell’eterosessualità.
Sono considerate generatrici della vita, persino se
la contraccezione e il controllo delle nascite in nome dell’autonomia dei loro
corpi sono ammesse, specialmente se non possono provvedere ad un sostentamento
ottimale del bambino, con un senso di profondo rispetto per la comunità. La
pedagogia Irochese è fondata sulla pace e l’armonia e sull’esercizio delle virtù
morali. Non è consentita alcuna forma di violenza, essendo considerato
sufficiente il giudizio critico della tribù la cui etica è basata su un stile di
vita pacifico e armonico. Controllano la vita nelle longhouses, i raccolti e
l’economia irochese, non semplicemente attraverso il possesso dei mezzi di
produzione (Madre Terra) ma soprattutto attraverso la distribuzione dei suoi
frutti.
Le donne Irochesi sono grandi lavoratrici e sono
state spesso messo in rilievo dagli Europei le "ingiuste sgobbate" imposte alle
donne indiane dagli uomini. Nel XIX secolo i Quaccheri cercarono di salvare le
donne dalle vite nei campi ma con risultati irrisori in quanto loro tradizioni
erano molto radicate, incontrando un netto rifiuto delle donne stesse e
mostrando una completa mancanza di interesse in alcune arti domestiche quali il
filato o la produzione del sapone – eccetto che in appositi locali aziendali.
Nonostante queste accuse, le gantowisas hanno sempre salvaguardato i loro spazi
per il tempo libero e il divertimento dedicandosi a feste e danze. Niente era
più reale della superiorità della donna. La donna Irochese difficilmente si
sottometterebbe ad ingiusti e esagerati carichi di lavoro.
Il sistema economico Irochese è un sistema
spirituale in cui la condivisione e la cooperazione sono valori sociali
imprescindibili. La terra è qualcosa di sacro e se ne possono godere i frutti
con equilibrio e rispetto, non secondo le regole del barbaro sfruttamento e
dell’estrazione forsennata.
Nella cultura irochese vi è una sorta di idolatria
della donna, dunque, come sorprendentemente richiama l’affresco di Cezanne
(L’"Eterno Femminino", 1877 – Getty Museum, Los Angeles, CA)in cui campeggia
un’eccezionale immagine di donna nella sua nudità, posta come centro di
attrazione gravitazionale,circondata da uomini, preti, generali, un bambino,
vecchi, lavoratori e giudici, non privi di un desiderio sessuale tale datingere
gli occhi della donna di un rosso vermiglio. Donna come madre della complessità
e dei differenti aspetti della realtà, che foriera di pace e armonia, li mesce
insieme e li lascia coesistere nei dinamici ritmi dei cicli della vita.
Lungi dall’essere la donna mantide mangiatrice di
uomini delle elucubrazioni statunitensi, secondo cui le donne uccidono gli
spiriti dei loro partners maschili, la cultura Irochese è il sogno fatto realtà
di molte battaglie femministe che lamentavano una mentalità sciovinistica e
intendevano contrastare un modo di vivere sbilanciato in favore di una egemonia
patriarcale. La cultura irochese capovolge questa mentalità sterile, fondata
sulla soggettività piuttosto che sull’oggettività dell’uomo e che non accetta
ciò che Simone de Beauvoir definisce "Il Secondo Sesso", l’Altro, cioè la Donna,
che non è un elemento inessenziale ma fondamentale in quanto fonte di vita,
produttiva non solo riproduttiva, un ventre cui aspira sessualmente l’uomo e da
cui sgorga vita, continuità, ciclicità. Una donna immanente ma non statica,
introspettiva ma che sa proiettare le sue qualità interiori in una
concretizzazione reale nella vita di comunità, che rigetta il ruolo passivo
dell’"angelo del focolare" dietro le quinte di una scena dominata dalla presenza
maschile, confinata al chiuso e ristretto ambito domestico. Come afferma Simone
de Beauvoir "l’uomo impara il suo potere", un potere che invece naturalmente
appartiene alla donna, che è esibito e si manifesta in un’oscillante danza
ondeggiante sulle note di un coro polifonico di elementi cosmici, la routinaria
roteazione infinita di un carillon, che è la nostra esistenza che non consiste
nell’eterno ritorno come asserisce Nietsche, il cui pensiero è imperniato
sull’assunto che Dio è morto e che concepisce l’Eterno Femminino nell’ambito
della Volontà di Potenza nella filosofia degli opposti principi, ma che è vita
che nasce dalla donna, è Bellezza, Bontà e Verità, i tre ideali platonici, che
hanno la loro controparte nelle conseguenti capacità dell’anima: pensiero,
volontà e sentimento, non semplicemente volontà, come affermato da Nietzsche,
che ritiene che pensiero e sentimento provengano dalla volontà. L’anima secondo
la prospettiva degli ideali platonici è un’entità multidimensionale che si
connette al Reale attraverso l’Ideale. Nietzsche riduce l’anima alla dimensione
di volontà cieca.
