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L'Eco di Iside Il mito tra alchimia e cabbbalah (Salvatore Romeo, Bastogi Editore)
Relazione al convegno di presentazione, a cura di Tiziana Fortunato
In tutte le epoche ed in tutti i tempi c’è sempre stata e sempre, credo, ci sarà un’unica ricerca … quella che indaga nelle storie per tentare di conoscerne la profondità del messaggio, quella che appartiene alla vita (e non alla morte), all’eterno significato e non al temporaneo; nelle pagine de L’ECO DI ISIDE siamo condotti in una dimensione atemporale dove il mito della dea Iside s’intreccia con le immagini che esso esprime e con i significati che ai più sfuggono. In questo intreccio, l’autore pone in luce quegli aspetti che spesso vengono solo parzialmente intuiti.
Ci porta per mano in questi aspetti, ci s-vela il suo pensiero … e ci avvicina ad una lettura più vitale … più immediata ed intensa, intrisa di quello che chiameremo poi: gnosi, alchimia e cabala.
Non esisteva un testo che abbracciasse in
questi aspetti il significato completo del mito della dea,
quello che la storia ha portato con sé nel suo lungo viaggio
attraverso i millenni, e Salvatore Romeo non ha prodotto
solo quanto le sue ricerche hanno portato, no … credo che
tra le parole, nello spessore dei contenuti lui abbia
espresso il travaglio dell’anima per una Vita più ampia e
sicuramente più piena. Un’unione che allarga, espande la
coscienza fino a renderla partecipe della natura.
Lo ha fatto, secondo me, in tre passaggi:
Credo che, in queste pagine, per prima cosa l’autore ci incoraggi (come egli stesso ha fatto) ad interrogarci, a scavare dentro le apparenze in cerca della verità nascosta.
Poi, il viaggio continua fino a ri-conoscere ed estrarre, quella facoltà sopita dell’anima, ciò che giace riposto nell’intimo di sé … e lo fa con la capacità di vivificare le parole che si leggono. Af-fidandosi fiduciosi a queste pagine, inizia un viaggio … quello della mente che si lancia al di fuori verso le cose, si espande e va oltre per avviarsi a quell’Intelligenza che unisce tutte le cose …
Da qui scaturisce poi il richiamo a "creare", ad esprimere con la passione delle parole quello che si è risvegliato nel di dentro.
Riassumendo, avviene come nella respirazione … si vive come atto sincronico e complementare delle azioni di e-spirazione ed in-spirazione … in questo caso, della mente.
E, come l’aria che respiriamo altro non è
che un insieme calibrato di gas, gli elementi che
interagiscono nel mito di Iside, quelli che l’autore ci
s-vela, altro non sono che un equilibrio di spunti e
considerazioni che legano quelle discipline che, nel tempo,
hanno tentato di fornire risposte alle domande che da sempre
hanno assillato l’essere umano:
Chi sono?
Perché esisto?
Da dove veniamo? Dove andiamo?
Perché esiste la sofferenza?
Ma soprattutto … come possiamo ottenere la pace?
Nulla di nuovo fin qui, il problema è che le risposte giungono in via embrionale solo a chi ha avuto orecchie per intender e cuore per recepirle!
Tutto bene fin quando ci si interroga e s’indaga su ciò che è e si trova al nostro livello, su ciò percepiamo con i nostri cinque sensi, ma dinanzi a queste domande si resta disarmati.
Mi soffermo brevemente sulla Kabbalah della quale troviamo riferimenti già nel sottotitolo del libro.
In base alla Kabbalah, esiste un mondo spirituale che è lontano dall’essere percepito dagli organi sensoriali; questo mondo, al cui centro in una minuscola parte c’è il nostro pianeta, ci influenza.
All’uomo il compito di decodificarne le invisibili forze … le leggi che lo regolano e si manifestano tanto nella natura quanto negli avvenimenti. Già … niente di più arduo se si considera che queste forze, chiamiamole pure leggi, sono interconnesse e nella loro diversità si muovo in senso opposto. La prima, provenendo dal Creatore, si sviluppa dall’alto verso il basso attraversando tutti mondi fino al nostro; la seconda, procede dal nostro mondo elevandosi verso il Creatore. Insomma, quasi un "do ut des" propedeutico ed indispensabile per ampliare gli orizzonti oltre il proprio vedere/naso.
Durante la discesa, quella dal Creatore verso la nostra realtà fisica, la forza si contrae e si manifesta in dieci livelli; questi livelli, se compresi, purificano l’essere umano e gli consentono di a-scendere fino a ritornare alla Sorgente del Creatore.
Salvatore Romeo ci conduce con la ricostruzione del mito di Iside attraverso l’eco lasciato da queste vibrazioni, perché quando ci si muove si producono vibrazioni … lo sappiamo.
