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 MED - ART

dal 5 al 10 dicembre 2013 Helios Magazine organizza eventi che, incrociando pittura, mito, poesie e immagini, vogliono rimettere al centro del dibattito la comune radice antropologica e storica che unisce l'Europa e il resto dei paesi del Sud del Mediterraneo. Una radice antica che non può ridursi a mera propaganda o peggio nostalgia di un passato ormai morto, ma realtà dinamica che si è evoluta contaminandosi ed ci ha fatti diventare ciò che oggi siamo: Euromediterranei.

Per 5 giorni a Reggio Calabria hanno voce su questi temi artisti, critici e autori del Sud e del Nord del Mediterraneo, italiani e stranieri.

Un percorso quello che parte dalle opere pittoriche di Kreszenzia Gerher, si lega al volume L’Eco di Iside Il mito tra alchimia e cabbalh, alle poesie di Katia Colica raccolte nel volume Parole rubate ai sassi, con le immagini dell’artista Katia Spanò che lancia una sfida e una domanda, tra quelle care e consuete al Centro Studi Helios Magazine: ma cosa sono le radici culturali? Cosa hanno in comune le Ombre della Caverna platonica con le figure imprigionate nelle tele di Unheimlich di Kreszenzia Gerher se non l’anelito alla conoscenza interiore di ciò già siamo? E questo anelito di conoscenza non deve forse imprigionarci nelle paure della scoperta che il nostro più intimo essere non è univoco ma contiene già tutto quel che siamo sia individualmente che socialmente, contiene il bene e il male. E questa profonda radice che si nutre della linfa dei filosofi greci, con la loro capacità di rendere razionale ed umano anche il comportamento divino non è forse intrisa delle influenze orientali che hanno portato al mito di Iside? Colei che, muovendosi tra le realtà più alte e più profonde dell’essere e della natura, separa il bene e il male e spinge ognuno a guardare all’Origine come Luce da cui tutto promana, anche l’Uomo con la sua capacità di scegliere la strada che percorrerà durante la sua esistenza e la possibilità di riconoscersi nell’Uno non per mezzo di azioni buone o cattive ma incarnando quotidianamente queste scelte. Tutta la storia della nostra civiltà che trova una struggente empatia con gli ultimi di quest’umanità combattuta tra l’Essere e l’Avere che finisce per rimanere schiacciata dalle ingiustizie di chi, avendo troppo in cose e potere, prevarica e schiaccia chi non sa, non può o non vuole combattere una vita solo per la sopravvivenza ma vorrebbe nutrirsi della bellezza della semplicità, dell’arte, della natura del proprio essere così come si è senza dover piegarsi alla cosiddetta “legge del più forte”, guardando con naturalezza la natura e sé stessi per farsi suggerire, come fa Katia Spanò con le sue immagini, dai sassi le parole più adatte per rappresentare i sentimenti di dolore, di gioia, di speranza e, senza dubbio, anche di Assoluto. Vi aspettiamo.  PINO ROTTA

 

 

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