Dunque, abbiamo evidenziato, come del resto aveva
fatto anche Samuel Aun Weor, il ruolo primogenio della Madre Cosmica che
scorgiamo nella luce negli occhi di tutte le innumerevoli donne della storia,
che dovremmo amare e in cui dovremmo prefigurarci una madre, la rappresentazione
vivente del principio dell’Eterno Femminino. Se si risvegliasse la
consapevolezza delle genti, la figura della madre sarebbe più apprezzata e
riporteremmo più spesso alla mente il significato dell’Eterno Femminino.
Dunque in un sistema matriarcale, in cui il culto
di Madre Terra e la natura giocano un ruolo fondamentale, alla base delle
attività giornaliere e dello sviluppo della società ci sono valori quali la
cooperazione e la collaborazione, che rimpiazzano quelli della dominazione e del
controllo, valori come il perdono, la compassione, la sensibilità, la capacità
di amare e di custodire la vita. Per di più la donna conduce verso un sentiero
di trasformazione delle coscienze che sostituisce a sistemi di divisione e
distruzione sistemi creativi che conservano e coltivano la sacralità della vita.
Questo sistema sociale ha ispirato le democrazie
contemporanee ed è madre del costituzionalismo statunitense ("We The People") e
delle battaglie femministe degli ultimi secoli in Canada: per le donne Irochesi
che hanno mantenuto i loro ruoli tradizionali nonostante i bianchi americani
abbiano tentato per due secoli di"civilizzarli e cristianizzarli", il concetto
dei "diritti" delle donne alla fin fine ha poco significato. E’ semplicemente il
loro stile di vita forgiato sulla base di qualità come la sensibilità e un alto
livello di collaborazione e diplomazia. Le relazioni egualitarie e la loro
autorità politica costituiscono una realtà a lungo sognata dalle femministe.
Nonostante tutti questi dibattiti, dobbiamo ritenere che persino grandi studiose
femministe conoscono ben poco la realtà delle Indiane d’America ed hanno una
tendenza a tralasciare la prospettiva nativa nel loro tentativo di demolire il
sistema patriarcale, non esitando a manipolare le credenze native, invece
orientate ad una società paritetica ed equilibrata tra i generi in cui il ruolo
delle donne è prevalente nelle radici spirituali delle loro tradizioni ma allo
stato dei fatti è improntato sulla cooperazione e organizzazione comunistica
nonostante i tentativi di conversione e patriarcalizzazione dei colonizzatori.
Ad ogni modo queste società tribali all’insegna
della matrilocalità, matrifocalità, matrilinearità sono state messe a dura prova
dai colonizzatori che hanno desecrato questa selvaggia "terra di utopia"
perseguitando e impiccando donne considerandole delle streghe o confinandone
nell’ambiente domestico.
Era un semplice modo per tenere sotto controllo
l’emisfero femminile che l’uomo considerava l’ "altro", lo "sconosciuto",
quindi, l’"incontrollabile"di cui avevano timore.