Lo fa connettendo eventi e riferimenti, conducendoci per mano in un viaggio che ripercorre quanto i miti hanno segnato nel Tempo. E così, passando per stelle e pianeti, percorrendo vie, difficoltà, caverne, prove, viaggi, dolore della morte, attese della fiducia, speranza, lotte per la verità … fiduciosi sempre che quanto compreso nella discesa sappia dove condurre … così si arriva all’ascesa simbolica.
Quella del bene che nonostante gli intrighi sconfigge il male.
Come a voler dire che, anche nel nostro quotidiano, la vita di ciascuno ha un suo scopo preciso; basta af-fidarsi a quello che i mondi spirituali rivelano nel LORO contrarsi per consentirCI di percepire la realtà circostante … ed ecco che si manifestano le risposte alle domande che abbiamo su noi stessi. Ecco cosa si cela nella Kabbalah … la saggezza di ciò che è nascosto, di ciò che noi stessi scopriamo dentro di noi … l’intero scopo dell’UniVerso.
E questo, la saggezza come la Storia insegnano … non poteva nel Tempo essere reso palese, ecco che sotto le mentite spoglie del Mito, viaggia ed arriva fino a noi un insieme indissolubile di verità che riassumiamo come "il lato nascosto nel visibile" … il "femminino" … "concetto di unione e con-divisione", di "complementarità", "intelletto trascendente posto nello stesso intelletto umano".
Ci si trova dinanzi ad una riconversione … il mito ri-scoperto diventa strumento di lavoro, del lavoro interiore silente che si innesca in chi si affida alle pagine.
Pagine dove Salvatore Romeo supera la consueta concezione del Mito per argomentarne e difenderne la profondità di senso, l’universalità, la coerenza, la resistenza nel tempo ai cambiamenti di cultura e di lingua … e lo fa in modo appassionato. Perché solo la Verità è eterna e viaggia per Mano di un’altra invisibile compagna: la GNOSI.
No, non perché l’autore sia in qualche modo "illuminato" no … solo perché ha reso ricettivo il suo cuore ed ha deciso di donarci il percorso del suo sentire. Ah se solo anche noi lasciassimo al nostro cuore la possibilità di esprimersi pienamente, il nostro nuovo risultato sarebbe una "vecchia idea" ri-trovata/ri-conosciuta.
Non è impossibile. Non è difficile.
Basta lasciarsi fluire … non opporsi.
E lo spirito umano troverà e proverà lo Spirito divino come una goccia d’acqua si ritrova e riprova il suo eterno ciclo. Tutto qui. La Verità sta nella semplicità!
Ricordo di aver letto un esempio fatto da madame Blavatsky: dite ad uno che non avrà mai visto l’acqua, che esiste un oceano ed egli vi crederà –forse- per fede … ma fate cadere una goccia d’acqua nella sua mano ed egli avrà l’esperienza di un fatto da cui potrà dedurre tutto il resto. Niente più fede cieca … solo CONOSCENZA!
Ed è proprio la conoscenza delle grandi verità che si cela nei miti, di quelle verità meritevoli di essere ricercate. Sì, perché il nous, lo Spirito, possedeva un tempo una "natura affine" con la divinità, quasi omogenea … capace di contemplarNE le eterne realtà.
Non quindi la verità … né l’intelligenza … ma il padre di queste!
E, poiché l’amore per la verità è anche implicitamente amore per il bene, questa (la verità) conduce l’uomo a partecipare e comunicare con la Divinità.
Ecco, l’anima, in quella tomba che chiamiamo "corpo" è come addormentata … frammentata … sparsa … di-spersa in uno spazio fisico … occorre la notte buia del dolore, della privazione, della sofferenza … per innescare la forza dirompente di quella Vita che rende complementari elementi diversi è il caso degli esempi duali del bene e del male … del bianco e del nero … dell’amore e dell’odio. Si affrontano ostacoli e difficoltà all’apparenza insormontabili che poi, chissà perché, si risolvono per interventi fortùiti … casuali.
Sappiamo bene però che il caso non esiste.
Cosa riporta alla memoria quanto appena detto? Forse l’aspetto cruento e doloroso del Mito della dea Iside?
Forte, però, questa donna! ;) porta con sé e detiene un carico che il Tempo non ha scalfito … quello dell’aspetto femminino, se per femminino intendiamo il lato nascosto del visibile.
Quel "lato nascosto" che torna nelle camere dei templi che servivano da dimora alle statue della dea Iside … erano tutte sotterranee … nascoste … e, guarda un po’, tutte recavano una medesima scritta: "Virgini pariturae" … alla Vergine che deve partorire … cioè alla terra prima della sua fecondazione, quella del sole che con i suoi raggi presto la renderà vitale.