Da quando gli Irochesi sono stati chiusi nelle
riserve, nel 1870, e assoggettati alle leggi europee, l’influenza delle donne
decrebbe, benché non sia stata completamente erosa. Alla fine molte famiglie
divennero patrilineari rispetto ai nomi e all’ereditarietà. Gli uomini Irochesi
assunsero nomi Inglesi o ebbero una traduzione inglese dei loro nomi irochesi.
Questa transizione è stata formalmente definita in Canada dall’ "Atto di
graduale affrancamento degli Indiani"del 1869, a partire dal quale se una donna
indiana sposa un non indiano, diventa non indiana, soggetta a suo marito, e come
le donne europee perdevano i loro diritti reali. Divenne improvvisamente chiaro
che Europei e Americani volevano trattare solo con gli uomini,non con le donne.
Inoltre, le donne cominciarono a perdere gradualmente i loro poteri politici
all’interno della società Irochese. Gli Irochesi tradizionali o delle longhouses
non hanno completamente accettato i valori Europei e Canadesi e i loro tentativi
di assimilazione ma hanno ritenuto gran parte della loro cultura in virtù di ciò
che è stato definito come una sorta di "complesso di superiorità". Dunque,
benché un bambino Irochese erediti il cognome dal padre, potrebbe al contempo
ereditare il titolo di sachem dalla madre. Inoltre, è evidente un revival
dell’interesse negli Irochesi odierni del ruolo centrale della donna nell’ambito
della loro società.
Oggi, i governi locali e provinciali sono molto
lontani dalle popolazioni aborigene, fisicamente e culturalmente, e tendono a
rispondere sempre meno alle richieste dell’elettorato aborigeno rispetto a
quanto facevano i loro sistemi di governo. Un più grande riconoscimento delle
tradizioni legali indigene potrebbe fornire un bilanciamento nel dominante
biculturalismo e bielitismo, che spesso caratterizza la politica canadese,
internazionalmente riconosciuta come un paese culturalmente diverso in cui si
enfatizza il concetto di "Mosaico". Da questo punto di vista ogni sforzo
dovrebbe essere fatto per proteggere l’identità Irochese nella diversità e per
prevenire il rischio di estinzione e la perdita di significato delle loro
tradizioni secolari, non dimenticando che essi sono stati i precursori dei
contemporanei sistemi giuridici contemporanei.
Come illustrato nel racconto di Margaret Atwood
Lady Oracle, la cultura canadese è come uno specchio che non incornicia
l’immagine del soggetto che ci si riflette dentro. Margaret Atwood stravolge il
concetto di specchio tradizionale. Trasformando il chiuso, statico specchio in
uno aperto, stravolge l’immagine duplicante del corpo in quanto oggetto dello
specchio tradizionale, dividendo e sottolineando le parzialità, richiama la
filosofia di Umberto Eco e Lacan che stabilisce dalla divisione del soggetto la
predominanza del fallo, e lo supera mostrando una molteplicità di divisioni e
una completa frammentazione del sé. La sua visione aperta, fluisce, diffonde e
moltiplica i confini.
Nessun altro paese al mondo infatti ricomprende
abitanti provenienti da così vari backgrounds, i quali mostrano tutti un’estrema
devozione nei confronti del Canada, che ancora preserva il patrimonio culturale
di ognuno. Tutto ciò in contrasto con la cultura del "Melting Pot" statunitense
che tenta di modellare tutti i suoi cittadini in un unico stereotipo e che dice
all’immigrante che non importa chi siano stati in passato, sbarcando sulle loro
coste, essi sono Americani e devono adottare e seguire gli stili di vita e le
leggi americane.
Ma gli Irochesi ritengono che la Terza Epoca non si
sia ancora conclusa perché il codice di Handsome Lake e tutte le conseguenze
della colonizzazione e lo stabilirsi delle democrazie capitalistiche americane
devono essere bilanciate dall’elemento femminile. Le donne saranno le guardiane
della prossima generazione.