La terra "primitiva", quella che serve all’inizio di ogni "opera". Processo di rinascita e di trasformazione. Sarà forse per questo che la nostra dea era anche chiamata Vergine nera? Nera come la materia prima della persona in germe, la massa confusa, l’insieme degli elementi di putrefazione, morte, purificazione e mutamento di un’altra delle Arti che Salvatore Romeo avvicina nel suo libro … l’Alchimia.
Ma che cosa è l’Alchimia? Mi permetto di prendere in prestito le parole di una persona a me cara … l’alchimia è la scienza che insegna a trasmutare i metalli ed a plasmare l’animo umano. Consiste nella purificazione fino all’ultima perfezione … la ricerca e il risveglio della Vita assopita … il SOLVE ET COAGULA.
È un processo anche contemporaneo … incamminarsi sulla strada dello studio della natura, cambia la visione delle cose, lascia intravedere l’intima corrispondenze di bellezze che sono sotto gli occhi di tutti … ma che non tutti riescono a vedere perché l’asse dell’attenzione si è spostato sul solo intelletto umano quando invece siamo tutt’uno con il Tutto.
L’Alchimia aiuta a trovare il senso ultimo delle cose, della realtà, dei valori, di se stessi, di Dio … qualunque idea se ne abbia. E questo è il suo ruolo … cambiare la visione delle cose e ricordare, RI-SCOPRENDO, le verità immutabili. Proprio quello che gli alchimisti chiamavano "pietra filosofale … oro dei filosofi" … e l’autore ci guida a comprendere quel suo muoversi parallelo anche sul piano alchemico, raccontandoci le connessioni del suo sentire.
Lo studio di alcune discipline come Kabbala, Alchimia e Gnosi, aiuta a scoprire l’ordine dell’universo … tanto quello personale quanto quello cosmico … un antico adagio recita appunto: come in alto così in basso (…).
Separazione delle sostanze impure dall’essenza più pura.
E Dietro al linguaggio poco conosciuto dell’alchimia, si scopre una concreta applicazione sulla materia prima, che altro non è che il microcosmo-uomo.
Qualcuno potrebbe forse pensare che è quasi impossibile conciliare la concretezza della vita con quanto spesso non è documentabile … a costoro dico: la verità non è mai stata solo materia … ma anche precetti e visioni del mondo … verità di cose che sono fuori dal tempo ma che in fondo raccontano la storia dell’umanità. Retrocedendo nel tempo, fin quando si riescono a ricostruire le tracce lasciate dagli uomini –ed i miti, ricordiamolo, sono tracce orali prima e scritte poi- riusciamo ad intravedere prima … e conoscere dopo, il dono di un intelletto sano … di un’umanità che si scrolla pian piano di dosso la brutalità dell’essere buio.
Indubbiamente, il Mito ha origine dal tentativo, per altro riuscitissimo, di conciliare le due nature dell’uomo, quella "esterna" e quella "interna". Ed è per questo che è giunto a noi … testimone della gloria dei nostri antenati … di coloro che sceglievano volutamente di non s-velare, di non parlare di cose divine … per lasciare che si tramandassero solo descrizioni imperfette.
La comprensione è l’occhio del cuore, e quest’occhio è contemplativo. E la contemplazione è comprensione delle cose divine … avviene in quello spazio indefinito che sta tra il mondo manifestato e l’Intelletto divino.
Hai visto mai che, forse, il fuoco degli alchimisti è un fuoco non del tutto estraneo alla stessa materia dell’Opera? Se fosse così anche il laboratorio degli alchimisti … il loro fuoco, l’Atanor, potrebbe non essere solo uno spazio fisico ma un luogo simbolico dove il procedimento non avviene tra alambicchi, ampolle, attrezzi vari … e allora forse potremmo parlare di alchimia spirituale.
Ecco amici … è verso un viaggio simbolico all’interno del mito della DEA MADRE, un viaggio all’interno delle connessioni con le grandi discipline che si parte con I’ECO DI ISIDE, un viaggio che … al termine della lettura consegna il desiderio di ricominciare daccapo … perché ci trasforma … e riprenderlo è come continuarlo sì … continuarlo con occhi più aperti e cuore più pieno … più ricettivo.
Ringraziamento
Da donna e come unica donna presente a questo tavolo … consentitemi di ringraziarvi a nome di tutte le donne e, come Tiziana Fortunato, un particolare ringraziamento a Salvatore per la stima che mi ha riservato nell’aver accettato la mia prefazione al suo libro … ed a Pino Rotta x avermi voluto qui con voi stasera. Tiziana Fortunato (appartenente Associazione Culturale Femminile Minerva)
Reggio Calabria 6/12/2013
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